Australian open: Sinner porta a casa l’ottavo Slam azzurro in singolare. Tutti i trionfi
Con la conquista in Australia del terzo titolo Major in carriera Jannik Sinner diventa, all’età di 23 anni, il tennista italiano più vincente di sempre a livello Slam, superando in questa speciale classifica Nicola Pietrangeli, in vetta da oltre sessant’anni. La vittoria del l’altoatesino in Australia è solo l’ottavo titolo del Grande Slam conquistato da un tennista italiano in singolare, maschile o femminile che sia. Ripercorriamo dunque tutte le vittorie degli italiani nei Major.
Nicola Pietrangeli
Roland Garros 1959
Nicola Pietrangeli conquista il primo slam della storia del tennis italiano sulla terra battuta parigina del Roland Garros. Durante il torneo, dimostra una facilità di gioco impressionante sulla terra, eliminando avversari di grande calibro. Nei quarti di finale affronta e sconfigge il britannico Billy Knight, mentre in semifinale supera l’australiano Neale Fraser in tre set. In finale, Pietrangeli affronta Ian Vermaak, imponendosi con un netto 6-3, 6-0, 6-2. La sua varietà di colpi, unita a un’ottima tenuta mentale nonostante una non eccelsa tendenza all’allenamento (ma erano decisamente altri tempi), fu la chiave di una vittoria che rappresenta il primo grande sigillo del tennis italiano.
Roland Garros 1960
L’anno successivo, Pietrangeli conferma il suo dominio sul rosso parigino con un altro trionfo. In questa edizione affronta un percorso ricco di insidie. Nei quarti di finale, batte in quattro set la terza testa di serie spagnola Gimeno per poi superare in semifinale il francese Haillet. In finale, affronta il cileno Luis Ayala. Il bel Nicola vince con il punteggio di 3-6, 6-3, 6-4, 4-6, 6-3 mostrando grande resilienza e adattabilità tattica. Questo secondo successo consolidò il suo status di icona del tennis mondiale e dell’opinione pubblica italiana.
Adriano Panatta
Roland Garros 1976
Terra battuta francese che torna ad arridere a giocatori del Bel Paese nel 1976, l’anno dello storico trionfo di Adriano Panatta, primo e unico tennista italiano a battere Björn Borg a Parigi. Panatta quell’anno affronta un cammino tutt’altro che semplice. Nei primi turni, sconfigge giocatori solidi come il terraiolo cecoslovacco Pavel Huťka (salvando match point) e lo jugoslavo Franulovic. Nei quarti di finale, si trova di fronte il campione uscente e leggenda Borg, grande favorito per la vittoria finale, nell’ anno che lo porterà a vincere il primo dei suoi cinque tornei di Wimbledon. I due si erano già affrontati a Parigi, in semifinale l’anno precedente, dove Borg aveva trionfato, si erano incontrati poi pochi mesi prima in casa di Borg, a Stoccolma, dove l’italiano aveva vinto un grande match in rimonta. In semifinale, Adriano supera lo statunitense Eddie Dibs. La finale contro l’americano Harold Solomon è l’ultimo ostacolo. Panatta vince con il punteggio di 6-1, 6-4, 4-6, 7-6, sigillando una cavalcata straordinaria. L’italiano si distinse per il suo impressionante gioco a rete (quell’anno il compianto Rino Tommasi nominò ‘Veronica’ il colpo distintivo del tennista romano), raggiungendo un successo che ancora oggi rimane tra i più iconici nella storia del nostro tennis.
Francesca Schiavone
Roland Garros 2010
Da quella splendida estate ‘76 (anno anche della prima vittoria italiana in coppa Davis) il movimento tennistico italiano dovrà aspettare a lungo prima di rivedere un grande successo. Esattamente 34 anni perché nel 2010 Francesca Schiavone entra nella storia del tennis diventando la prima donna italiana di sempre a vincere uno Slam. Ancora una volta è il torneo dedicato al grande aviatore francese a regalare grandi gioie all’Italtennis. La sua corsa fu memorabile, elimina al terzo turno la cinese Na LI (che l’anno seguente le impedirà di bissare il trofeo fermandola in finale) poi nei quarti sconfigge Caroline Wozniacki, all’epoca numero 3 del mondo, con una prestazione che Gianni Clerici celebrerà sulle pagine di Repubblica paragonandola alla resistenza di Brescia (città natale di Schiavone) del 1849 celebrata da Carducci, In semifinale elimina Elena Dementieva, approfittando del ritiro della russa dopo un primo set combattuto. In finale, Francesca affronta l’australiana Samantha Stosur, che nel corso del torneo aveva eliminato Serena Williams e Justine Henin. Schiavone si impone con il punteggio di 6-4, 7-6(2), conquistando un titolo che ha ispirato un’intera generazione di tennisti e tenniste italiani. Rimane ancora oggi l’ultima tennista capace di vincere uno Slam colpendo il rovescio a una mano.
