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McEnroe sbalordito da Sinner: “Non colpisce la palla, la spacca! Gli avversari non hanno il tempo per pensare”

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Nonostante il ritiro sia avvenuto ben 33 anni fa, John McEnroe è ancora una star. Il 65enne statunitense non si è lasciato il tennis alle spalle. Per anni capitano del Team World nella Laver Cup – nel 2025 Andre Agassi prenderà il suo posto -, il sette volte campione Slam ha continuato a circondarsi di tennis e ora lavora per Eurosport. All’Australian Open ha anche intervistato qualche tennista in campo post-vittoria. Questa volta però il personaggio richiesto è stato lui, che ha concesso una bella intervista a Gaia Piccardi del Corriere della Sera.

Tanti i temi toccati in questa chiacchierata. L’attenzione è andata in primis su Jannik Sinnervittorioso in semifinale su Ben Shelton in tre set – e in particolare su Darren Cahill, coach e mentore dell’azzurro, che a fine anno abbandonerà l’attività di allenatore. Darren è un amico, lavoriamo insieme in tv, lo conosco da molto tempo. Per il suo lavoro, merita la Hall of Fame: ha portato al top Hewitt, Halep, Agassi, Sinner. Con lui Jannik ha fatto il salto di qualità decisivo. Quel ragazzo non colpisce la palla, la spacca! Gioca così veloce che non dà il tempo all’avversario di pensare. E sulle nuove leve, in particolare la stella Joao Fonseca, il mancino americano dice la sua senza mezzi termini. Sarà il prossimo Sinner”.

Ci sarà quindi bisogno di una nuova figura nell’angolo del numero 1 al mondo. Un esperto del settore, con molti anni alle spalle in questo sport, che potrà regalare all’altoatesino consigli utili per il suo percorso. E se fosse proprio McEnroe? “Ahahaha… A tempo pieno no: significa stare fuori da casa 35-40 settimane all’anno, non fa per me. Se fosse un impegno part time, però, perché no? Jannik ha un anno davanti per scegliere e riorganizzarsi. Farà colloqui con Ivanisevic, Ljubicic, con chi crede. Escludo, per la mentalità che ha, che l’addio di Cahill possa condizionarlo. Sentire una voce nuova gli farà solo bene”.

Dopo essersi sbilanciato su chi, secondo lui, porterà a casa il titolo dell’Australian Open (“Jannik è di un altro livello: è lui la mia scelta”), McEnroe ha speso qualche parola anche per un altro talento della racchetta. Di questi tempi, si può dire l’antagonista di Sinner: Nick Kyrgios. Non sono sui social, quindi non leggo cosa scrive Kyrgios. Ma ho capito a cosa allude. Nick non va preso seriamente: cerca attenzione, come al solito. Fossi in lui, avrei trascorso più tempo a prendermi cura del talento piuttosto che sui social”.
Opinione di certo condivisibile quella del tre volte campione al Masters Grand Prix di fine anno. Ma uno come lui, che ama dire la sua senza troppi peli sulla lingua, come mai non possiede profili social? “Perché rischierei l’arresto! Ai giovani piacciono ma sono pieni di scemenze e falsità. Mi interessa di più cosa Kyrgios combina sul campo, piuttosto che quello che posta. Ma alla fine con Nick vado d’accordo: è un uomo pieno di demoni, mi ricorda qualcosa di me stesso”.

Spazio anche a Novak Djokovic, ritiratosi dopo il primo set della semifinale contro Alexander Zverev. Prima di questo match, però, John ha tessuto le lodi del campione serbo, esaltandone la grandezza e la resilienza. Djokovic non solo è il Goat, ma appartiene al club dei Messi, dei Federer, dei Lebron, dei Michael Jordan, cioè gli atleti migliori di ogni tempo. Comunque vada a finire il torneo, nemmeno nei miei sogni più selvaggi avrei pensato che restasse in corsa per il 25esimo titolo Slam a quasi 38 anni. Murray è diventato la sua personalissima adrenalina, e funziona! Nole ha un cuore da atleta che nel tennis non credo di aver mai incontrato. Finché avrà fiato in gola, non azzardatevi a chiamarlo fuori dai giochi.

Infine, non poteva mancare una citazione al rivale-amico di sempre, Bjorn Borg, che a breve pubblicherà la sua autobiografia. “Bjorn ha fatto scrivere il libro alla moglie! Non sapevo che Patricia fosse una scrittrice… Certo che lo leggerò, sono curioso di scoprire cosa ci troverò dentro. Spero che non abbia scritto che sono un idiota. Borg è un amico, gli voglio bene anche se non ci vediamo spesso”. Ecco, in queste ultime parole c’è tutto John McEnroe.




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