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Australian Open, Djokovic: “Ho uno strappo muscolare, in finale tiferò Zverev. Murray? Vedremo”

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Dopo un primo set durato 82 minuti e vinto al tiebreak 7-5 da Alexander Zverev, Novak Djokovic si è ritirato in semifinale all’Australian Open sotto gli occhi del pubblico sconvolto e amareggiato. Lo stiramento muscolare riscontrato dal 10 volte vincitore di questo torneo non gli ha permesso di continuare a giocare contro un ottimo Zverev, che a quasi 28 anni raggiunge la sua terza finale Slam.

Djokovic era riuscito a imporsi sulla testa di serie numero 3, Carlos Alcaraz, ai quarti di finale del torneo giocando, a detta sua:una delle mie migliori partite qui“. Ma la coscia sinistra ne avevo risentito le conseguenze. Dopo quella partita, il serbo non aveva più toccato una pallina, sperando di poter recuperare velocemente per la semifinale. Ma a differenza delle sue esperienze in passato, in conferenza stampa, ha spiegato come questa volta, il tempo non sia stato sufficiente.

D: Che sfortuna Novak. Puoi dirci come hai gestito l’infortunio nelle ultime 48 ore e anche oggi, quando hai realizzato che non saresti potuto andare avanti?
Djokovic:Non ho più colpito una palla dal match con Alcaraz fino a un’ora prima della partita di oggi. Ho fatto davvero tutto il possibile per gestire lo strappo muscolare: medicazioni, fisioterapia. Ma verso la fine del primo set ho iniziato a sentire sempre più dolore. E credo fosse troppo da gestire. È un finale sfortunato, me ne rendo conto. Ma ci ho provato”.

D: Se avessi vinto il primo set, c’era qualche possibilità di vedere se l’adrenalina ti avrebbe aiutato?
Djokovic:Magari sì. Se avessi vinto il primo set chissà, avrei potuto resistere ancora per qualche game, metà di un set, non so, magari un set intero. Ma stava andando sempre peggio. Sapevo che, anche in quel caso, sarebbe stata una battaglia troppo dura per me fisicamente da affrontare per altre non so 2, 3 o 4 ore. Purtroppo oggi non ne avevo proprio”.

D: Ricordo quando un paio di anni fa avevi riscontrato un infortunio simile. Ti eri fatto fare una risonanza e i risultati non erano buoni. Mi chiedevo se anche questa volta avessi fatto un controllo approfondito?
Djokovic:Guarda, questa volta è uno strappo muscolare. Due anni fa era molto diverso e sono riuscito a gestirla meglio, in campo non mi dava un fastidio eccessivo. Oggi invece era diverso: in queste circostanze l’unica cosa che ti resta credo sia fare tutto il possibile nel più breve tempo che hai a disposizione. Ho avuto due giorni senza partite e credevo che grazie a questo avrei recuperato, ma purtroppo non è successo”.

D: E con Andy (Murray, ndr) come pensate di affrontare il futuro? Continuerete a lavorare insieme?
Djokovic:Non lo so. Questa situazione non ci ha permesso di parlare d‘altro, eravamo entrambi molto dispiaciuti. Ma sicuramente parlerò con Andy e lo ringrazierò per essere stato qui con me. Gli darò il mio parere riguardo a questa esperienza, che ovviamente è positivo, e vedrò cosa ne pensa anche lui. Da lì capiremo i prossimi passi. Al momento è difficile voltare pagina perché siamo ancora scossi da quello che è successo”.

D: In generale sei soddisfatto del torneo e della tua vittoria contro Alcaraz?
Djokovic:Credo di aver giocato davvero bene, come credo di aver giocato anche negli ultimi 12 mesi, ad essere sincero. Le occasioni che ho avuto oggi mi sono piaciute. Sentivo di colpire la palla davvero bene, e ho delle sensazioni molto positive riguardo a questa semifinale. È stato un ottimo risultato considerando la situazione. Per i miei standard ovviamente non mi soddisfa, voglio sempre il massimo, l’obiettivo finale: il trofeo. Auguro a Sascha il meglio, si merita il suo primo Slam e farò il tifo per lui in finale”.

D: Quanto credi che continuerai ancora? Hai detto di aver giocato un tennis di altissimo livello, eppure ti sei ritirato per problemi fisici…
Djokovic:Ma non è la prima volta che mi capita. Gli infortuni sono i peggiori nemici dei giocatori, questo lo sappiamo. In passato ho gestito meglio altri infortuni. Non posso dimenticare i ricordi stupendi e i grandi risultati che ho raggiunto solamente perché quest’anno mi sono dovuto ritirare in semifinale.

Quando sei in campo, è adrenalina pura. Provi così tante emozioni diverse. Emotivamente è una montagna russa: ci sono dei momenti dove ti senti bene, altri dove sei molto ansioso. Ma devi restare nella tempesta e gestirla. A volte gira a tuo favore, a volte no. Dipende molto anche dal tuo avversario e da come gestisce lui la tempesta. Questo è il bello dello sport individuale, nessuno entrerà al tuo posto. Io amo questo sport e mi sento davvero fortunato ad essere qui, ho molto di cui essere grato e fiero.

Adesso farò qualche altro esame in vista del torneo di Doha che ho tra qualche settimana. Devo capire insieme al mio team se riuscirò a partecipare. Dipende da quanto recupererò in fretta. In passato sono stato abbastanza veloce, vediamo se sarà il caso anche questa volta. Continuerò a lottare per vincere altri Slam: fino a quando mi sentirò di voler sopportare tutto questo, continuerò”.




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