Rassegna stampa – Sinner avanza ma perde Cahill
Sinner, il maestro lascia (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Una giornata particolare. Dalla sofferenza di un set perso contro Tristan Schoolkate, prima di travolgerlo in quattro, alla notizia “fuggita” dell`addio di Darren Cahill a fine stagione. Jannik Sinner, comunque, va avanti. Terzo turno degli Australian Open, difesa del titolo che continua e nessuna angoscia per l`abbandono dell`allenatore che ormai è uno di famiglia. La decisione, evidentemente, era già stata presa da un po`, e le frasi dette alle Finals da Cahill, che aveva definito Jannik come l`ultimo atleta della sua carriera da allenatore, erano state un primo indizio. Forse proprio sull`onda di queste dichiarazioni, Sinner riteneva che l`annuncio fosse già stato dato dal coach. Così, quando dopo la partita si presenta ai microfoni di Eurosport, si lascia scappare la bomba: «È stato bello conoscere il papà di Cahill l`altro giorno – diceva -. Darren è un coach da tanti anni sul circuito, ha detto che questa è la sua ultima stagione e quindi mi ha fatto piacere incontrare la sua famiglia». Visto lo stupore degli interlocutori, il numero 1 al mondo ha precisato «Beh, l`ha detto già lui in un`intervista». E invece no. La stanchezza del match e l`orario tardo hanno giocato uno scherzetto mediatico all`azzurro. Più tardi, nella conferenza stampa post match quasi a mezzanotte, Sinner ha poi spiegato quanto sia stato importante Cahill per lui sia a livello umano che lavorativo. Provando a tenere aperto un piccolo spiraglio per un`inversione di rotta: «Abbiamo fatto tante cose insieme – ha dichiarato – abbiamo superato tante difficoltà, Darren mi ha dato molto anche a livello personale». E quando gli si chiede se non c`è modo di convincere il tecnico australiano a restare ancora un po` nel giro, Jannik prova ad aprire la porta alla speranza: «Vediamo, un anno è ancora molto lungo. Io posso solo dire che Darren è uno dei miglior coach della storia di questo sport – ha aggiunto – e sono contento di averlo al mio fianco. Ha dato moltissimo a questo sport, sia come giocatore che come allenatore, per tanti anni e con tanti giocatori diversi, sia nel circuito femminile che in quello maschile. Per il momento la stagione è appena cominciata, ci sono tanti tornei importanti da giocare e dobbiamo concentrarci su quello che ci aspetta». A partire da oggi, quando in allenamento (programmato al coperto causa pioggia) bisognerà analizzare cosa ha messo Sinner in difficoltà contro Schoolkate, capace di strappare il primo set al numero 1 al mondo: «Quando conosci il tuo avversario sai anche cosa aspettarti – ha spiegato – ma qualche volta è importante anche saper accettare le difficoltà. È stato un avversario tosto, ha tanto potenziale e sono certo che lo vedremo spesso negli Slam, o almeno glielo auguro». […] «C`era tanto vento e lui, specialmente per il primo set e mezzo, ha battuto molto bene. Poi ho iniziato a leggere meglio il suo servizio, ho giocato sempre in crescendo e sono riuscito a ribaltarla». […]
Sinner ok ma perde Cahill (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
«Il papà di Darren lo avevo conosciuto ad Adelaide, ma incontrarlo qui è stato diverso. Lui come sapete è nel circuito da tanti anni e ha detto che questa è la sua ultima stagione, quindi conoscere meglio i suoi familiari è un`emozione». Dopo aver evitato lo scivolone in campo con la rimonta vincente su Tristan Schoolkate per 4-6 6-4 6-1 6-3, Sinner ha lasciato trapelare, involontariamente, una notizia che ha colto tutti di sorpresa: il 2025 sarà l`ultima stagione di coach Darren Cahill. «Mi è scappato, non volevo dirlo. Io e Darren ne avevamo parlato un po` di tempo fa e mi aveva detto che il 2025 sarebbe stata la sua ultima stagione. Gli ho chiesto scusa per averlo detto a tutti, ma ha risposto che non ci sono problemi – ha