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Rassegna stampa – Sinner patteggia 3 mesi

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Sinner, arrivederci a Roma (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

La parola fine sul caso Clostebol arriva alle 10.27 di ieri mattina insieme al comunicato dell`Agenzia Mondiale Antidoping: «La Wada ha raggiunto un accordo per la risoluzione del caso Jannik Sinner». Niente Pasqua col Tas, dunque, nessun rischio di un anno o due di sospensione per negligenza come richiesto dalla Wada, ma un patteggiamento che porta a tre mesi di sospensione per il numero 1 al mondo: dal 9 febbraio all`8 maggio, ma con lo sconto dei quattro giorni di sospensione provvisoria già scontati durante la prima inchiesta, Jannik sarà libero di giocare già dal 4 (e di allenarsi dal 13 aprile) e quindi anche di partecipare agli Internazionali d`Italia, primo appuntamento, dal 7. Sinner era stato trovato positivo allo steroide durante un controllo delle urine a Indian Wells nel 2024. Una contaminazione involontaria, causata da due membri del team. Umberto Ferrara, l`allora preparatore atletico dell`altoatesino, aveva dato al fisioterapista Giacomo Naldi uno spray cicatrizzante che conteneva la sostanza proibita passata nel corpo del giocatore attraverso i trattamenti. Dopo un`indagine durata sei mesi, la International Tennis Integrity Union, che si era rivolta al tribunale indipendente Sports Resolutions, aveva decretato l’assoluzione di Sinner senza “colpa o negligenza”. L`appello annunciato dalla Wada il 28 settembre aveva rimesso tutto in gioco: non era in discussione la buona fede di Jannik ma la mancata vigilanza sul suo team, e per questo secondo l`agenzia antidoping il giocatore avrebbe meritato da uno a due anni di qualifica. Ora Sinner è atteso da tre mesi di purgatorio prima di approdare nel paradiso della terra rossa, al Foro Italico, dove lo scorso anno era atteso ma non aveva potuto giocare a causa del problema all`anca che lo aveva frenato a Madrid. Roma lo aspetta come il figliol prodigo, il posto migliore per rientrare, tra il suo pubblico pronto a spingerlo verso i prossimi trionfi. Ora Sinner si è tolto un peso, quel pensiero che restava sempre lì «in un angolo della mente» come aveva detto più di una volta, finalmente non tormenterà più. E forse si toglierà quello sguardo un po` perso nel vuoto con cui sempre più spesso si presentava agli impegni con i media, dopo aver vinto l`ennesimo match. Perché una cosa non ha mai smesso di fare Sinner, vincere. Come ha detto Cahill, Jannik ha eletto le righe del campo come il suo posto sicuro, il team come una famiglia, sempre
pronto a difenderlo, a comprenderlo e a strappargli una risata con qualche giochino improvvisato. Anche grazie a questo gruppo granitico Jannik è riuscito ad arrampicarsi al numero 1 del mondo. […] «Questo caso mi perseguitava ormai da quasi un anno, il processo era ancora lungo e la decisione sarebbe stata presa forse solo alla fine dell`anno – ha dichiarato il numero 1 al mondo nel comunicato diffuso dal suo management -. Ho sempre riconosciuto di essere responsabile per la mia squadra e mi rendo conto che le rigide regole della Wada sono una protezione importante per lo sport che amo. Su questa base ho accettato l`offerta di risolvere questo procedimento con una sanzione di 3 mesi». […] Si chiude un capitolo doloroso, inizia una nuova storia tutta da scrivere.

Il silenzio dell’innocente (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

