Jannik Sinner sulla squalifica della WADA: “Questo caso mi perseguitava da quasi un anno”
Dopo l’annuncio shock dell’ultima ora, che ha ufficializzato la squalifica di Jannik Sinner per ben 3 mesi (con termine previsto per il 4 maggio), giungono maggiori dettagli sul patteggiamento avvenuto tra il numero uno del mondo e la WADA.
L’azzurro ha infatti accettato i tre mesi di squalifica riconoscendo gli errori commessi dal suo team e la sua parziale responsabilità nella dinamica del “Caso Clostebol”. Si ribadisce dalla World Anti-Doping Agency che Sinner non aveva alcuna intenzione e non ha tratto alcun vantaggio competitivo dai due test positivi per tracce minime di clostebol rilevate nel suo organismo, dunque, la sospensione trimestrale dell’altoatesino fa leva sulla tanto discussa “negligenza”.
“Questo caso mi perseguitava da quasi un anno, il processo era ancora lungo e la decisione sarebbe stata presa forse solo alla fine dell’anno – ha commentato Sinner -. Ho sempre accettato di essere responsabile della mia squadra e mi rendo conto che le severe regole della WADA sono un’importante protezione per lo sport che amo. Su questa base ho accettato l’offerta della WADA di risolvere questo procedimento sulla base di una sanzione di tre mesi“.
Alle parole del numero uno azzurro, si sono succedute quelle dell’avvocato Jamie Singer, che ha dichiarato: “Sono lieto che Jannik possa finalmente lasciarsi alle spalle questa straziante esperienza. La WADA ha ha confermato i fatti accertati dal Tribunale indipendente. È chiaro che Jannik non aveva alcuna intenzione, nessuna conoscenza e non ha ottenuto alcun vantaggio competitivo. Purtroppo, gli errori commessi dai membri della sua squadra hanno portato a questa situazione”.