spiegato Jannik in un`intervista successiva -. Ci sono ancora tanti tornei importanti da giocare e poi tante cose possono cambiare in un anno. Insieme abbiamo superato tante difficoltà, è uno dei migliori coach della storia e sono contento di essere al suo fianco». Ad essere pragmatici, il connubio tra Simone Vagnozzi e Darren Cahill, quindi, continuerà almeno fino ad aprile, quando il TAS di Losanna si pronuncerà sul caso Clostebol nelle giornate del 16 e del 17. Con la speranza di non dover scoprire come l`eventuale squalifica del numero 1 del mondo potrebbe influire sull`ultimo giro di ballo del coach australiano, oggi 59enne, che nella sua cartiera ha guidato campioni del calibro di Hewitt, Agassi, Murray Ivanovic e Halep. «Nessuno è qui per caso e come dico sempre non ci sono vittorie scontate. Ci sono giornate in cui devi essere semplicemente felice di un successo in un match così – Jannik torna sulla partita con il consueto aplomb -. Ho sofferto un po` il vento, ma lo accetto. Per un set e mezzo, Tristan ha servito meglio di me e ha giocato complessivamente un tennis migliore. Poi sono riuscito a leggere il suo servizio ed è andata bene. Sicuramente sei più sicuro se affronti un rivale che già conosci, ma a volte devi accettare che l`avversario giochi ben oltre il suo livello abituale. Spero che questo possa essere il match che mi faccia alzare il livello nel mio torneo». Dopo le difficoltà di una prima ora particolarmente fallosa, l`altoatesino ha ripreso agilmente il controllo della sfida di secondo turno contro Schoolkate, avversario propositivo, a mente libera, ma di certo non indomabile. […] Il prossimo avversario sarà l`americano Marcos Giron. L’orario del match di domani non è ancora noto, nei precedenti guida l`azzurro per 1-0 (Shanghai 2023). […] Ritrovato il sorriso, il numero uno del mondo si è concesso un simpatico siparietto a fine partita, rispondendo alle domande di John McEnroe: «Jannik, io ero piuttosto emotivo in campo. Tu invece riesci a controllarti così bene, come fai?», ha chiesto l`ex campione americano. «Diciamo che io e te siamo un po` diversi», la replica divertita dell`azzurro. «Che cosa intendi?». «Meglio se ci fermiamo qui», ha chiuso con ironia Jannik.
L’ultimo di Cahill: “Sono fiero” (Roberto Bertellino, Tuttosport)
È sempre più personaggio Jannik Sinner e in ogni situazione, in campo scagliando traccianti vincenti, e fuori rilasciando dichiarazioni anche clamorose. Sempre con la semplicità di chi non dimentica mai di essere un privilegiato. Quella di ieri è legata all`ufficializzazione della chiusura del rapporto con uno dei suoi coach, l`australiano Darren Cahill, che lascerà definitivamente a fine stagione, a 60 anni. L’azzurro rimarrà dunque l`ultimo giocatore al quale Darren ha dato i suoi preziosi consigli: «Abbiamo fatto tante cose insieme – ha dichiarato l`attuale numero 1 del mondo in conferenza stampa – abbiamo superato tante difficoltà, Darren mi ha dato molto anche a livello personale. E` uno dei miglior coach della storia di questo sport e sono contento di averlo al mio fianco. Ha dato moltissimo al tennis, sia come giocatore sia come allenatore, per tanti anni e con giocatori diversi. Ma adesso pensiamo alla stagione che abbiamo davanti, l`anno è lungo, ci sono tanti tornei importanti e pensiamo solo a far bene». Lo stesso Cahill aveva già parlato delle sue intenzioni, mancava l`annuncio. Per quanto concerne la “normalità”, cioè la partita vinta in quattro set contro il giocatore di casa Tristan Schoolkate, l`analisi di Jannik è come sempre lucida, anche a match appena concluso: «In ogni torneo c`è sempre qualcuno che entra in campo e gioca un gran tennis. In uno Slam ogni turno è difficile, nulla è scontato. Ho avuto un po` di difficoltà col vento e certo posso migliorare. Giocare in sessione serale sulla Rod Laver Arena è sempre un onore. Meglio mettersi alla