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ATP Rotterdam, Bolelli e Vavassori: “Il doppio deve essere come un aperitivo, prima della cena”

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Da Rotterdam, il nostro inviato

A Rotterdam è da poco passata la mezzanotte quando Simone Bolelli e Andrea Vavassori chiudono con un doppio 7-6 l’ostica sfida in semifinale contro la (piuttosto nuova) coppia britannica Clash/Glasspool. Una partita – l’ennesima – di grande carattere per i due azzurri, bravi ad annullare tutte le tre palle break concesse nel primo set e a non demordere dopo il match point mancato sul 6-5 nel secondo (e lo 0-40 non sfruttato sul 4-3, sempre nel secondo, che li avrebbe mandati a servire per il match). Quando si arriva al tie-break, però, l’epilogo è sempre lo stesso: nel 2025 Simone e Andrea ne hanno giocati 15, vincendone 14 (l’unico perso quello del secondo set della finale dell’Australian Open contro Heliovaara/Patten). “Il tie-break è il nostro territorio, quando entriamo in quella zona di punteggio abbiamo una sicurezza in più, ne abbiamo vinti veramente tanti – racconta Bolelli -. Nel doppio, soprattutto indoor, se ne giocano veramente tantissimi. Più ne giochiamo, più ci abituiamo e ovviamente più ne vinciamo e meglio è!”.

Il vero punto di discussione con la coppia italiana, davvero sempre disponibile anche a tarda ora, è inevitabilmente legato all’orario di gioco. Tra poche ore infatti, alle 13, Bolelli e Vavassori dovranno tornare in campo per la finale contro Gille/Zielinski, che (sempre in due tie-break) avevano eliminato nel primo pomeriggio di sabato i n. 1 del seeding Arevalo/Pavic. Una differenza di ore di recupero non indifferente, anche perché gli azzurri non saranno andati a letto prima delle 2.30/3 per poi svegliarsi al massimo alle 9. “Arriveremo al circolo verso le 10, ci scalderemo per le 11, mangeremo qualcosa e poi giocheremo la finale: non abbiamo molte alternative – spiega Bolelli -. Purtroppo questi sono orari senza senso: ci sono state tre ore di buco tra le due semifinali di singolare, lo spazio per mettere dentro un doppio c’era. Finire così tardi un doppio per poi rigiocare presto il giorno dopo non ha molto senso.

Ecco dunque che, a questo punto, si arriva al nocciolo della questione: il doppio come aperitivo. Una proposta sicuramente interessante quella di Andrea Vavassori – un po’ come già accade alle ATP Finals – cioè quella di far giocare sempre il doppio prima del singolare. “Non è accettabile giocare una semifinale così tardi e poi avere una finale alle 13 il giorno dopo. Secondo me il doppio dovrebbe essere come un aperitivo: è una cosa che stiamo cercando di caldeggiare – spiega il torinese -. Poi dopo vai a cena, che fuor di metafora sarebbe il singolare. Lo schema in questi casi dovrebbe essere doppio-singolo, doppio-singolo, come a Torino. Mettendo il doppio prima la gente magari viene e si ferma di più, anche per il singolo. Lo stadio si riempie e si vede comunque una partita spettacolare, soprattutto nelle fasi finali dove si possono vedere tanti tie-break”.

Un problema, questo, purtroppo molto frequente nel circuito. L’ultima prova la si è avuta poche settimane fa a Melbourne: “Anche all’Australian Open ci siamo lamentati, è due anni che giochiamo una finale Slam senza pubblico ed è un peccato, è una cornice che non lo merita. Poi a Melbourne la finale è stata spettacolare, l’avessimo giocata alle 17 sarebbe stato sicuramente diverso – dicono Simone e Andrea -. Farci sentire sempre di più è l’unico modo per poter cambiare le cose, magari non subito ma nel giro di un paio d’anni. Craig Tiley (direttore dell’Australian Open e CEO di Tennis Australia, ndr) si è dimostrato molto aperto al dialogo, è una persona disponibile e questo è un buon segnale, parleremo con lui anche a Indian Wells”.

Anche perché sabato sera, nonostante la tarda ora, molta gente è rimasta sul Centrale di Rotterdam a godersi lo spettacolo. “Siamo contenti perché tante persone sono rimaste a vedere la partita, pensavamo ci fosse meno gente a quell’ora – dice Wave -. Abbiamo sentito molto il tifo italiano, questo ci fa notare che si sta iniziando a seguire con costanza anche il doppio e che stiamo portando nuovi fan. Ne siamo molto orgogliosi.

Tornando al campo, contro Gille/Zielinski – una delle tante nuove coppie formatesi in questa stagione – Bolelli e Vavassori andranno a caccia del loro quinto titolo di coppia, il terzo a livello ‘500’ dopo Halle e Pechino. “Hanno vinto due belle partite, li conosciamo abbastanza bene ma li studieremo comunque. Il servizio resterà il colpo fondamentale, ma noi stiamo servendo bene, siamo aggressivi e stiamo variando un pochino di più il gioco. Sarà una partita abbastanza simile alla semifinale, che si deciderà su pochi punti”.




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