Rassegna Stampa – Un Paese serio non dovrebbe sentire il bisogno di eroi ma accontentarsi di esempi. La mancata salita di Sinner sul Colle va in contrasto con l’essere ‘il più grande di tutti’?
Sinner assente da Mattarella: occasione persa (Marco Bucciantini, La Gazzetta dello Sport)
Le fotografie hanno qualcosa di potente: resistono al tempo, catturano per sempre. Le foto costruiscono e custodiscono una cultura materiale, come vecchi attrezzi, accessori che ricordano qualcosa: un tempo perduto, persone passate. Oggi il Paese guarda una foto: al centro un vecchio uomo nato durante la Guerra, mentre i nostri partivano in supporto dei tedeschi all’attacco della Russia. Una storia del Novecento, che attraversa tutto il bello e il tragico di un secolo immenso. Non per il passato […] Sergio Mattarella è un uomo prezioso: è il “sentire” lo Stato che lo seleziona oltre la carica, che lo eleva sopra le parti ma in soccorso di tutti. Il Presidente della Repubblica oggi è uno dei pochi uomini condivisi che abbiamo. Sta al centro della foto, il solito sorriso timido, educato. Intorno, orgogliosi e festanti, i ragazzi del tennis, splendide e splendidi atleti che stanno trasformando la passione e la pratica sportiva degli italiani. Mancava Sinner in questa foto, l’altro uomo condiviso di questo Paese – crudelmente diviso su tutto, per opportunismo e per posa, la divisione come disgrazia eterna della Nazione. Mancava e ne hanno parlato tutti, con le migliori parole […], con un po’ d’imbarazzo chi doveva rispondere, con varie tonalità chi invece si è voluto esprimere con i tanti mezzi a disposizione. Non riusciamo a giudicare, «il censurare e il lodare sono operazioni sentimentali che nulla hanno a che vedere con la critica» (cerchiamo scampo in Borges). E’ davvero più forte il dispiacere della morale, che non sapremo dove appendere: la libertà si idealizza proprio in queste scelte impopolari, spiazzanti, quando sembra che ci sia solo da perdere. Appena ieri abbiamo scritto che un’aggiunta allo schema vincente di Sinner, ormai imbattibile, è proprio questa forte gestione delle emozioni per evitare dispersioni di energie, l’ascetico controllo del suo corpo che passa «per l’ossequio alla rinuncia (anche all’invito più importante), per quella integrità incorruttibile che lo fa sentire forte, il più forte». Il corpo è sacro, e Sinner è certamente sfinito, prostrato, la prescrizione al riposo è seria. Ecco gli argomenti per giustificare l’assenza, per contraddire la pretesa che quest’austerità si fletta per necessità che non sono dell’atleta, per un bisogno che l’uomo non sente, e non si tratta di senso di appartenenza a uno Stato, a una bandiera (i vigliacchi oggi agitano quest’argomento): Sinner risolve la sua cittadinanza vincendo due Davis, restando nel suo “lavoro”, restituendo il trofeo che maggiormente premia un movimento. Al tramonto di una stagione madornale, lo scorso novembre Jannik trovò volontà ed energie per giocare la Davis che altri disertarono per stanchezza: per esempio Zverev, e la Germania con lui poteva vincere. Spoglio di retorica, può darsi che presenziare ai riconoscimenti, anche massimi, anche istituzionali, non rientri nella sua immagine di cittadino e in generale il gesto non distingue un patriota […] da un renitente. E un Paese serio non dovrebbe sentire il bisogno di eroi ma contentarsi di esempi […]. La suggestione del merito ci schiaccia, ci trattiene ma qualcosa sfugge. E’ un dispiacere che riguarda l’altro uomo e loro due insieme, la festa di un Paese riunito davanti ai migliori. Da Mattarella si va. C’era un grande uomo da abbracciare, una foto da scattare, un ricordo da deporre.
