ATP Montpellier, Kovacevic sorprende Rublev e trova Aliassime in finale
[2] F. Auger-Aliassime b. J. De Jong 6-4 7-6(4) (a cura di Cipriano Colonna)
Sono servite poco più di due ore di partita a Felix Auger-Aliassime per prendersi la finale all’ATP 250 di Montpellier: la diciassettesima della carriera, la decima indoor, la seconda del 2025 dopo il titolo ad Adelaide.
Una versione decisamente poco brillante del canadese ha rischiato di doversi disimpegnare con la terza e decisiva frazione (cancellati 2 set point sul 5-4), complice il dato per nulla lusinghiero di conversione delle palle break (2/13) e una personalità che continua a latitare quando invece più servirebbe. Esce a testa alta, sconfitto 6-4 7-6(4), l’olandese Jesper De Jong che ha vissuto la settimana migliore della carriera: prima del torneo non aveva mai vinto due partite in uno stesso evento del tour maggiore, con soli due successi all’attivo nei tabelloni principali (entrambi ottenuti a livello Slam, al primo turno dell’Australian Open e del Roland Garros 2024 prima di essere eliminato rispettivamente da Sinner e Alcaraz). Ne se va dalla Francia avendo centrato il primo quarto e la prima semi ATP.
In carriera, prima di questa settimana il nativo di Haarlem aveva vinto appena un unico incontro su 6 disputati contro Top 50: all’esordio Major parigino battendo Draper. Da lunedì si avvicinerà al suo best ranking, di n.°103 ATP, passando dal n.°131 al n°109 della classifica. Jesper non potrà proseguire la sua scia positiva nel ‘500’ di casa a Rotterdam, dato che non gli è stata riservata una wild-card e lo special extempt è andato all’altro semifinalista a sorpresa di Montpellier Kovacevic.
Primo Set: finché il servizio lo sostiene, De Jong tiene il livello di Auger ma non appena cala in battuta Felix scappa via
Durante tutta la settimana francese, Jesper ha mostrato un’aggressività di fondo e una propositività che raramente lo aveva accompagnato in passato. Sta prendendo la rete con una verticalità che poche volte ha innestato nel suo tennis. Ma se nei quarti, pur affrontando un avversario come il connazionale Griekspoor che certamente gli è superiore per pesantezza di palla, non ha dovuto affrontare un avversario in grado di sprigionare solidità ed intensità in maniera continuativa; il rivale odierno ha tutt’altro spessore da questo punto di vista. Il ventiquattrenne olandese, difatti, parte subito con tante difficoltà, immediatamente un turno di servizio ad inaugurare la sfida decisamente complesso per il battitore: De Jong va sotto 0-30 con anche un doppio fallo, ma in qualche modo nella lotta dopo 12 punti ne viene fuori vincente concretizzando la quarta palla game e mettendo a segno già 3 aces.
Anche Felix è costretto a 30 nel suo primo game di battuta, ma seri pericoli per la tenuta dei servizi ancora non si palesano. Entrambi, comunque, appena ne hanno l’occasione vengono avanti a prendersi il punto e lo scambio si sviluppa più o meno sugli stessi dettami: strappare il comando del quindici girandosi con il dritto a sventaglio e manovrare a piacimento verso tutte le direzioni. Il ritmo dei servizi cresce con il passare dei minuti e ambedue non disdegnano la soluzione del serve&volley.
Proprio una prima seguita a rete e pungolata dalla risposta di Felix, nel quinto gioco della partita, apre un’altra crepa nel fondamentale d’inizio gioco orange. Dopodiché, una smorzata terminata in rete e un dritto steccato a cambiare l’inerzia del paleggio confeziono lo 0-40. Il classe 2000 di Haarlem, tuttavia, non ci sta a subire senza reagire: ace, poi un punto rocambolesco con quel pizzico di fortuna che in certe situazioni aiuta e non poco, e prima vincente. Auger-Aliassime con grande costrutto geometrico si procura anche una quarta palla break, ma il n. 131 cancella pure questa chance tramite un coraggioso servizio e volée.
