Australian Open, Alcaraz: “L’errore più grande è stato far entrare Djokovic in partita”
Lì, lui si esalta. Novak Djokovic e la Rod Laver Arena: una simbiosi indissolubile. Il 37enne di Belgrado è ancora una volta in semifinale all’Australian Open, per la 12esima volta che, aggiunta alle 39 negli altri Major, fa sì che il serbo sfondi la barriera dei 50 penultimi atti in questa categoria di tornei. Spaventoso. Non è riuscito Carlos Alcaraz a gestire bene il match di quarti di finale. Dopo una buona partenza il tennista spagnolo ha abbassato le marce, contro un Djokovic con qualche problemino fisico che quindi ha dovuto per forza di cose essere più aggressivo. Lì il match è girato. Il 21enne murciano si è dovuto arrendere dopo tre ore e mezza di tennis, quattro set e ha così visto sfumare, per quest’anno, il Career Grand Slam. Per lui, ancora quarti di finale indigesti a Melbourne, dopo che anche lo scorso anno venne sconfitto sempre in quattro frazioni ma da Alexander Zverev, prossimo avversario di Nole in semifinale. Del match, delle sue sensazioni e di altro Carlitos ne ha parlato in conferenza stampa post-sconfitta. Andiamo a vedere cos’ha detto.
D: Secondo te chi è favorito ora per vincere il torneo?
Alcaraz: “Quattro persone devono ancora giocare il loro match di quarti di finale. Non saprei. Zverev, Djokovic e Sinner direi forse che sono i favoriti. Sicuramente. Ma non posso dirtene uno solamente”.
D: Come descriveresti l’esperienza di giocare contro Novak dopo che lui si è fatto male? Cos’è che l’ha fatta diventare così difficile?
Alcaraz: “Sinceramente mi sentivo di essere in controllo del match e a un certo punto l’ho fatto rientrare. Questo è l’errore più grande che ho commesso oggi. Nel secondo set avrei dovuto giocare un po’ meglio per spingerlo ancor di più al suo limite. Ma non ci sono riuscito. Lui nel secondo parziale ho visto che aveva qualche problemino nei movimenti. Dopo questo credo che abbia iniziato a sentirsi meglio e infatti ha giocato a un livello alto. Chiaramente se Novak performa a quel livello è molto difficile giocarci contro. Ho avuto le mie occasioni, è stato un match combattuto. Molti dei punti cruciali però li ha vinti lui”.
D: Secondo te perché non sei riuscito a mantenere il livello nel secondo set? Cos’ha fatto sì che Novak potesse rientrare in partita?
Alcaraz: “Quando vedi qualcuno che fatica un po’ fisicamente non riesci più a giocare allo stesso livello che avevi prima. Credi che sia più facile e, allo stesso tempo, la tua mente pensa ‘Ok, non devo commettere errori’. Probabilmente questo fa sì che tu non colpisca la pallina nello stesso modo in cui la stavi colpendo prima. Lui comunque ha giocato bene e ha iniziato a essere più aggressivo cercando di non muoversi troppo in quel secondo set. È difficile superare questa situazione”.
D: Puoi comparare il Novak della finale delle Olimpiadi con la versione che hai sfidato oggi?
Alcaraz: “E’ difficile da comparare, le condizioni di gioco erano differenti a Parigi in cui si gioca sulla terra. Come livello però mi è sembrato lo stesso. Nel terzo e nel quarto set entrambi abbiamo giocato un gran tennis. Non vedo differenze tra la sua versione della finale delle Olimpiadi e quella odierna”.
D: Alla fine del match, Novak ha detto che questo è stato uno dei suoi migliori incontri giocati qui. Come ci si sente a far parte di una partita in cui la qualità è del tennis è eccelsa per quattro interi set?
Alcaraz: “Io sto giocando buoni match. Ogni volta che io e lui ci sfidiamo questo è garantito. Ci spingiamo a vicenda ai nostri limiti. Abbiamo tirato fuori ottimi punti, grandi scambi. Sia il terzo che il quarto set sono stati combattuti. In generale tutto il match comunque. Mi sento fortunato a vivere queste esperienze. Ho 21 anni e da questi incontri traggo moltissima esperienza su come affrontare un po’ tutto. Non mi nascondo, ho già raggiunto molti buoni risultati nel tennis e giocare contro uno dei più forti della storia sicuramente mi aiuterà molto in futuro per essere migliore. Sentire queste parole da uno che ha giocato match storici è una gran cosa per me. Me ne vado dall’Australia a testa alta”.
D: In qualche momento ti sei sentito mancare di energia? Siamo abituati a vederti che inciti il pubblico. Pensi che avresti potuto fare meglio da questo punto di vista?
Alcaraz: “Probabilmente avrei potuto, ma una cosa che ho imparato giocando gli Slam è che l’energia devo preservarla. Ci sono stati incontri in cui non l’ho fatto: mi incitavo, giocavo col pubblico o urlavo ‘Vamos’ molto spesso con il 100% della mia potenza. Poi magari nel terzo e quarto set ero senza energia. Quindi, ho imparato e preservarla per quegli incontri che sono fisicamente molto dispendiosi. Oggi credo di aver fatto bene questo, anche se in qualche momento sento che avrei potuto comunque fare meglio. In generale, direi che ora negli Slam preferisco essere più tranquillo in campo, sicuramente”.