Folle criticare Sinner che non sale sul Colle (Fabrizio Biasin. Libero Quotidiano)
Com’era ampiamente prevedibile stanno rompendo le palline a Jannik Sinner, fenomeno azzurro. Jannik Sinner è l’indiscusso numero 1 al mondo del tennis, lo ha appena detto il numero 2, Zverev, massacrato in Australia; in generale lo dicono tutti quelli che hanno visto mezza partita in vita loro. Costui è noto ai più per il suo dritto micidiale, il suo rovescio bestiale, il suo servizio stra-migliorato, la sua capacità di vestire […] i panni del robot e, soprattutto, la sua gentilezza. E’ gentile per natura, non sa cosa significhi tirarsela, potrebbe farlo ma si imbarazza, firma più autografi che può, abbraccia gli avversari e quasi si vergogna quando si tratta di stringer loro la mano a mattanza avvenuta. E però c’è chi non riesce a volergli bene. Trattasi in generale dei consueti invidiosi, coloro che si cibano degli inciampi altrui e godono nel vedere una stella cadere per qualsiasi motivo. Sinner non perde quasi mai e, quindi, a lor signori non resta che attaccarsi a faccende extra campo. C’è chi gli dà del dopato e finge di non sapere che il ragazzo non ha combinato una beatissima; c’è chi ora lo definisce «ingrato» o «poco italiano» per aver disertato la celebrazione del tennis azzurro ieri al Quirinale. Gramellini sul Corriere della Sera scrive «sembra uno sgarbo» e non è l’unico. Gli fanno la morale, gli dicono «Roscio, non si fa», provano a spiegare al Numero 1 come si deve comportare il Numero 1 e non si rendono conto che il Numero 1 è diventato Numero 1 proprio perché sa alla perfezione quello che deve e non deve fare, quale decisione va presa e quale subita, anche a costo di risultare scomodo. Nel caso specifico gli viene rimproverato il fatto di non aver trovato mezza giornata per volare al Quirinale, stringere qualche mano e tornare a casa sua. Ed è esattamente qui che cade il “non numero 1”. Quelle che per noialtri sono cose importantissime (bisogna fare la passerella dal Presidente!) per lui rappresentano un problema, perché ostacolano una tabella di marcia che non ammette eccezioni. Prendete gli antichi “casi-Sinner”. Gli abbiamo rotto le palline per non aver partecipato a un turno perdibilissimo di Coppa Davis, c’è chi ha titolato “Caso Nazionale“, lui ha risposto vincendo tutto quello che c’era da vincere da quel momento in poi. Lo abbiamo attaccato per aver saltato le Olimpiadi, abbiamo detto «si inventa gli acciacchi» e quello un nanosecondo dopo ha stravinto Flushing Meadows, mica pizza e fichi. Ora mettiamo in discussione il fatto che la sua motivazione […] sia in realtà una banalissima scusa e così facendo pensiamo di poter ragionare con la sua testa. Solo che quella […] è unica, altrimenti saremmo noi gli sbranatori di avversari, mentre riusciamo solo a essere moralizzatori da strapazzo. Jannik Sinner ha 23 anni ed è il nostro campione più grande. Del tennis, ma pure dello sport tutto. Nel breve periodo diventerà il più grande sportivo italiano di tutti i tempi. Noialtri dovremmo ringraziare il cielo che ‘sto ragazzo sia nato in quella porzione di Terra chiamata Italia. E invece no, gli frantumiamo le balle per questioni che ci sembrano fondamentali e, invece, sono solo bambole da pettinare. In fondo la misura della sua grandezza è data dalla risposta al can-can dei Gramelliners: un dirompente, rumorosissimo, devastante silenzio. E quelli a rosicare fino al prossimo, inutile caso.
