Della Tommasina e Marini (team Bolelli e Vavassori): “Lo Slam non deve diventare un’ossessione”
Simone Bolelli ed Andrea Vavassori sono reduci dal loro secondo titolo stagionale – su tre tornei disputati – all’ABN AMRO Open 2025 di Rotterdam. Qui hanno infatti sconfitto il belga Sander Gillé ed il polacco Jan Zielinski 6-2 4-6 10-6, arrivando a quota 13 successi in stagione su 14 incontri giocati. Di fatto hanno perso solamente la finale dell’Australian Open 2025. Il nostro Giovanni Pelazzo, inviato in loco, ha intervistato Marcello Marini, il loro fisioterapista, e Davide Della Tommasina, allenatore in seconda di entrambi alle spalle dei primi coach. Ecco, dunque, le loro parole.
Giovanni Pelazzo: Come scegliete l’alternanza per i tornei?
Davide Della Tommasina: “Davide Vavassori è colui che prende le decisioni ed è quello che guida il team. Noi ci rifacciamo sempre a lui per scelte e decisioni. Noi siamo un gruppo molto unito e io l’ho sempre detto da quando sono dentro. Da quando vincevamo i primi Challenger è come stare in una famiglia. Ogni tanto ci sono delle divergenze, ma vengono sempre risolte perché Davide è una persona incredibile, che ha la capacità di tenerti sotto pressione, ma anche di sapere bene chi ha di fianco. Tutti i complimenti vanno innanzitutto alla famiglia di Andrea che ha avuto la lungimiranza di scegliere persone ottime come il fisioterapista n° 1″.
D: È stata dura rimetterli in piedi dopo le fatiche della semifinale?
Marcello Marini: “Più che altro ieri abbiamo finito veramente tardi. Tra una cosa e l’altra siamo andati a dormire che erano quasi le 3. Sono ragazzi molto predisposti, ascoltano tanto. Abbiamo fatto il possibile per farli recuperare, con il preparatore Alessandro Contadin ci confrontiamo spesso su quali possano essere i piani di recupero. Abbiamo lavorato di team anche a distanza che è la cosa importante”.
Davide Della Tommasina: “La cosa buona è stata giocare quasi subito da un certo punto di vista. Se avessero avuto di nuovo tutta la giornata sarebbe stato peggio, perché così sono andati in campo con l’adrenalina che avevano già dal giorno prima”.
Giovanni Pelazzo: Ve li aspettavate questi risultati? Hanno perso solo una partita da inizio anno…
Marcello Marini: “Andrea secondo me si circonda di persone positive o comunque giuste e io sono contento di farne parte. Ed è una cosa che ti aiuta a raggiungere certi risultati”.
Davide Della Tommasina: “Merito ovviamente del lavoro generale che viene svolto. Non era pensabile aspettarsi una partenza del genere, ma quando tutti mi parlavano dei tanti punti da difendere e da confermare, io dicevo ‘E se dovessero fare ancora meglio?’. Così è stato, hanno iniziato meglio, c’è da proseguire su questa falsariga. Lo slam non deve diventare un’ossessione. Quello che ripeto sempre ad Andrea è che le finali le perde solo chi le gioca. È una frase banale che si usa spesso. Uno lo ha già vinto, molti non ci pensano ma rimane sempre uno Slam. Arriverà anche in doppio con Simone“.
Giovanni Pelazzo: Dov’è meno difficile poter arrivare?
Davide Della Tommasina: “Io ho avuto poche opportunità di essere agli Slam, solo una volta allo US Open. Ma da quello che ho potuto vedere anche nelle settimane lunghe dei Masters 1000 è veramente che certe volte ti si allineano le stelle, come quello che è successo ad Heliovaara e Patten lo scorso anno. Sono arrivati da semi sconosciuti e hanno vinto, annullando match point. Se ad Andrea fossero entrate due palle in più in finale a Melbourne probabilmente avrebbero già alzato la coppa anche lì”.
Giovanni Pelazzo: C’è una qualità loro che vi stupisce?
Marcello Marini: “Per come sono fatto io, che sono una persona che tiene tanto al rapporto umano, vedo che c’è tanta affinità in quel senso. Sono due persone umili, ci si vuole bene. Siamo felici di essere dove siamo e con chi siamo”.
Davide Della Tommasina: “Quello che ci contraddistingue è che siamo molto sereni fuori dal campo, ridiamo e lavoriamo tanto, ma siamo tutti sereni e siamo felici di essere dove siamo”.