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Sabalenka distrugge la pallina in venticinque minuti e lancia la polemica: “Differenza pazzesca”

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Spacchettare un nuovo tubo di palline è spesso il momento più confortante e soddisfacente dei tennisti amatori, consci del fatto che potranno usufruirne per due o tre partite, godendo di un fantastico rimbalzo. La situazione per i professionisti invece…è parecchio diversa (e complicata). Negli ultimi tempi, è nata una combutta sulla “questione palline” generando pareri discordanti, tra chi le ama (pochi) e chi le odia. L’ultima protesta-polemica è stata lanciata proprio dalla numero uno del mondo WTA, Aryna Sabalenka, nota per essere una giocatrici parecchio potente. In un tweet, la tennista bielorussa mostra un semplice confronto tra una pallina nuova ed una utilizzata per un sessione d’allenamento di circa 25 minuti, più usurata del previsto. “Differenza pazzesca”, aggiunge, nel suo tweet, Aryna.

Nel corso del Rotterdam Open, in Olanda, i primi della classe si sono esposti sul suddetto tema, che oltre ad essere legato all’aspetto prettamente tennistico, verte anche sulla sfera fisica, e dunque degli infortuni. A “lamentarsene” è stato proprio il fenomeno spagnolo, ex numero uno del mondo, Carlitos Alcaraz, che ha specificato il problema legato al continuo cambio di palline utilizzate nei vari tornei: “Ogni settimana abbiamo palline diverse, condizioni differenti, è difficile adattarsi. Nuove palle, tutto sembra andare molto veloce e dopo due o tre scambi, la palla diventa molto grande ed è complicato riuscire a giocare in modo aggressivo”. Stessa scuola di pensiero per il russo Daniil Medvedev, che in un’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di Ubitennis.net, ha dichiarato: Ci sono palle lente e campi lenti. Sto cercando di fare il massimo e di star giocando bene nonostante questi campi e queste palline”, ribadisce Daniil.

Chi invece ne ha giovato è Andrey Rublev – sconfitto da Hubi Hurkacz ai quarti – che, al contrario dei colleghi, pare abbia apprezzato il comportamento delle palline in quel di Rotterdam: “Ci sono tantissimi scambi a causa delle palline più grandi, il che era diventato abbastanza insolito negli ultimi due anni, perché nella maggior parte dei tornei ci sono pochi scambi, e adesso sembra di tornare a sei-sette anni fa, si può difendere in profondità e cambiare direzione. Crei di più, cerchi di pensare a cosa fare, come aprire il campo per avere una soluzione più facile per attaccare“.




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