Un numero 1, ma a 23 anni ha bisogno dei giusti consigli (Daniele Dallera, Corriere della Sera)
Se il Quirinale chiama e invita si deve rispondere (possibilmente.. sull’attenti) «Sì presidente, vengo…, grazie». Punto. L’immagine è artefatta, nessuna chiamata naturalmente, ma la realtà supera la fantasia, perché da quel bravo ragazzo di Jannik Sinner, campione nello sport e nella vita, ci si poteva attendere di tutto tranne che un no, seppur sofferto, a partecipare alla festa del tennis italiano celebrata da Sergio Mattarella, medaglia d’oro per affetto e attenzione verso lo sport italiano. Ieri c’erano tutti i nazionali, i suoi compagni, tranne Sinner. Ma non è colpa sua, nemmeno dei medici che gli hanno consigliato un motivato riposo, da trascorrere tra mare e monti, a Montecarlo, dov’era ieri, e sulle maestose Alpi dell’Alta Pusteria, che raggiungerà nei prossimi giorni. Sinner è un Fenomeno, è il numero 1 del mondo, ma mai dimenticare che ha solo 23 anni e come tutti i ragazzi di quell’età dev’essere seguito, consigliato, assistito, non solo per firmare contratti pubblicitari milionari. Accanto a lui avrebbe dovuto trovare un felice suggeritore, autorevole […], in grado di dirgli che sarà stato sicuramente stanco, «fortemente affaticato» [….], ma due ore di aereo per andare a Roma e altre due per tornare a Montecarlo avrebbe dovuto trovarle. Passi saltare il girone di Coppa Davis, è successo anche questo nel 2023, ma al Quirinale e a Mattarella, bisogna sempre dire di sì.
Sinner è il più grande atleta italiano di tutti i tempi? (Fabio Caressa, Leo Turrini e Giorgio Terruzzi Gente)
Non so se possa essere già considerato il miglior atleta italiano di sempre, ma è pronto per diventarlo. Per essere il primo assoluto dovrà mantenersi su questi livelli per ancora un po’ di tempo. Valentino Rossi, per esempio, è tra i più grandi di tutti i tempi, così come lo è Alberto Tomba. Pietro Mennea poi è un mito assoluto. Jannik Sinner, che a 23 anni è numero uno del tennis mondiale, ha certo tutte le carte in regola per diventare un primo assoluto, ma una delle caratteristiche dei grandi campioni è la longevità. Paragonandolo ai colleghi coetanei, Sinner è già nell’Olimpo. Non ho dubbi che potrà continuare a mantenere questi livelli e potrà essere paragonato anche ai più grandi di tutti i tempi, non solo italiani. Premesso che indiscutibilmente è il campionissimo italiano del nuovo millennio, be’, è divertente immaginare dove l’asso altoatesino del tennis possa già collocarsi tra i grandissimi dello sport azzurro. Ovviamente […] sono discussioni da bar, ma insomma: il “rosso” con la racchetta merita sin d’ora un posto tra gli eroi dell’agonismo. In testa metto Fausto Coppi, per quello che, insieme all’amico rivale Gino Bartali, rappresentò per un Paese che usciva dal disastro della Seconda guerra mondiale. E lo stesso discorso vale per i calciatori del Grande Torino, idealmente sopravvissuti al disastro aereo di Superga. Poi vorrei citare due donne di generazioni distinte e distanti: Sara Simeoni e Federica Pellegrini, entrambe perfette nel disintegrare il pregiudizio maschilista. E poi, per ragioni diverse, Nino Benvenuti, Pietro Mennea e Gustav Thöni. Il primo incarnò la malinconica ansia di riscatto degli italiani dell’Istria. II secondo diede voce all’ansia di riscatto del Sud. Il terzo fece scoprire il fascino della settimana bianca sulla neve. Infine, per impatto multimediale, Valentino Rossi, Marco Pantani e Alberto Tomba. Con loro, Sinner condivide la capacità di conquistare l’immaginario collettivo. Di cui continuerà a far parte per un bel po’. E’ sempre difficile fare una comparazione, dire che un atleta sia o meno il migliore di sempre. Quello che è certo è che Jannik Sinner si è trasformato in un simbolo e, da campione del mondo, soprattutto nel nostro Paese, fa assumere una rilevanza eccezionale a qualsiasi cosa compia. Bisogna sottolineare come, con tutto ciò che riesce a fare non soltanto durante un match, è diventato un buon esempio. In un mondo di calciatori ipertatuati, spesso capaci solo di far scena, è assai importante. Poi, appunto, come facciamo a paragonarlo a un Valentino Rossi? O a un Alberto Tomba che tanto ha fatto per lo sci in Italia. E’ importante che in un tempo preciso, un atleta coinvolga quanto più pubblico possibile e soprattutto si trasformi in un buon esempio. E in questo Sinner si sta dimostrando sicuramente un grande campione.