La battuta è finora l’arma in più di De Jong, che con bravura e tre servizi vincenti rimonta dallo 0-40 frantumando quattro diverse opportunità di break al canadese. Nella testa di Auger continua a rimuginare la ghiotta possibilità di scappare via non sfruttata: va in tilt per qualche minuto riaprendo un game in totale controllo, ma ai vantaggi senza concedere reali chances il nativo di Montreal pareggia sul 3-3.
Quando Aliassime riesce ad allungare lo scambio, il tennista di origini togolesi è nettamente superiore di almeno un paio di categorie. Sinora però l’alto rendimento in battuta ha tenuto a galla De Jong, tuttavia il terzo passaggio a vuoto del suo match costa il set all’olandese: paga lo scarso apporto della seconda, 0/5 con 2 doppi falli, e un nuovo 0-40 non è in grado di ribaltarlo. Al sesto break point, Felix trova finalmente il primo strappo del confronto: conferma senza problemi e vola sul 5-3.
Subìto lo scossone emotivo, Jesper cala vistosamente anche nella tenuta fisica dello scambio da fondocampo. Non accade più nulla di agonisticamente rilevante e il semifinalista allo US Open 2021 si porta a casa la frazione: 6-4 in 50 minuti.
Sul 5-4, 30-0 da annotare un piccolo spavento per il tennista dei Tulipani – che ha fatto parte, come n° 3 della squadra, dei Paesi Bassi arrivati in finale di Davis nel 2024 – sulla prima lunga del canadese, decide di improvvisarsi calciatore cercando un improbabile stop di suola e la caviglia destra fa un movimento irregolare. Fortunatamente si è immediatamente rialzato, scongiurando l’infortunio. Alla fine, solo 5 punti di differenza (36 Auger, 31 De Jong) con la performance della seconda di servizio a decretare la vera differenza tra i due: solamente il 22% dei punti per Jesper, 2/9, a fronte del 67% avversario. 8 aces canadesi, 6 quelli olandesi.
Secondo Set: De Jong è in chiara riserva, Auger però non infligge il colpo del KO e ce la fa solo al tie-break
Perso il primo set nel torneo, De Jong accusa ulteriormente il colpo e concede due palle break consecutive ad inizio seconda partita. Ritrovando un isperato apporto della battuta, Jesper risale la corrente ed evita che questo secondo set sia una mera formalità. La qualità di gioco espressa finora da Felix è stata tutto fuorché scintillante, diversi i mini blackout ma il tennis mostrato sta comunque bastando perché dall’altra parte il tennista olandese è in chiara riserva atletica e mentale non abituato a competere ad un certo livello a questo punto dei tornei. Jesper è ormai un pugile “suonato” e moribondo all’angolo, Auger-Aliassime però non sferra ancora il colpo del KO.
Encomiabile l’atteggiamento del ragazzo di Haarlem, che si sta aggrappando alla prima mettendo tutto il proprio cuore dentro la gara per allungarla il più possibile. Anche perché lui è in gran fiducia per i risultati ottenuti in questa sei giorni di Montpellier – e mai raggiunti prima in carriera – e dall’altro lato del campo ad aumentare la sua determinazione nel voler rimanere abbarbicato alla sfida c’è un Felix tutt’altro che inappuntabile. Si spiega così il clamoroso passaggio a vuoto del canadese, che per la prima volta va 0-30 in battuta e si fa strappare il servizio a zero scaricando malamente in corridoio due rovesci in fila colpiti totalmente in modo scomposto. Il tutto era cominciato con vecchi difetti che rimangono sempre tali, è questa la grande differenza tra lui e gli altri campionissimi nati nel nuovo millennio: in Felix non si intravedono costanti tratti di progresso tecnico. Nei momenti cruciali deve sempre colpire una, due, tre sberle di diritto di troppo quando invece potrebbe attaccare la rete molto prima. Per sua fortuna, avanti 3-1 e al servizio per confermare l’allungo Jesper pasticcia: restituisce lo 0-40 e alla terza possibilità, l’ex allievo di Toni Nadal ruggisce con un’ottima ribattuta bimane incrociata. Contro-break Canada vidimato (3-2). Dal break di svantaggio, parziale di 8 punti a 3 per Auger ed equilibrio ristabilito. Nell’ottavo game, altro frangente delicato per Aliassime al servizio: con il 4° doppio fallo si ritrova 30-30, ma il 10° ace lo toglie d’impiccio (4-4).