Flavia Pennetta
US Open 2015
Forse il ricordo più lieto di un torneo di tennis per molti appassionati italiani. L’Italia femminile è nel suo periodo d’oro, ha vinto quattro Fed Cup negli ultimi nove anni e ha conquistato ben sette titoli del Grande Slam in doppio, manca però la vittoria in singolare che possa suggellare il grande stato di forma del movimento. Arriva nel modo migliore, con una finale tutta italiana, in un torneo incredibile sotto molti aspetti.
Con la vittoria a Wimbledon di due mesi prima Serena Williams ha appena completato il secondo ‘Serena Slam’ in carriera, si è portata a un solo Slam da Steffi Graf ed ha l’occasione di completare il Grand Slam quella annata. Il pubblico di casa non è mai stato tanto rumoroso e fa un tifo sfrenato per la propria beniamina. La rincorsa di Serena si infrange però sui tagli assassini di Roberta Vinci che, dopo averla sconfitta in semifinale, si prodigherà in una delle interviste sul campo più memorabili di sempre. Nel frattempo dall’altra parte di tabellone la testa di serie numero 26 sta seminando il panico, si chiama Flavia Pennetta. La brindisina sconfigge la numero 5 al mondo Petra Kvitova ai quarti e in semifinale la numero 2 Simona Halep. Prima di allora l’Italia femminile aveva visto solo tre finali in un Major, tutte a Parigi, e la finale tutta azzurra in America diventa un caso di interesse nazionale, con addirittura il primo ministro Matteo Renzi che vola a New York con un volo di stato per assistere al match. La partita, una formalità nell’apoteosi azzurra, viene vinta da Pennetta che, salita alla sesta posizione del ranking mondiale, a fine partita annuncia il ritiro dal tennis.
Jannik Sinner
Australian Open 2024
Da quella magica notte newyorkese passano otto anni prima di rivedere un azzurro trionfare. Ci pensa Jannik Sinner a inaugurare una nuova epoca d’oro, a portare il Bel Paese sul tetto del mondo. A sentirlo adesso ci sembra quasi ovvio, Jannik Sinner è il miglior giocatore al mondo. Ma ai tempi nulla era ovvio, il primo italiano a vincere uno Slam dal 1976, il primo di sempre a vincerlo in Australia. Jannik gioca un grandissimo torneo in cui sconfigge Djokovic e Medvedev, fino ad allora sue bestie nere. Addirittura rimonta uno svantaggio di due set in finale, approfittando alla grande della stanchezza del russo che aveva passato molte ore in campo. Sinner vince il primo (di una già lunga serie) Slam in carriera e inaugura un’epoca di dominio assoluto sul cemento.
US Open 2024
A settembre Jannik porta il tennis italiano su un altro pianeta, dopo un’estate complicatissima, caratterizzata dall’esplosione del ‘Caso Clostebol’ e da tutte le critiche e l’esposizione mediatica ad esso conseguenti, il ragazzo di Sesto Pusteria conquista una vittoria convincente in terreno americano. Dopo un po’ di tribolazione al primo turno contro McDonald, a cui lascia il primo set del torneo, avanza spedito verso la finale, dove affronta e sconfigge il padrone di casa Taylor Fritz. Con la vittoria a Flushing Meadows Jannik si conferma un grande campione, capace di vincere anche con un peso come quello di un’accusa di doping e il rischio di essere squalificato.
Australian Open 2025
Sinner ormai è un campione assoluto, vince il terzo Slam in carriera, alla terza finale disputata, sempre su cemento. Il n.1 al mondo bissa il titolo dell’anno scorso in casa sua dando il definitivo schiaffo (al volo) alle critiche, ormai sempre più flebili e rassegnate di fronte alla classe e alla resilienza di un grande campione. Torneo vinto camminando sul velluto, quasi in scioltezza, affrontando avversari per lui poco ostici come Ben Shelton e Alex De Minaur e uno sfortunato Sasha Zverev, alla terza finale Slam persa in carriera.
A cura di Niccolò Moretti