L’agente della dogana che controlla i passaporti, quando si imbatte negli italiani appena atterrati da Milano, ripete in continuazione le stesse due parole, aumentando il tono di voce ad ogni passaggio: «Bravo Sinner!». La fama del più forte giocatore del mondo aleggia pure tra le pareti neutre di un ufficio governativo all`aeroporto, soprattutto adesso che Jannik ha scelto di giocare a Doha per la prima volta in carriera, il premio extra che il torneo si è regalato per festeggiare il salto di categoria ottenuto proprio quest`anno, da Atp 250 a 500. E invece l`insolita pioggerella che ha accolto la città al risveglio è solo il preludio di una giornata surreale, in cui lo scorrere del tempo sembra d`improvviso interrompersi, come se la squalifica per tre mesi del numero uno del mondo, che chiude una volta per tutte l`angosciosa vicenda dell`assunzione del Clostebol, fosse un avvenimento accaduto chissà dove, ma di certo non qui. […] Ieri a Doha doveva essere il giorno della prima conferenza stampa ufficiale di Sinner dopo il trionfo agli Australian Open. Aveva scelto di ripartire da un appuntamento mai affrontato prima in carriera, ma perfettamente incastrato tra le fatiche vincenti di Melbourne e l`inizio, nella prima settimana di marzo, dello swing sul cemento americano, con la rivincita da prendersi a Indian Wells (dove un anno fa venne testato positivo per la prima volta) e il titolo da difendere a Miami. Orario previsto dell`incontro con i giornalisti, le 14.30 locali, mezzogiorno e mezzo in Italia. In vista del ritorno in campo per inseguire un nuovo trionfo e proseguire la striscia vincente di 21 match di fila, Jan non aveva lasciato nulla al caso: era arrivato in Qatar lunedì sera e da martedì si era allenato con grande intensità sotto lo sguardo sempre attento e indagatore dei minimi dettagli di coach Vagnozzi, del preparatore Panichi e del fisioterapista Badio: il team quasi al completo, a confermare l`importanza conferita all`evento. In particolare, giovedì non si era risparmiato contro l`amico Draper, e venerdì mattina si era presentato al circolo per quella che adesso rimarrà l`ultima sessione di preparazione prima del 13 aprile, quando potrà tornare ad allenarsi. Non erano mancati neppure divertenti intermezzi con i tifosi, che anche qui lo hanno accolto con grandissimo affetto, in particolare un siparietto con un piccolo fan che ha voluto a tutti i costi un autografo per rendere invidioso il fratello, appassionato di Alcaraz. Insomma, il solito Sinner, concentratissimo sul lavoro e sempre disponibile con tutti nella sua quotidianità di campione. Perciò, i minuti che scorrono in sala stampa in attesa della sua apparizione sembrano appartenere ai consueti, piccoli ritardi organizzativi. E invece, con la forza dirompente di una tempesta, al posto del numero uno della classifica arriva il comunicato della squalifica. […] Jannik è ancora a Doha quando il mondo viene a sapere dell`accordo con la Wada, rintanato in hotel con il cellulare spento, il suo e quello di chi lo ha accompagnato nel viaggio: il solo commento ufficiale è affidato a un comunicato. Rimarrà in stanza almeno fino a sera, e il fatto che non abbia lasciato il Qatar prima dell`annuncio potrebbe significare che i tempi hanno colto di sorpresa pure lui. […] Ora Alcaraz sarà prima testa di serie nel torneo, mentre Sinner in queste ore sta rientrando a Montecarlo, probabilmente con un volo privato per evitare qualunque imprevisto e garantirsi la massima riservatezza. Dopo l`inevitabile e comprensibile scoramento iniziale, magari mitigato dall`affetto e dal calore dei genitori e del fratello che potrebbe raggiungere a Sesto, verranno i giorni della decisioni da prendere: Jannik fino al 13 aprile potrà tenersi in forma solo su campi privati e senza contatti con altri tesserati, perciò dovrà trovare strutture e sparring idonei. Sembra quasi uno scherzo del destino che la fine dell`ostracismo, almeno per quanto riguarda la preparazione, coincida proprio con il giorno della finale del torneo di Montecarlo, sui campi di quel Country Club che è la sua casa quando non è in giro per il mondo e si deve allenare. Prima della decisione di ieri, Sinner aveva inserito all`ultimo nel suo programma proprio l`appuntamento del Principato: bando alla tristezza, arriveranno i giorni del riscatto.