“Proveremo a dare nuove emozioni” (Giovanni Pelazzo, Tuttosport)
Si è conclusa con lo splendido “selfie presidenziale”, condiviso sui social dai campioni del mondo, la visita dell’Italia del tennis al Quirinale. Ieri mattina, accolte dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le squadre di Billie Jean King Cup e Coppa Davis hanno ripercorso le emozioni de gli storici successi di Malaga, ritrovandosi […] tutti insieme per la prima volta da fine novembre. A fare le veci di Jannik Sinner ci hanno pensato Jasmine Paolini e Matteo Berrettini: «Che onore e privilegio essere qui, signor Presidente! – ha esordito Jasmine, rivelando poi di essersi emozionata molto di più per la Lettura del discorso che per una partita -. È un grande orgoglio essere qui tutti insieme, ragazze e ragazzi. Abbiamo condiviso due traguardi straordinari, sentendo l’Italia cantare con noi l’inno di Mameli prima di ogni partita. Porteremo per sempre nel cuore questa giornata». Paolini ha poi lasciato la scena a Matteo Berrettini, presente anche lo scorso anno seppur «in vesti un po’ diverse, come racconta […] il romano, lasciandosi trasportare dalle sensazioni del momento a differenza di Jas, che invece si era preparata il discorso. «È difficile per me parlare, ho tantissime emozioni che mi frullano in testa, ma la più bella è la felicità […]. Abbiamo una squadra molto profonda, ci sono ragazzi che non possono essere qui, tra cui un altoatesino che un pochino ci ha aiutato! Tengo a ringraziare Capitan Volandri per la fiducia che mi ha sempre dimostrato anche quando i risultati non arrivavano e Tathiana Garbin, che ci ha dimostrato come lottare fino alla fine valga sempre la pena […]». Al tennine del discorso, Berrettini ha invitato Paolini ad alzarsi e raggiungerlo, rivolgendosi più o meno allo stesso modo a Mattarella, suscitando più di qualche risata. I due azzurri hanno consegnato al Presidente un quadro con tutti i successi del tennis italiano nel 2024, con le varie firme dei protagonisti. In seguito, all’uscita dal Quirinale, i campioni del mondo sono stati intercettati da Sky Sport e Supertennis. «Mentre leggevo il cuore batteva a mille, è stato un momento molto carico di emozioni – ha raccontato Jasmine-. Se ho sentito Sinner dopo l’Australian Open? Penso che ora il suo telefono sia intasato di messaggi! A Jannik vanno fatti solo grandi complimenti, sta facendo cose straordinarie non solo per lo sport italiano ma anche a livello mondiale. E’ un ragazzo fantastico, un’ispirazione: è molto bello averlo in squadra con noi». Poi le impressioni di Berrettini: «Fare il discorso non è stato difficile, ma emozionante. Stanno accadendo tante cose assieme, per me quella più importante è saper ammettere le proprie debolezze e paure. A un certo punto non mi sentivo più un atleta, ma grazie alle persone che mi sono state vicino e alla mia voglia sono tornato. Nel 2024 ho ritrovato il piacere, non il dovere, di giocare». Legatissimo alla maglia azzurra, con l’obiettivo di essere nuovamente protagonista a Bologna alla Final 8 di fine novembre […], Matteo ha chiosato con un pensierino sugli Internazionali d’Italia, «Il torneo che più mi emoziona. Quest’anno intanto spero almeno di esserci, visto che sono tre anni che non lo gioco».
