Ancora sull’Australian Open donne: conferme e delusioni
Dopo la trasferta australiana di gennaio, il circuito WTA si sta spostando nella penisola araba. Questa settimana si disputa il WTA 500 di Abu Dhabi (prime teste di serie Rybakina e Badosa), poi arriveranno i due eventi più importanti: il WTA 1000 di Doha (dal 9 febbraio) e il WTA 1000 di Dubai (dal 16 febbraio). Vediamo a che punto sono le prime teste di serie riconsiderando le loro prestazioni all’ultimo Australian Open. Segnalo che in questo articolo non si parlerà di Madison Keys, a cui ho dedicato l’articolo uscito la scorsa settimana (vedi QUI).
L’ordine con il quale troverete le giocatrici corrisponde alla mia personalissima valutazione critica: dalla più deludente, Zheng Qinwen, a chi ha offerto il tennis migliore (Keys, a parte, come detto).
Zheng Qinwen
Alla vigilia dello Slam c’erano molti dubbi sulla condizione di Zheng Qinwen. Dopo il successo sfiorato alle WTA Finals di novembre 2024, Zheng si era presentata a Melbourne senza disputare tornei di preparazione: zero partite ufficiali nelle gambe. Nel frattempo aveva anche dichiarato di avere bisogno di riposo dopo le fatiche del 2024, stagione che nel suo caso aveva avuto il picco nella vittoria olimpica a Parigi nel mese di agosto.
In sostanza c’era la sensazione che se per Zheng l’offseason fosse durata di più, sarebbe stato meglio. E le partite di Melbourne lo hanno confermato: superato il primo turno contro la qualificata Todoni, a sconfiggerla al secondo turno è stata una ispiratissima Laura Siegemund. Di fronte al tennis a tutto campo di Siegemund, capace di variare i tempi di gioco come poche, Qinwen è andata in difficoltà e ha perso il bandolo della matassa. E così in diverse fasi del match è emerso il notevole scarto di esperienza tra le due contendenti (Siegemund 36 anni, Zheng 22 anni); sia in termini di conoscenza tennistica che di accortezza tattica. Qinwen ha finito per perdere in due set: 7-6(3) 6-3.
Ricordo che Zheng a Melbourne difendeva la finale 2024 (sconfitta da Sabalenka); quindi l’eliminazione le è costata parecchi punti, e una inevitabile discesa nel ranking: dalla posizione 5 alla posizione 8. Vedremo se le ulteriori settimane trascorse dalla trasferta australiana sono bastate per ricaricare le pile, e tornare ai livelli che l’hanno proiettata in Top 10.
Jessica Pegula
Se Zheng è uscita al secondo turno, Jessica Pegula (testa di serie numero 7) ha resistito un match in più: è stata eliminata al terzo da Olga Danilovic (n.55). Dopo le cattive WTA Finals di fine 2024, Pegula sembrava essere risalita a buoni livelli nel torneo di preparazione di Adelaide: aveva raggiunto la finale, sconfitta soltanto da chi avrebbe poi vinto anche lo Slam, cioè Madison Keys.
Invece ha particolarmente sofferto le condizioni di gioco lente del turno serale. Nelle dichiarazioni post match, Jessica ha detto: “Le condizioni in campo erano molto lente. Sembrava più lento di un campo in terra battuta. Le palle erano veramente pesanti e questo credo l’abbia favorita, soprattutto con il suo dritto mancino, che è un po’ troppo veloce per il mio rovescio. Questo non sembra nemmeno lo stesso torneo del mio primo turno giocato sulla John Cain Arena durante il giorno. Giocarci di giorno e poi giocare lì dentro di notte non è nemmeno lontanamente lo stesso”.
Sono convinto che Jessica non abbia introdotto a caso il paragone tra superfici “il campo sembrava più lento di uno in terra battuta”, visto che Danilovic in carriera ha sempre raccolto i migliori risultati proprio sulla terra. A conti fatti non è stato un grande Australian Open per Pegula, che se non altro può consolarsi perché non ha subito contraccolpi di classifica, visto che rispetto alla edizione 2024 ha addirittura migliorato il risultato: dodici mesi fa era stata eliminata al secondo turno da Clara Burel.
Jasmine Paolini
È un discorso che ormai è già stato affrontato molte volte: per Jasmine Paolini la stagione 2025 si annuncia molto impegnativa sul piano mentale, perché a ogni torneo dovrà affrontare il paragone con il 2024 e gli straordinari risultati raggiunti. Lo scorso anno a Melbourne si era presentata da testa di serie numero 26 e si era spinta sino al quarto turno (sconfitta da Kalinskaya). Questa volta era testa di serie numero 4 e si è fermata un turno prima, sconfitta da Elina Svitolina. Sul piano puramente numerico, un bilancio leggermente peggiore.
L’aspetto meno positivo del suo Slam australiano è stato lo 0-6 nel terzo set contro Svitolina (2-6 6-4 6-0). Dopo due set giocati con intensità, anche se dall’esito opposto, a mio avviso nel finale Jasmine ha faticato a reggere soprattutto sul piano psicologico. Forse per la prima volta da quando è salita di status, lo stress ha finito per sopraffarla. In un certo senso è come se avesse alzato bandiera bianca: perso per perso, non valeva più la pena di combattere; e così tanti punti sono scivolati via per la troppa fretta.
Tutti sappiamo, Paolini per prima, che “nel tennis la partita non è mai finita fino a che non è davvero finita”, e che le rimonte non sono mai impossibili: ma per certi recuperi prodigiosi occorre avere una riserva di energie agonistiche che probabilmente in Australia Jasmine non possedeva.
a pagina 2: Gauff, Rybakina e Navarro