Stop da Grande Slam (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Condannato per non aver commesso il fatto. Ma libero! Finalmente libero di godere appieno ciò che più gli piace, giocare a tennis, e se possibile giocare per vincere. Libero anche di impiparsi dell`ultima rimanenza di perfidia che potrà somministrargli Kyrgios il più autentico interprete, nel tennis, di una visione del mondo “down under”, a testa in giù, nelle sue sempre più livide estemazioni. “Giustizia l`è morta” twitta l`australotennista, ben sapendo che il suo primario divertimento – l`attacco al Grande Peccatore italiano – potrà durare ancora per poco, e lui dovrà cercare in fretta altri bersagli per proseguire la strenua caccia ai “like”. Jannik si affranca da tutto ciò, favorendo un colpo di spugna che spazza con una sola passata malpensanti e malelingue, accusatori incapaci di capire che cosa stanno blaterando e annebbiati difensori dei diritti sbagliati, quelli che il buon Christopher Eubanks, l`unico tennista che abbia partecipato allo stage dell`Atp sulla vicenda Clostebol, ha accomunato in una domanda… «Ma hanno letto gli atti del processo Itia a Sinner? Temo di no. Lo facciano presto. Eviteranno di continuare a dire falsità sul numero uno». Ma se non riuscite ancora a spiegarvi i perché di un patteggiamento che decreta esattamente ciò che il tennis per sua natura non prevede, il pareggio, vale la pena di prendere atto di un passaggio tratto dalle poche dichiarazioni rilasciate in merito da Jannik. «Questo caso mi perseguitava da quasi un anno, il processo era ancora lungo e la decisione sarebbe stata presa forse solo alla fine dell`anno. Ho sempre accettato di essere responsabile della mia squadra e mi rendo conto che le regole sono un`importante protezione per lo sport che amo. Su questa base ho accettato l`offerta della Wada di risolvere questo procedimento sulla base di una sanzione di tre mesi». Dunque, il processo non si sarebbe esaurito nella “due giorni” (16-17 aprile) fissata dal Tribunale Arbitrale dello Sport a Losanna. Sinner è stato istruito in merito dai suoi avvocati, e ha capito che pur di portarlo all`esasperazione, la vicenda sarebbe proseguita per mesi e mesi tra
ostentati silenzi e improvvise sortite architettate per ribadire i meriti della Wada. Ha capito anche che l`accusa intorno alla quale si è arroccato con furbizia il carrozzone burocratico più importante nella lotta al doping, sarebbe stata di difficile ammorbidimento in un processo nel quale non si sarebbe discusso dell`innocenza di Sinner, da tutti accettata (Wada compresa), o dell`impossibilità di definire dopato un atleta trovato positivo a un miliardesimo di grammo di una qualsivoglia sostanza dopante, ma del mancato controllo del proprio team. E a chi ti chiede se hai mai controllato la scatola del prodotto proibito, se hai mai letto le indicazioni presenti nel bugiardino, se sei mai andato su internet per controllare di persona il contenuto di quella pomata (utilizzata dal fisioterapista) che non conosci, non hai mai visto né mai usato su te stesso, quale volete che sia la risposta? Puoi spiegare, perfino rilanciare, ma per essere sicuro Sinner avrebbe dovuto installare una pedana a raggi x, di quelle su cui transitiamo in aeroporto, e visionare sul monitor il contenuto dei borsoni di ogni membro del proprio team. E questo Jannik non l`ha fatto, convinto com`è che un team si guidi attraverso la fiducia, e non con metodi da polizia di dogana. Tre mesi, dunque, quattro Masters 1000 da saltare poi la ripresa. A Roma, e subito dopo al Roland Garros. Il patto con il Tas cambierà la stagione di Sinner questo è certo, ma non la condizionerà in termini così negativi. Con un po` di fortuna, Jannik potrebbe ripresentarsi a Roma da numero uno. […] A Roma Jannik avrà punteggio libero, non ci sono punti da scalare, e a Parigi dovrà fare meglio della semifinale di un anno fa. Una vittoria al Roland Garros attizzerebbe il fuoco di un possibile Grand Slam, ma è inutile sognare a occhi aperti. Il periodo di “ferma”, fino al 4 maggio, porrà Sinner di fronte a problemi mai affrontati fin qui. Su tutti, dove e come allenarsi in queste settimane, per mantenere vivo il ritmo magico del suo tennis ed evitare che la sosta forzata si riverberi sul fisico abbassando lo stato di forma. Non potrà allenarsi sui soliti campi, il Country Club monegasco è uno dei circoli che ospita un torneo “1000”. Dunque gli verrà interdetto. Dovrà cercare una struttura privata, senza agganci con federazioni e Atp, per poi sfruttare al meglio, dopo il 4 maggio, la settimana che precede gli Internazionali. E dovrà farlo senza potersi avvalere dell`aiuto dei colleghi professionisti. Servono soluzioni. Ma spettano allo staff, verso il quale la fiducia di Sinner non è mai venuta meno.

