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Australian Open, Helen Gourlay: “Ritiro Djokovic? Nadal avrebbe finito il match. Ho tanti bei ricordi in Italia” [ESCLUSIVA]

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L’Australia ha indubbiamente dato tanto al tennis. Oltre ad essere una delle quattro location che ospitano gli Slam durante la stagione regolare, è stata anche terra fertile per grandi campioni che hanno scritto la storia di questa disciplina. Quale migliore occasione, durante il Major di casa, per Ubaldo Scanagatta di fare due chiacchiere con le leggende autoctone presenti a Melbourne Park. Dopo aver intercettato Ken Rosewall e l’intervista a Margaret Court, il direttore di Ubitennis ha avuto modo di incontrare un’altra beniamina del pubblico, che a differenza dei sopracitati ex fenomeni, ha un palmares meno imponente e ha solo accarezzato il trionfo in patria: Helen Gourlay.

Tra le finali femminili all’Australian Open c’è da ricordare anche quella del 1977 tra Evon Goolagong e proprio Helen Gourlay, dove quest’ultima si arrese 6-3 7-5. La stessa rivale che sei anni prima le negò il successo anche al Roland Garros, riuscendo a malapena a conquistare tre game. Delusioni a parte, quella dell’ex tennista classe 1946 è stata una carriera di tutto rispetto con tanti momenti bellissimi, legati anche all’Italia dove dice di aver lasciato tanti amici: “Venni in Italia a 19 anni, era il 1966. La federazione italiana mi ha invitata a giocare i tornei prima di Roma, prima degli Internazionali. C’erano Palermo, Catania, Napoli, Reggio, Calabria e poi Roma.”

“Credo che Palermo fosse il primo torneo, non conoscevo nessuno, non parlo italiano, e c’erano circa mezza dozzina di ragazzi italiani che giocavano il torneo. C’erano Sergio Tacchini, Franco Bartoni, Mario Bartoni, e forse uno o altri due e diventammo come fratelli. Ogni giorno giocavo con loro, ogni notte andavo a cena con loro, erano fantastici. Così fino agli Internazionali di Italia. Poi ero invitata a settembre e ottobre a tornare in Italia per giocare via Reggio, Senigallia, Ortisei e Cortina d’Ampezzo”.

Tennis e protagonisti di un’altra epoca. L’excursus continua tra piacevoli ricordi, fino ad arrivare ai giorni nostri e puntuale arriva la domanda di Scanagatta sull’uomo di punta del tennis nostrano, quel Jannik Sinner che raccoglie gli ennesimi attestati di stima, sia da un’ottica professionale che umana: “Credo sia un giocatore fantastico, con tanto talento, un’attitudine meravigliosa ed è il top come persona”.

Helen Gourlay si concede anche qualche battuta sull’Australian Open in corso, specialmente sul ritiro di Novak Djokovic nel corso della prima semifinale che ha dato il via libera ad Alexander Zverev: “E’ stato molto triste. Forse era già infortunato ma sembrava muoversi molto bene nel primo set, se lo avesse vinto forse sarebbe andato avanti. Penso che Nadal non si sarebbe mai fermato. Ricordo che Roy Emerson una volta mi disse, quando ero molto giovane, Helen, se vai in campo significa che stai bene e allora finisci il match. L’ho sempre fatto, anche quando provavo dolore”. Un insegnamento prezioso, di fatti il dodici volte campione Slam è il giocatore preferito da Gourlay: “Amavo Roy Emerson, amavo vederlo giocare mentre negli ultimi venti anni scelgo Roger Federer”.




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