E’ paradossale, come il canadese nonostante un set di vantaggio e un avversario decisamente più affaticato rispetto ad inizio gara sia molto meno fluido e si irrigidisca più del previsto sentendo eccessiva tensione nei momenti clou. Un ulteriore dato che testimonia la poca brillantezza dell’ex n.°6 ATP è quello relativo alla concretizzazione della palle break: se De Jong ha trasformato l’unica del suo match, Auger-Alissime ne ha sfruttate a malapena 2 sulle 13 avute a disposizione (1/6 nella prima frazione, 1/7 nella seconda). Ne manca un paio anche nel nono gioco del secondo set, permettendo così a Jesper di mantenere il comando.
Se l’olandese è vistosamente sceso a livello di percentuali in battuta, non è da meno neppure Felix che è crollato dal 70% al 50% con la prima ed ha vinto solo 3 punti sulle 10 seconde giocate con 4 doppi falli nel set in questione. Scivolata via l’ennesima serie di occasioni in risposta, al servizio per rimanere nel parziale il canadese avverte la pressione: va sotto 15-40, ma ecco che qui tira fuori gli artigli della personalità, frantuma i 2 set point e si ridà nuova linfa (5-5).
Si giunge così all’epilogo più giusto, il tie-break: è il sesto per Felix nel 2025, i precedenti 5 li ha vinti. Si parte con 3 punti diretti alla battuta, il primo a rompere gli indugi è il canadese con un super passante: 3-1. Jesper nonostante due seconde consecutive rimane quantomeno in scia. Si cambia campo sul 4-2 per Auger che per ora conserva il mini-break di vantaggio, sdraiando un esausto De Jong. Aliassime tenta di rimettere in partita il rivale con un sanguinoso doppio fallo ma c’è subito il contro-mini break: l’olandese sparacchia in lunghezza il diritto in uscita dal servizio dopo una prima sulla riga (5-3).
Pur mettendo di fatto solamente seconde in campo nel tie-break, a parte i primi due servizi, Felix chiude al primo match point sfondando con il suo portentoso dritto. Finisce il torneo, comunque super positivo, di Jesper De Jong. 7-6, 7 punti a 4 in 1h15′ di durata del secondo set.
[1] A. Rublev b. [Q] A. Kovacevic 7-5 6-4
Resta lontano dalla propria miglior versione Andrey Rublev, vittima di un Aleksandar Kovacevic in stato di grazia: vince lo statunitense in un’ora e trentaquattro minuti, 7-5 6-4.
Il moscovita, capace di costruirsi chance in entrambi i parziali, non ha trovato il cinismo sufficiente a far valere il maggior peso di palla, succedendo a un avversario bravissimo a non dargli mai tempo di riflettere.
Per l’americano, partito dalle qualificazioni, è la prima finale ATP della carriera, e già certo di rientrare in top 100: prossimo obiettivo, vincere e migliorare il proprio best ranking, attualmente alla settantacinquesima posizione. Suo avversario sarà Felix Auger Aliassime, in lenta ripresa dopo gli ultimi due complicatissimi anni.
Primo Set: Kovacevic scappa sul 4-1, si fa riprendere ma è più cinico nell’ultimo scatto
(a cura di Cipriano Colonna)
Inizio complicato per Aleksander, che deve annullare due palle break a freddo: in particolare bellissima l’accelerazione monomane in lungolinea con cui frantuma la prima delle due chances offerte ad Andrey. Kovacevic, statunitense ma di origini balcaniche – padre serbo, madre bosniaca – tecnicamente e stilisticamente propone un piano tattico non dissimile da quello mostrato da De Jong, con tuttavia l’evidente differenza che il nativo di New York è molto più muscolare nel suo tennis. Il qualificato americano fa del pressing forsennato da fondocampo la sua cartina tornasole, il tutto sostenuto da una prima robusta. Dal possibile break russo, è invece il moscovita a concedere immediatamente la battuta: problemi con il lancio di palla, seconda troppo morbida e in generale una confusione mentale all’impatto che causa a Rublev una serie di gratuiti pronti via. Dal secondo break point frantumato, è 12 punti a 2 per Kovacevic. Un filotto che certifica il 3-0 per il n° 102 al mondo. Al contrario, il Top Ten russo è estremamente falloso in questo avvio.