“Wada, che scandalo! Abbaiano per salvarsi” (Giovanni Pelazzo, Tuttosport)

Jannik Sinner e la WADA hanno trovato un accordo per porre definitivamente un punto alla vicenda Clostebol. Tre mesi di sospensione per il n. 1, nonostante l`Agenzia Mondiale Anti-Doping, non più tardi di tre giorni fa, ribadisse la volontà di arrivare ad una squalifica per un periodo compreso tra uno e due anni. Un patteggiamento che per entrambe le parti coinvolte si traduce nel “male minore”. Per Sinner indubbiamente, visto che dallo spettro dei due anni arriva la certezza di tre mesi in cui non salterà nessuno Slam e potrà rientrare nel torneo di casa, a Roma, dove un italiano non vince dal 1976. Ma soprattutto per la WADA, il cui ricorso è stato fin dall`inizio una mossa politica (per un raso molto simile, come quello di Marco Bortolotti, non aveva battuto ciglio) e il cui esito ha di fatto giustificato (almeno in parte) l`esistenza di un organismo estremamente controverso. Un ricorso mai neanche lontanamente legato ad un caso di puro doping: sarebbe infatti sbagliatissimo etichettare così il “caso Sinner” e lo sanno davvero tutti. Compresa la WADA, che nel suo comunicato scrive: «La WADA accetta che Sinner non aveva intenzione di imbrogliare e che la sua contaminazione da Clostebol non gli ha apportato alcun vantaggio nelle sue prestazioni». Sinner è stato soltanto l`ultimo a minare la credibilità della WADA, uscita tutt`altro che positivamente dai casi dei 23 nuotatori cinesi, Chris Froome e Alex Schwazer (per citarne alcuni). Proprio l`ex allenatore del marciatore altoatesino, Sandro Donati, ha preso le difese del n. 1 del tennis: «Sinner ha dimostrato grande equilibrio e tenuta nervosa, ha fatto bene ad accettare questo patteggiamento – ha detto a LaPresse -. La Wada ha elevato la negligenza allo stesso livello di una positività, mentre la negligenza è tutta da dimostrare. Trovo assurdo che fino all`altro ieri funzionari importanti facevano dichiarazioni su richieste di uno o due anni di squalifica e ora offrono tre mesi. Credo che tutti abbiano capito che la WADA ha cercato di salvarsi, ma questa vicenda dimostra ulteriormente l`inaccettabilità di questo organismo». Un organismo che, come detto, ha fatto molto parlare di sé negli ultimi anni. La carriera di Alex Schwazer è stata distrutta da un`accusa di doping che, anni dopo, è stata ritenuta infondata e per cui le azioni della WADA sono state definite «opache, con un serio rischio di manomissione delle prove». Che dire poi del modo in cui sono stati trattati i 23 nuotatori cinesi, positivi alla trimetazidina nel 2021 ma liquidati con una surreale «contaminazione accidentale». Oppure del più grande scandalo Olimpico della storia – il doping in Russia – con la WADA a lungo criticata per non essere riuscita ad imporre la propria autorità, o ancora del mal gestito caso di Chris Froome, per cui sono stati necessari ben 10 mesi prima di arrivare ad una conclusione. […] Quel che è certo è che, dopo tante chiacchiere, tra qualche mese il tennis riabbraccerà il suo miglior giocatore. E li saranno guai per tutti.

