Madison e le chiavi del successo
A volte è il destino a decidere quando. Madison Keys, a cui avevano cucito addosso l’etichetta di “predestinata” a soli 14 anni, ha dovuto attendere quasi 30 primavere per alzare il suo primo trofeo Slam. È successo sotto il cielo di Melbourne, davanti a un pubblico diviso tra l’ammirazione per la campionessa in carica, Aryna Sabalenka, e il desiderio di vedere finalmente Madison prendersi ciò che, per talento e sacrifici, le spettava da tempo, almeno dal 2017: New York incoronò Sloane Stephens in una finale dalle mille e più recriminazioni per Keys.
Ma oggi, a Melboune, il destino aveva altri progetti, per lei e per il tennis: Keys ha vinto in tre set (6-3, 2-6, 7-5), lasciandosi alle spalle una carriera segnata da aspettative spesso insopportabili e da quelle ombre che solo chi conosce il talento precoce può comprendere. Madison sembrava destinata a dominare il circuito già da ragazzina. E invece, dopo un esordio folgorante, sono arrivati gli infortuni, le sconfitte amare, e soprattutto quel tarlo della fragilità mentale che le ha impedito di fare il salto di qualità nei momenti decisivi. Troppo spesso si perdeva sul più bello, schiacciata dal peso delle aspettative e dai rimpianti che, come la ruggine, scavano l’anima.
Il 2025 sta raccontando un’altra storia. La Keys di quest’anno non è stata solo potenza e talento: è stata pazienza, strategia, e una tenacia che non avevamo mai visto con questa continuità. Collins, Rybakina, Svitolina, Swiatek, Sabalenka, questa l’impressionante successione di giocatrici e campionesse che ha dovuto fronteggiare per raggiungere quell’apice che merita, raccontando una storia diversa: non quella della meteora che brilla e poi svanisce, né quella della campionessa precoce che domina senza ostacoli. Madison Keys è un esempio di come il tempo possa essere amico, anche quando sembra un nemico. A 29 anni, ha dimostrato che la maturità non è solo un numero, ma uno stato d’animo.
Ed è in Australia, dopo tanto girovagare, che finalmente Madison è riuscita a trovare quello che cercava: un posto al tavolo delle più grandi, al tavolo delle campionesse Slam. Meglio tardi…