prova qui che sui campi laterali, più esposti al vento. Sono contento di essere arrivato al 3° turno, vediamo cosa succederà». In conferenza stampa ha ribadito come il percorso che conduce alla vittoria a volte richiede il superamento degli ostacoli, anche inattesi: «Quando conosci il tuo avversario sai anche cosa aspettarti – ha spiegato – ma qualche volta è importante anche saper accettare le difficoltà. E` stato un avversario tosto, ha tanto potenziale e sono certo che lo vedremo spesso negli Slam, glielo auguro. Stavolta, inoltre, c`era tanto vento e lui, specialmente per il primo set e mezzo, ha servito molto bene. Poi ho iniziato a leggere meglio la sua battuta, ho giocato sempre meglio e sono riuscito a ribaltarla. È stato un avversario ostico, capace di cambiare spesso gioco, ha un buon servizio, sa fare serve and volley, rispondeva bene. È stata un partita complicata e posso essere contento; per il prossimo turno spero di riuscire ad alzare l`asticella». […]
Sinner va avanti ma perde il coach (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Invece di dilungarsi più di tanto sul primo set perso dopo 29 consecutivi, Jannik Sinner annuncia che a fine stagione non avrà più al fianco il super-coach Darren Cahill. I social sono doppiamente preoccupati. Per lui conta meno il 6-4 che concede nel secondo turno degli Australian Open al semi-sconosciuto Tristan Schoolkate, 23enne come lui ma lontanissimo come esperienza, qualità e classifica: numero 1 del mondo contro 173, campione in carica a Melbourne contro wild-card locale. Anche perché poi ribalta tutto col 6-4 6-1 6-3 e col successo di fila numero 16 affronta domani lo statunitense Marcos Giron: «Giocatore molto solido, ma io devo guardare di più me stesso per cercare di alzare l`asticella». Nei suoi già aggrovigliati e pesanti pensieri irrompe anche l`addio al tennis della guida australiana nella Quaresima fino al 16 aprile all`appello Wada a Losanna sotto la spada di Damocle dello stop per negligenza doping di 1/2 anni. “Papà Darren” ha però una famiglia propria. E l`ex pro australiano, 59enne, ha concesso un bonus a Jannik per la delicata preparazione per la stagione della conferma. Ma da tempo vuole restare di più con moglie e figli, dopo aver guidato al numero 1, prima di Sinner, Lleyton Hewitt, Andre Agassi, Simona Halep. Per cui il fenomeno che il tennis ha strappato allo sci fa buon viso a cattivo gioco: «Ci sono tante cose che abbiamo fatto insieme, abbiamo superato tante difficoltà, Darren mi ha dato molto anche a livello personale. E` uno dei migliori coach della storia di questo sport e sono contento di averlo al mio fianco. Ha dato moltissimo sia come giocatore sia come allenatore, per tantissimi anni e con tantissimi giocatori diversi. Ma adesso pensiamo alla stagione che abbiamo davanti, l`anno è lungo, tante cose possono succedere, ci sono tanti tornei importanti e pensiamo solo a far bene». […] Bravissimo Lorenzo Musetti a gestire il braccio d`oro mancino del talento mai espresso di Denis Shapovalov, il 7-6 7-6 6-2 lo qualifica per la prima volta al 3° turno a Melbourne contro “Bum Bum” Ben Shelton: «Anche se non ho giocato al meglio dal punto di vista tennistico, è stato importante rimanere sempre attaccato all`avversario e cercare di portarlo al suo limite». Ancor più bravo Lorenzo Sonego che stoppa per 6-7 6-3 6-1 3-6 6-3 la baby star Joao Fonseca e sfida ora un altro di talento come Marozsan: «Ancor più che per il risultato sono contento di essere riuscito a mettere in pratica tutto il lavoro che facciamo in ore e ore di allenamenti. E` la conferma che sono sulla strada giusta. Sono rimasto concentrato dal primo all`ultimo punto». Facile 6-2 6-3 di Jasmine Paolini su Zarazua, che ora punta Svitolina. Mentre Matteo Berrettini manca due set point al primo set e altrettanti al quarto e cede 7-6 2-6 6-3 7-6 a Rune. Fuori anche la Bronzetti.