La spiegazione di Jannik (Gaia Piccardi, Corriere della sera)

Quando Cartesio incontra il caos, nasce un nuovo modo di pensare le idee. Evaporato da Doha alla velocità della luce in contemporanea con l`annuncio del patteggiamento a tre mesi di stop, cominciati da una settimana, cosa farà Jannik Sinner? La presa di posizione da adulto, innanzitutto («Accetto di essere responsabile del mio team e riconosco che le severe regole della Wada proteggono lo sport che amo»), è già un passaggio di crescita. E poi la voglia di non perdere un minuto di più in una situazione scomoda: «Questo caso incombe su di me da quasi un anno e la decisione rischiava di essere ancora lunga». […] Improvvisamente, davanti a Jannik si spalancano due mesi di nulla (dal 15 febbraio al 13 aprile, quando potrà ricominciare ad allenarsi ufficialmente su campi di tennis club certificati, con tesserati, gente del settore, sparring partner riconosciuti dal circuito Atp), un inedito assoluto in una vita scandita da appuntamenti da quando aveva 13 anni e venne via di casa. La palla di neve è rotolata a valle, fino al mare di Bordighera, dal primo coach Riccardo Piatti, con metodicità, ordine, disciplina. La creazione della valanga ha avuto un metodo. Allenamento, palestra, fisioterapia, bagno di ghiaccio, massaggio. Via così lungo i dieci anni che hanno portato Sinner a scalare il ranking e stravolgere le gerarchie consolidate di un gioco abituato ai Big Three e impreparato al New One. Sappiamo quanto Sinner, come ogni super professionista dello sport, sia attaccato alla sua routine: lo aiuta ad entrare in clima partita prima dei match, gli dà certezze nel mestiere, gli consente ogni
giorno di sentirsi a posto con la coscienza di serio lavoratore («Finché non esco dal campo stanco, non mi fermo») e rafforza il perimetro della bolla nella quale si è chiuso da quando è esplosa la vicenda del Clostebol. Mamma e papà, a Sesto Pusteria, non hanno saltato un giorno di lavoro. Lui non è diverso. La svolta amara ma salvifica della sospensione di tre mesi (davanti agli arbitri del Tas di Losanna sarebbe potuta andare peggio e la sentenza avrebbe richiesto settimane, se non mesi) costringe Jannik a un esercizio di improvvisazione di cui non è maestro, e che non ama. […] Poiché il ricordo di sé è importante, forse Sinner potrebbe attingere ispirazione da un episodio recente. Il malore a Melbourne con Rune negli ottavi dell`Australian Open, quando è stato costretto a saltare la routine pre-partita per non sprecare energie preziose; poi ancora, durante un match in cui è stato scosso da tremori feroci, ha dovuto continuamente cercare e trovare modi di venirne a capo. La lezione? C`è sempre un`altra via, un piano B, un`alternativa. […] Ma, conoscendolo, Jannik cercherà subito un campo privato dove allenarsi. Anche Cartesio ha le sue abitudini.

Salterà 5 tornei. Jannik, occhio agli inseguitori (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)