Tatticamente per ora, Aleksander non sta minimamente soffrendo la minore capacità di allungo dal lato sinistro riuscendo a non perdere mai campo con lo slice e colpendo al momento opportuno con la sbracciata monomane. In 19 minuti siamo 4-1 Kovacevic, con 11 punti ad 1 sul proprio servizio dalle palle break concesse.
Ma d’altra parte c’è pur sempre un campione ‘1000, ecco che allora Andrey riesce a costruirsi l’opportunità per rientrare nel settimo game: un eccezionale passante lo riporta in carreggiata, contro-break vidimato ai vantaggi che apre una serie di 5 punti consecutivi a marca russa. In pochi minuti è 4-4, tutto da rifare per Kovacevic. Rublev avrebbe anche l’opportunità per breakkare una seconda volta il rivale nel nono gioco e andare a servire per la frazione, ma la prima salva il ventiseienne newyorchese dal dirupo.
E’ come già avvenuto nella prima metà del set, dopo aver visto sfumare l’occasione di consolidare il parziale a suo favore Andrey torna a concedere in battuta complici poche prime ed una costante sofferenza sulla diagonale sinistra. Kovacevic va 0-40 e al secondo set point si prende il set: 7-5 in 47 minuti.
Secondo set: Rublev lotta, ma Kovacevic è ingiocabile
Messo alle strette, il moscovita è ben conscio di quanto sia necessario alzare il livello, nonostante il poco tempo concessogli per ragionare su quanto vada fatto, da un Kovacevic sempre aggressivo. Il braccio della testa di serie numero 1 è in evidente miglioramento già da qualche gioco a questa parte, ma l’americano continua a concedere ben poche occasioni anche nello scambio da fondo, dove la superiorità del russo dovrebbe esser ben più evidente. Nonostante le grandi fatiche e difficoltà del terzo gioco, Kovacevic non molla una palla, mantenendo il vantaggio e insinuando sempre più dubbi nel veloce, ma fragile braccio, del proprio avversario. La tenuta mentale di Andrey, comunque, è in evidente crescita: sempre meno reazioni, maggior continuità e voglia di restare in partita anche quando tutto sembra congiurare contro di lui.
Sulla diagonale di sinistra Rublev continua a soffrire, faticando nel trovare il giusto tempo sulla palla e a far male all’ottimo rendimento a una mano dello statunitense. Sopra 40-15, il russo va in confusione: il doppio fallo e un brutto dritto in corridoio lo condannano alle paure della parità. I due punti successivi di Kovacevic, però, consentono al suo avversario di issarsi sul tre pari senza spendere ulteriori energie, e anzi guadagnandone voglia di continuare a crederci. Ogni punto divien sempre più pesante, ogni colpo cresce d’importanza di minuto in minuto: il numero 102 del mondo continua a mantenere un livello altissimo, rendendo sempre più duro il match del grande favorito. Prima o poi, però, il calo era naturale arrivasse: sopra di due quindici, Kovacevic avverte il peso del momento, perde aggressività nello scambio e concede la prima palla break del suo secondo set. Ottimo servizio, ancora una volta al centro. Il russo prova a esser paziente, attende la miglior palla per spingere e cercare il vincente: l’americano, però, tira al centro anche la seconda, e spegne ogni speranza, issandosi sul cinque a quattro.
Dalla racchetta di Andrey, improvvisamente, sparisce la prima: una seconda interlocutoria non è sufficiente, Kovacevic ne assume immediatamente il controllo e con un doppio fallo arriva ai primi due matchpoint. Rublev annulla il primo con un ace, ma la successiva risposta segna la fine del match e la prima finale ATP di Aleksandar Kovacevic.