Sinner la sorpresa, Sonego l’impresa (Daniele Azzolini, Tuttosport)
Sembrava a disagio, Jannik Sinner, ed è inutile chiedergli il perché. Parlarne, e magari confessare ansie e malumori del momento, sarebbe diventata con ogni probabilità fonte di ulteriore incomodo. In questi casi la regola consiglia di cancellare i brutti pensieri e osservare i fatti soltanto per la parte buona che possono offrire. La prima è che trovandosi contro voglia invischiato in un match diverso da quello che
poteva aspettarsi, d`improvviso avviatosi sulle strade sdrucciole che il più delle volte trascinano verso una crisi, piccola o grande che sia, Sinner abbia saputo trovare percorsi alternativi per uscirne e riprendere il cammino con passi sicuri. Le crisi vanno sapute superare. È una delle leggi scritte sulle tavole che vengono consegnate a ogni vincitore nello Slam. E’ a modo suo una richiesta di maturità. Tristan Schoolkate l`ho presentato come un ragazzo (ha la stessa età di Jannik) che non manca di faccia tosta né di spirito d`iniziativa. Uno che per andare a Wimbledon la prima volta, diciassettenne, s`inventò una raccolta fondi (crowdfunding, in italiano finanziamento collettivo) ingegnosa per i termini sinceri con cui si rivolse ai possibili sconosciuti finanziatori ricavandone la bella cifra di diecimila bigliettoni. Lo stesso ha fatto ieri, e mi riferisco all`ingegnosità con cui ha affrontato la prima prova nel tennis che conta, sul campo più importante dello Slam australe e di fronte a un pubblico in ansia per lo scempio che Sinner avrebbe potuto fare del giovane rivale. Ha scelto per l`occasione, Tristan, uno stile di gioco che richiamasse la tradizione australiana, quella dei servizi fantasma che non li vedi partire ma ti arrivano addosso come randellate, e degli sviluppi sempre in verticale del proprio gioco, spinto di continuo verso la rete a chiudere volée in perfetto avanzamento, come gli antichi manuali di Geppetto Hopman, il coach dei coach, raccomandavano. […] Lo show è durato un set e mezzo, il tempo occorso a Sinner per tirarsi fuori dalle sabbie mobili che lo stavano avvolgendo, ma qualche dissesto l`ha ugualmente causato nell`animo del nostro. Il più evidente è giunto dall`improvvisa e del tutto inaspettata interruzione del bel record di set vinti da Sinner, che proseguiva ormai dai primi del lo scorso ottobre (Pechino, contro Etcheverry, che gli strappò il set d`avvio prima di consegnarsi). Giocando un tennis d`alta quota, Schoolkate ha costretto Sinner a cercare rimedi, nel frattempo gli è sfilato di lato in agile sorpasso sull`ultimo servizio del set, con un break giocato all`attacco che ha sbriciolato la conclamata solidità del nostro. È durato poco, quanto basta però per consegnare nelle mani del ragazzo di Perth qualcosa di cui parlare agli amici e, quando verrà il tempo, da raccontare ai nipotini. Sinner ha atteso il momento, e sul 3-3 del secondo si è rimesso definitivamente in carreggiata, aumentando la gittata dei colpi fino a obbligare l`australiano a starsene buono e mansueto a fondo campo, con la sola preoccupazione di evitare che le bordate del numero uno lo centrassero in pieno, facendolo stramazzare. Il match a quel punto era già cambiato. Sinner ha ottenuto il break che serviva al settimo gioco (a zero) e si è ripetuto nel primo game del terzo set. Finalmente libero dai brutti pensieri ha anche rispolverato i colpi tenuti prudentemente nel ripostiglio durante le fasi di avvio del match. Su quei dritti stretti a uscire, il buon Tristano non trovava di meglio che ribattere con legnate casuali quanto velleitarie. Era il segnale della resa, lo capivano anche i più accaniti dei suoi tifosi. Sinner andava 5-1, chiudeva il set con il terzo break, e nel quarto si limitava a procedere sull`aire con un break nel secondo game che gli permetteva di arrivare indenne al 6-3 conclusivo, e cominciare a occuparsi di Marcos Giron, prossimo avversario. Non sono cambiate però le domande sullo stato delle cose in casa Sinnet Perché quel primo set così moscio? Una prima risposta viene dal buon esito del tennis praticato dall`australiano, che con coraggio si è issato à un livello talmente alto che era quasi scontato potesse soffrire di vertigini. Così è successo, ma la bella prova di Schoolkate merita di essere sottolineata. […]
E’ Lorenzo meravigliao il fenomeno (Giovanni Pelazzo, Tuttosport)