Si chiama Alexander Zverev l`insidia maggiore per la vetta del ranking durante i tre mesi in cui Jannik Sinner non potrà scendere in campo. L’azzurro conserva comunque un importante margine sugli inseguitori, anche con i punti che scarterà. Tuttavia, almeno fino al 4 maggio, dovrà convivere con la consapevolezza che il destino non è nelle sue mani e che, dopo quasi 40 settimane da numero 1 al mondo (domani saranno 37), c`è il rischio che possa essere spodestato dal trono. Saranno cinque gli appuntamenti che Jannik sarà costretto a saltare. Il primo è l`ATP 500 di Doha, dove era previsto il suo ritorno in campo post Australia tanto che già in questi giorni si stava allenando. Poi i due Masters 1000 oltreoceano: Indian Wells e Miami. Infine due appuntamenti su terra: il Masters 1000 di Montecarlo (a cui probabilmente l`azzurro avrebbe però rinunciato per disputare l`ATP 500 di Monaco di Baviera) e il Masters 1000 di Madrid. Allo stato attuale, Sinner ha 11.830 punti ed è seguito da Zverev (8.135) e Alcaraz (7.510). Nei prossimi tre mesi, l`azzurro ne perderà 2.100, vale a dire i 1000 di Miami, i 500 di Rotterdam, i 400 di Montecarlo e i 200 di Madrid. Non difende nulla a Indian WelIs, dove nonostante la semifinale raggiunta gli erano già stati decurtati i punti (400) per la vicenda doping. Al rientro in campo, previsto a maggio agli Internazionali d`Italia (7-18), Sinner avrà 9.730 punti in classifica Gli unici due che possono superarlo sono Alexander Zverev e Carlos Alcaraz, che avranno a disposizione quattro Masters 1000 e un paio di ATP 500 per tentare il sorpasso. Tra i tre, è il tedesco a essere nella posizione più favorevole. Dei suoi 8.135 punti attuali, gliene scadranno appena 950 (la cambiale più grossa sono i 400 di Miami), dunque la base di partenza è 7.185. Questo vuol dire che per scavalcare Sinner e diventare numero 1 al mondo avrà bisogno di 2.545 punti. Sicuramente è difficile ma non impossibile, tuttavia va considerato che tra Sunshine Double e Montecarlo Sascha vanta appena una finale in carriera (nel 2018 a Miami, persa contro Isner). Alcaraz ha più terreno da recuperare, ma sulla carta può vincere tutti i tornei a cui prenderà parte. Non a caso già negli scorsi anni si è imposto a Indian Wells, a Miami e anche a Madrid. […] Per compiere il sorpasso ai danni di Sinner necessiterà di 3.720 punti. Alcaraz ha sicuramente tutte le carte in regola per ottenerli, ma non è affatto scontato, specialmente per uno come lui che rispetto alla costanza di Jannik si è distinto per dei picchi. Comunque vada, Sinner può guardare con ottimismo al rientro in campo, anche in ottica ranking. Tra Roma e Parigi potrà tornare a guadagnare terreno sui diretti concorrenti. Il motivo? Sia Zverev (vittoria al Foro Italico e finale al Roland Garros) sia Alcaraz (trionfo all`Open di Francia, poi altri 2000 punti a Wimbledon) hanno parecchi punti da difendere.

Errani-Paolini, trionfo: “Ci divertiamo, avanti così” (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Jasmine Paolini e Sara Errani sono salite a quota sei titoli conquistati in tandem su otto finali disputate. Una media importante che ieri si è arricchita nel WTA 1000 di Doha dove le campionesse olimpiche in carica si sono imposte 7-5 7-6 (10) dopo più di un`ora e 45 minuti di gioco alla cinese Xinyu Jiang e la taipanese Fang-Hsien Wu. «Sono molto felice, è stato un match durissimo – ha detto a caldo Jasmine Paolini -. Congratulazioni a loro che hanno giocato in maniera fantastica: hanno già vinto due titoli, ora un`altra finale. Con i ‘killer-point’ il doppio è sempre molto insidioso. Devi essere concentrato. Siamo state anche un po` fortunate in semifinale. Devo ringraziare Sara, che è la mente del nostro team. È stata una settimana speciale. Grazie a tutti quelli che hanno reso possibile questo torneo e al pubblico che ci ha fatto sentire tutto il suo sostegno questa settimana». Ora è attesa dal WTA 1000 di Dubai, dove dovrà difendere la vittoria 2024. Per Sara Errani è stato il secondo titolo di doppio a Doha dopo quello del 2013 a fianco di Roberta Vinci: «È davvero speciale, credo di avere vinto qui dodici anni fa – ha detto Sara –: è davvero tano tempo! Sono molto felice di giocare con Jasmine, ci divertiamo molto e questa è la cosa più importante. Ovviamente mi congratulo anche io con le nostre avversarie e per quanto riguarda noi speriamo di continuare così». È stata una giornata speciale anche per l`americana Amanda Anisimova, 23 anni con le ultime stagioni travagliate, per problemi fisici e personali legati alla prematura scomparsa del padre. Ha dovuto rigenerarsi Amanda e l`ha fatto ripartendo quasi da zero. Ieri ha fermato nettamente (6-4 6-3) la lettone Jelena Ostapenko, inarrestabile fino all`ultimo atto del torneo, e domani salirà per la prima volta in carriera tra le top 20 WTA (18). […]




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