Volandri: E’ sempre un’emozione (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport Stadio)
«Stringere la mano a Mattarella per me è stata una grande emozione. Questa è la mia seconda volta al Quirinale, purtroppo ero impegnato in torneo quando sono stati premiati i medagliati di Parigi, ma non ci si abitua mai a un luogo con questa storia». Lorenzo Musetti, numero 2 d’Italia e 17 del mondo, parla con gli occhi di chi è consapevole del valore di una giornata come quella del Quirinale, frutto della grande conferma del tennis azzurro. Un’abitudine alla quale lo stesso Presidente Mattarella non vorrebbe rinunciare: «In effetti il Presidente ci ha fatto notare i tre gradini della Coppa Davis. Speriamo che, giocando quest’anno in casa a Bologna da favoriti, possa essere già il momento giusto per renderlo di nuovo orgoglioso di noi». Dopo aver iniziato la stagione con il terzo turno agli Australian Open, Musetti non nasconde le proprie ambizioni individuali: «La partita contro Shelton è girata un po’ male. Peccato perché si era aperto il tabellone e avrei potuto raggiungere il quarto di finale contro Sonego. Adesso l’obiettivo che sto rincorrendo è la Top 10 e mi impegnerò per questo». […] Dopo aver celebrato due trionfi, resta altrettanto ambizioso anche il capitano Filippo Volandri: «Il 2025 è iniziato bene con la vittoria di Jannik e la finale di Bolelli e Vavassori. La seconda volta al Quirinale? Un’emozione diversa perché condivisa con le ragazze, in particolare con Tathiana Garbin». Interrogato sulla prossima edizione della Coppa Davis e sulla possibile presenza di Sinner, Volandri invita alla calma: «Manca ancora così tanto che succederanno sicuramente molte cose prima delle Final Eight di Bologna. Sicuramente se abbiamo sentito l’Italia così vicina a Malaga, non posso immaginare cosa accadrà giocando in casa. Intanto Jannik e gli altri ragazzi ce li teniamo ben stretti e ce li godiamo».
Sinner andrà a Sesto per il relax in famiglia. Primo torneo in Qatar (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Un giro in auto per le strade del Principato di Monaco, il suo svago preferito prima della partenza per Sesto, per ritrovare la sua famiglia. Jannik Sinner è rientrato ieri su Nizza dopo la vittoria dell’Australian Open e nei prossimi giorni cercherà di riposare il più possibile. Il numero 1 al mondo si è ritirato dal torneo di Rotterdam della settimana prossima, proprio per recuperare dall’affaticamento psicofisico. Per Jannik non c’è quasi stata sosta tra la fine della stagione passata e l’inizio del 2025. Dopo la settimana di Davis a Malaga ha avuto meno di una settimana di tempo prima di ricominciare il lavoro di preparazione a Dubai. Un blitz a Miami a inizio dicembre a trovare Anna Kalinskaya e poi subito negli Emirati fino alla vigilia di Natale. Sinner ha voluto passare il Natale con la famiglia, poi il viaggio in Australia. Lo stress della sentenza del Tas che arriverà ad aprile, poi, ha sicuramente pesato anche sul fisico del giocatore, che è arrivato alla fine della campagna di Melbourne vincente ma stremato. […] Il bisogno di riposare, di prendere un po’ di tempo per sé e ritrovare gli affetti è stato uno dei discorsi più ricorrenti di Sinner nei giorni stessi dello Slam: «Al ritorno da Melbourne mi servirà qualche giorno di riposo, per staccare anche un po’ dal tennis che è importante. Andrò forse per qualche giorno a casa mia in montagna. Preferisco prendermi un giorno in più di libertà, ma poi tornare al lavoro senza distrazioni. Una volta che si torna ad allenare, esiste solo il lavoro in campo», aveva detto nei giorni di Melbourne. E infatti per almeno una settimana, Sinner non toccherà la racchetta e dovrebbe riprendere gli allenamenti a Montecarlo dal 3 o 4 febbraio in vista dell’impegno con l’Atp 500 di Doha, in Qatar dal 15 febbraio, che precede il doppio impegno dei Masters 1000 americani con Indian Wells e Miami. Sinner poi è atteso a Las Vegas per giocare un’esibizione di lusso l’1 e 2 marzo, prima del Sunshine double. L’altoatesino ha annullato l’impegno di Rotterdam, dove avrebbe dovuto difendere il titolo sul veloce indoor conquistato lo scorso anno. La classifica comunque non è un problema per Sinner, che ha confermato il titolo a Melbourne e