Arrivare in alto è difficile, confermarsi lo è ancora di più. È sicuraente questa la lezione più preziosa che Joào Fonseca si porta a casa dall`Australian Open, torneo in cui ha dominato le qualificazioni e ottenuto la prima vittoria Slam in carriera, incantando il mondo contro Andrey Rublev. Quando però si abbandona il ruolo di sfavorito e di meravigliosa sorpresa arrivano anche pressioni, aspettative, tensione. Una serie di piccole insicurezze che un monumentale Lorenzo Sonego, 30 anni a maggio (11 in più della stellina brasiliana), ha saputo instillare piano piano nella mente logicamente ancora acerba del suo rivale, contro cui aveva già perso lo scorso anno. Ma era tutto molto diverso: altro torneo, altro momento, altro contesto, altra atmosfera. Ieri come allora Fonseca è sceso in campo da favorito, anche se poi tra quelle linee bianche è stata raccontata un`altra storia. «L`esperienza di Lorenzo ha fatto la differenza, lui è più abituato a giocare queste partite. Per me era la prima volta al quinto set – ha raccontato Sinnerzinho, come lo chiamano in patria -. Dopo il successo su Rublev le aspettative si sono alzate, ieri ero più nervoso rispetto alla prima partita. In Brasile le persone stanno iniziando a conoscermi, credo che a loro piaccia tifare per una giovane promessa». […] Consapevole dell`avversario che si trovava davanti, il piemontese è partito con le idee chiarissime, con una smorzata che ha funzionato a meraviglia, un servizio a tratti devastante e la continua volontà di accorciare gli scambi e andare a rete. Ha giocato meglio per quasi tutto il primo set, ha avuto due set point, lo ha perso al tie-break ma ha continuato a mantenere un livello elevatissimo, ribaltando l`inerzia e portandosi in vantaggio due set a uno. «Non ho mollato un punto, anche dopo aver perso il primo set avevo buone sensazioni», ha raccontato Sonego. Quando Fonseca sembrava non averne più ha reagito da campione, accompagnato da un tifo calcistico che gli ha ridato nuova linfa. […] Nella bolgia della 1573 Arena sono emerse le qualità di un gladiatore come il torinese, preziosissimo uomo-Davis nel 2023. «Il tifo mi esalta, sia a favore che contro. C`era un`atmosfera stupenda, sembrava di essere al Maracanà!» – ha scherzato Sonego, emerso alla distanza in un quinto set di alto livello. Consapevole del genere di avversario appena battuto, Sonego era ancora più contento della sua prestazione: «Joào è un talento purissimo e completo. Ha fisico, forza, carattere e anche una buona mano. Arriverà sicuramente a livelli molto alti».[…] Sonego domani affronterà Fabian Marozsan – uscito anche lui vincitore da una battaglia di cinque set contro Tiafoe – per un posto agli ottavi di finale. Chi vince sfiderà uno tra Moutet e Tien per andare ai quarti e trovare probabilmente Taylor Fritz (o magari anche Lorenzo Musetti): un treno così potrebbe non passare più per Sonny, che però non vuole correre troppo. «Penso alla prossima partita: non ho mai affrontato Marozsan, ma ci siamo allenati insieme più di una volta. È forte fisicamente, serve molto bene ed è imprevedibile», ha spiegato il 29enne di Torino. Un passo alla volta, per provare a scrivere un`altra pagina di storia azzurra.
“Furioso, arriveranno cose buone” (Ronald Giammo’, Corriere dello Sport)
L’Italia perde altre due pedine nella rincorsa alla seconda settimana degli Australian Open. E sono due sconfitte amare, quelle incassate da Lucia Bronzetti e Matteo Berrettini. Perché seppur opposti a rivali di diversa caratura – la rumena n.82 del mondo Cristea e il danese n.13 Holger Rune – i due erano riusciti a rimettersi in carreggiata nonostante siano stati costretti a rincorrere fin dalle prime battute arrivando, nel caso dell`azzurro, per ben due volte a un punto che avrebbe potuto rinviare l`esito del suo match al quinto set. Peccato. Sospira proprio così Bronzetti, la prima a scendere in campo nella notte italiana, «Il tabellone era aperto, avrei avuto una bella opportunità». Inseguita e rincorsa nel primo set, con la rumena andata alla battuta per chiuderlo e Lucia pronta nel riportarsi in parità salvo poi inciampare ancora due game più tardi, quando ormai era troppo tardi per riprovarci. E identico è stato il copione nel secondo set: iniziale scambio di cortesie, le due appaiate fino agli ultimi game e Cristea ancora una volta cinica nel sferrare il suo affondo all`ultima occasione. E di “rammarico” parla anche Matteo Berrettini, costretto a cedere ancora una volta a Holger Rune (la terza sconfitta consecutiva dopo le due del 2024). Ma più che per il risultato o «per gli errori, è il modo» in cui è arrivato a rabbuiare il post partita dell`azzurro. «Ho avuto delle opportunità – ha dichiarato poi a SuperTennis – Mi viene in mente il 5-2 al tie-break, e i set point del primo set, dove sono stato un po` passivo, e i due nel quarto. Ma il tennis è così, e lui si è fatto trovare più pronto di me». Occasioni in avvio e in coda, e altre sparse, questioni di centimetri e di dettagli, che se volti in suo favore avrebbero potuto indirizzare il match diversamente, e che hanno finito invece con l`inquinarne «l`atteggiamento, non ideale nei primi tre set: mi sono insultato parecchio in campo, ma tendo a scordarmi facilmente di tutto il lavoro che ho dovuto fare per tornare in questi tornei». Se c`è una cosa buona però, ed è sempre l`ex n.6 del mondo a rivelarla, «è che sono molto incazzato, quindi le cose buone arriveranno». Magari già a Doha e a Dubai, prossimi tornei dove è atteso prima di imbarcarsi alla volta di Indian Wells.