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Coppa Davis: Bergs mette k.o Garin (letteralmente) e dà la vittoria al Belgio

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BELGIO b. CILE 3-1
Z. Bergs (BEL) b. T. Barrios Vera (CHI) 6-4 6-3
C. Garin (CHI) b. A. Blockx (BEL) 7-6(6) 6-1
S. Gille / J. Vliegen (BEL) b. N. Jarry / T. Barrios Vera (CHI) 6-3 3-6 6-3
Z. Bergs (BEL) b. C. Garin (CHI) 6-3 4-6 7-5

I tie di Coppa Davis “casa o trasferta” offrono sempre qualcosa di più, nel bene e nel male. Nell’ambiente sterile del palasport di Malaga, non ci sarebbe mai stata la drammatica disfatta di Maceió del 1992. E non (solo) perché sono due città diverse.

Sabato, tra Francia e Brasile, l’atmosfera è stata particolarmente calda per tutta la giornata, ma la temperatura ha raggiunto l’apice nel finale del secondo match, quello tra Fils e Thiago Seyboth Wild, con tanto di rischio di passaggio alle vie di fatto al momento della stretta di mano. Nulla però al confronto di quello che è accaduto domenica alla Sporthal Alverberg di Hasselt nella sfida tra i padroni di casa del Belgio di Steve “lo Squalo” Darcis, e il Cile di Nicolas “el Vampiro” Massú. Soprannomi che sembrano tutto un programma, ma in realtà nulla hanno a che fare con quanto successo.

Dopo i due singolari di sabato, una vittoria per parte, le squadre tornano in campo per il doppio con il successo in tre set della collaudata coppia formata da Sander Gille e Joran Vliegen su Tomas Barrios Vera e Nicolas Jarry, lasciato in panchina nel singolare a causa dei postumi di un’infezione virale. Decisivo il break subito a zero proprio da Nico al sesto game del terzo parziale.
Sul 2-1 per il Belgio, si affrontano i numeri 1 delle rispettive nazionali, il n. 60 Zizou Bergs e il n. 133 (ex top 20) Cristian Garin, i vincitori del sabato. Bergs fa suo il primo set, recupera e sorpassa nel secondo andando 4-3 e servizio ma subisce il rientro dell’avversario che piazza il 6-4. Andamento regolare nella terza frazione, neanche una palla break concessa, fino all’undicesimo gioco quando Zizou strappa la battuta cilena. In preda all’entusiasmo per trovarsi a un game di servizio dal regalare alla propria squadra il passaggio del turno, Bergs corre veloce verso la propria panchina travolgendo Garin – precisamente, lo centra allo zigomo con la spalla e Cristian finisce a terra. Ecco le immagini:

Secondo il Cile, la condotta di Bergs è stata intenzionale e andrebbe squalificato, mentre l’arbitro si limita a sanzionarlo con un warning per condotta antisportiva. Non possiamo sapere quanto male abbia effettivamente fatto a Garin, certo è stata una bella botta e, cosa più importante, il cileno, che ha ricevuto un trattamento medico, dice che non può proseguire. Naturalmente arriva in campo il giudice arbitro, Carlos Ramos, che non prende ulteriori provvedimenti verso Bergs; così, dopo lunghe discussioni, l’arbitro annuncia “let’s play”. Con lo zigomo arrossato, Garin (diciamo pure il Cile) non è assolutamente dell’idea di tornare a giocare. “Non torno in campo perché non avete le p*** per squalificarlo, ma volete farlo con me” pare abbia detto al team arbitrale stando a quanto riporta ESPN Deportes. Va da sé che dalla sedia vengono annunciati prima il warning, poi – trascorso inutilmente altro tempo – il punto di penalità, quindi si ripartirebbe da Bergs al servizio sul 15-0. Ricordiamo che il rifiuto di riprendere a giocare è punito con la scaletta delle sanzioni previste dal Codice di comportamento, non quella delle violazioni di tempo. Ciò significa che dopo il point penalty ci sarebbe il game penalty (gioco all’avversario). Condizionale non necessario perché Cristian ha già riposto la racchetta nella borsa e l’arbitro annuncia la nuova violazione, la sanzione e il punteggio: 7-5 Belgio che significa gioco, partita, incontro, tie e passaggio del turno.

Sempre secondo ESPN Deportes, medico della squadra cilena, il dottor Alejandro Orizola, ha dichiarato che “Garin ha ricevuto un forte colpo al bulbo, motivo per cui è caduto e ha sbattuto la testa. Questo gli ha provicato infiammazione, difficoltà alla vista, nausea e un forte mal di testa, anche se non hai mai perso conoscenza. Garin non era in condizioni di continuare a giocare”.

Anche se qualche media sudamericano e lo stesso Comitato Olimpico Cileno parlano di “aggressione” da parte di Bergs, vediamo di chiarire il concetto di volontarietà in questi casi. L’esempio più semplice è quello che vide protagonista Denis Shapovalov in un match di Coppa Davis ormai otto anni fa: in uno scatto d’ira per aver concesso il break all’avversario, colpì violentemente la palla centrando in faccia (allo zigomo…) l’arbitro di sedia: squalifica immediata. Chiaramente, Shapo non aveva intenzione di fare male all’arbitro né a nessun altro, ma mise volontariamente in atto un comportamento pericoloso che ebbe delle conseguenze non imprevedibili.

Per Zizou non si trattava di rabbia, anzi il contrario, ma ha tirato dritto incurante dell’avversario. Diversi episodi recenti nel circuito, hanno mostrato l’arbitro andare a sincerarsi delle condizioni dello spettatore, giudice di linea o raccattapalle colpito dal tennista furioso di turno: se non si è fatto niente, normale sanzione per comportamento antisportivo (quindi warning se è la prima violazione, punto perso se è la seconda, eccetera), mentre viene inflitta la squalifica se gli ha fatto particolarmente male (dove sarà il limite?).
Ecco il comunicato ufficiale del Comitato Olimpico Cileno, lo zigomo di Garin e la scena da un’altra angolazione:

“Il Comitato Olimpico Cileno vuole esprimere il suo fastidio e la sua incredulità per quanto accaduto oggi nel tie di Coppa Davis tra Belgio e Cile, dove il nostro tennista Cristian Garin è stato aggredito dal giocatore Zizou Bergs durante un cambio di campo, situazione che gli ha causato un serie di conseguenze fisiche, certificate sul campo dal medico capo della delegazione e direttore del COCH, dottor Alejandro Orizola.
Abbiamo espresso alla Federazione cilena di tennis tutta la nostra collaborazione affinché si rivolga alle autorità competenti perché questo deplorevole imbarazzo internazionale non rimanga senza sanzione.
Siamo vicini al giocatore Cristian Garin, al capitano Nicolas Massú e a tutta la squadra cilena di Coppa Davis in questa ingiustizia.”




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