ora è in testa al ranking con 11.830 punti, gli stessi con cui era entrato, e ha un vantaggio enorme, di 3695 punti, nei confronti di Zverev, fermo a 8135. Il tedesco ha comunque rosicchiato 500 punti nei confronti di Sinner, visto che nel 2024 Sasha si era fermato in semifinale, battuto in cinque set da Daniil Medvedev. Il vantaggio sul numero 3, Carlos Alcaraz, uscito ai quarti di finale […], rimane invariato a 4120 punti. Con 34 settimane, Jannik Sinner è al adesso è al 17° posto come settimane da numero uno del mondo, dietro Carlos Alcaraz, fermo a 36. Ma è soltanto questione di tempo: l’italiano scavalcherà certamente il rivale spagnolo, e la data è il 17 febbraio, quando per Jannik scatterà la settimana n.37 da re della classifica. […] Ma fin dove può arrivare Jannik? Il bottino di punti del 2024 di Sinner, come sappiamo, è stato enorme, e difenderlo sarà complicato: allo stesso tempo ha un tale vantaggio sugli inseguitori che per dilapidarlo e rischiare di perdere il trono dovrebbe davvero fare disastri. Una volta difesi i 2000 punti degli Australian Open […], da qui ad aprile Sinner ha “soltanto” altri 1500 punti da difendere, ovvero la vittoria di Rotterdam a cui ha rinunciato, e quella di Miami dello scorso anno. L’italiano non avrà nulla da difendere ad Indian Wells, dove gli sono stati tolti i punti della semifinale 2024 a causa della positività al Clostebol. Qualsiasi attacco al n.1 di Sinner, da qui fino almeno al termine del torneo di Miami, è fuori discussione, ma volendo anche proiettarsi più avanti, ovvero alla stagione sulla terra, il primato di Jannik sembra fuori portata, visto che l’azzurro ha molti meno punti da difendere […], rispetto ad Alcaraz e Zverev. I prossimi big a essere superati in classifica saranno dunque Ilie Nastase, rimasto sul trono per 40 settimane, e Sir Andy Murray, che ne ha accumulate 41. La corsa continua.
Djokovic, sostegno pro-bono agli “accusati” di doping (Pietro Corso, Corriere dello Sport Stadio)
Ci sono campioni in grado di dare l’illusione di poter fermare le lancette dell’orologio, spostando costantemente il traguardo un po’ più lontano. L’illusione, appunto, può durare qualche anno, ma la parola fine inesorabilmente arriva. Novak Djokovic, così come i suoi colleghi che compongono i Big Three […] è riuscito a sfidare il tempo e concedersi qualche altra grande soddisfazione tennistica, ma i guai fisici sempre più ricorrenti […] cominciano a preoccupare tifosi e appassionati. Per la prima volta l’ex numero uno del mondo serbo non ha smentito, anzi ha rincarato la dose raccontando un retroscena con il padre Srdjan. «Avverto che la gente già da qualche tempo scrive su di me il “necrologio” tennistico […]. Il primo che ha iniziato a farlo è mio padre. Sta cercando di convincermi a porre fine alla mia carriera. Già da un po’ di tempo vorrebbe che mi ritirassi, anche se non insiste. Capisce e rispetta la mia decisione, ma spesso mi chiede che cos’altro voglio conquistare. Mi è sempre stato vicino, e l’altro giorno mi ha chiesto di cominciare a pensare a come vorrei che tutto questo termini». Fermo ai box per infortunio, Djokovic dedica comunque il suo tempo a temi legati al tennis: l’attuale n.6 ATP ha lanciato attraverso l’associazione per i tennisti da lui fondata […] un programma di difesa pro-bono per i tennisti accusati di doping e corruzione. L’idea nasce con l’obiettivo di permettere a tutti di rispondere legalmente alle accuse ed eliminare le disuguaglianze. La PITPA procederà ad analizzare i casi e affiderà ai tennisti un consulente per consigliare le giuste mosse in un sistema che, secondo il serbo, presenta delle ambiguità. […] Nel frattempo, il bi-campione de gli Australian Open si prepara a tornare a casa. Dopo il rientro a Monte Carlo e la decisione di saltare il torneo dì Rotterdam, Jannik Sinner ha scelto di tornare alcuni giorni a Sesto per ricaricare le batterie insieme alla sua famiglia, alla quale lascerà la coppa appena conquistata a Melbourne. Sembra quasi uno scherzo, invece è tutto vero. A causa del poco spazio nella sua casa monegasca, il numero uno del mondo darà il trofeo a papà Hanspeter e mamma Siglinde. Un regalo che vale quanto un “grazie” e che al tempo stesso permette di concentrarsi già sul prossimo titolo.