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Rassegna Stampa – Sinner, il tennis si divide: e spunta il ‘nodo’ allenamenti

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Il rumore dei nemici (Gaia Piccardi, Il Corriere della Sera)

La paranoia, come il terrore, corre sul filo. Borracce, superfici, mani da stringere, cibo: tutto, potenzialmente, può essere contaminato. «Prima al ristorante non m’importava di lasciare il bicchiere d’acqua sul tavolo. Ora sono più prudente e, se torno dal bagno, da quello stesso bicchiere non bevo più» spiega la n. 1 del mondo Aryna Sabalenka, dando voce alla preoccupazione di tutto l’ambiente […] Il giorno dopo il lodo Sinner, cioè l’accordo per una sospensione di tre mesi tra il team legale del giocatore (pare avvistato a Dubai dove gioca la fidanzata Anna Kalinskaya) e l’antidoping mondiale, il tennis è preoccupato. E spaccato.

La mediazione raggiunta dal leader del ranking ha riportato in superficie certi malumori che accolsero la sentenza di proscioglimento per il caso Clostebol. Però questa volta il rumore dei nemici in sottofondo ha fatto un salto di qualità. Coinvolgendo — oltre al solito sguaiato Nick Kyrgios — anche colleghi abitualmente moderati. Sconfitto in finale a Marsiglia, nel suo ottimo francese ieri Daniil Medvedev è intervenuto sull’affaire del rivale con cui ha vinto una volta nelle ultime nove sfide.

«È un caso politico sul quale potremmo discutere ore. Spero che la prossima volta che la Wada proporrà a un giocatore una sospensione da uno a due anni, il giocatore possa dire: non la voglio, preferisco un mese…». Il patteggiamento di Sinner come precedente che fa giurisprudenza, insomma. Una «sentenza» pilota a cui potersi appellare. Mugugnano Stanislas Wawrinka («Non credo più allo sport pulito») e Evgeny Kafelnikov («Se mi sorteggiassero contro Sinner, lo boicotterei non scendendo in campo»), i due ex vincitori Slam a cui risponde Feliciano Lopez, un altro veterano che però abbraccia la linea buonista: «E lampante e dimostrato che Jannik non abbia fatto nulla per migliorare la sua performance. Ha accettato tre mesi di stop prendendosi la responsabilità dell’errore di altri. Una sospensione più lunga avrebbe reso il nostro sport più pulito? Non credo».

Missione terra, il piano di Sinner (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Non aspettatevi un annuncio classico: “AAA, cercasi sparring partner non tesserato e circolo privato per numero 1 del mondo”. Ma sicuramente il team-Sinner si sta già organizzando per dribblare il regolamento della Federazione internazionale (T11) ed organizzare allenamenti alternativi all’altezza del formidabile campione del tennis mondiale escluso dalla WADA fino al 13 aprile da circoli, palasport, tornei, palestre e anche colleghi. Che solo i14 maggio potrà rientrare alle gare ufficiali, in tempo
per il torneo di Roma. […] Con un portafogli di 50 milioni euro il 23enne altoatesino troverà sicuramente la soluzione al problema-allenamenti, ma non sarà così facile mantenere il colpo d’occhio per il gioco moderno così veloce.

«Se uno stop così è di un anno sei finito», suggerisce Gipo Arbino, il maestro storico di Lorenzo Sonego, ora al seguito della 17enne Lucrezia Musetti al torneo di Bucarest. «Io gli troverei due sparring coi requisiti giusti, li metterei negli angoli e lo allenerei così. Riprendendo tutto con le telecamere e spedendo i filmati al coach che, la sera, li esamina la sera, fa le sue valutazioni e modula la preparazione del giorno dopo. Lo stesso per la preparazione atletica, seguendo dei parametri da monitorizzare. Ma il problema c’è, eccome». Qualche sognatore che aveva lanciato la fantasiosa ipotesi di un super-sparring come Rafa Nadal, appena ritirato, è stato subito deluso da Benito Barbadillo, storico filtro coi media dell’Extraterrestre: «Non tocca la racchetta da 3 mesi».

Sarebbe stato comunque impossibile già in partenza, visto che il maiorchino è spagnolo come Carlos Alcaraz, il grande rivale di Sinner. E il super coach Moya? «Per me è il migliore di sempre», azzarda Barbadillo. Ma, ammesso e non concesso che Jannik non convinca Darren Cahiil a rinviare il ritiro dell’australiano (a fianco di Simone Vagnozzi) programmato per fine stagione, l’alternativa più credibile nel ruolo resta quella di Ivan Ljubicic, già coach del rilancio di Roger Federer e figlioccio di Riccardo Piatti, che ha allenato il Profeta dai capelli rossi ai 13 ai 20 anni.

L’ex numero 3 del mondo non solo conosce da sempre Jannik ma vive come lui a Montecarlo. E ha una qualità che potrebbe tornare subito utile all’italiano che, a meno di stupefacenti prestazioni di Zverev ed Alcaraz che lo seguono nel ranking ATP, a fine Roland Garros chiuderà il primo anno sul trono della classifica. Ivan dal gran servizio non è tesserato e quindi rientrerebbe nella fattispecie del super-sparring partner già virtualmente super-coach. Né avrebbe difficoltà a trovare dei campi privati per allenarsi. […]

Sinner, il ritorno sarà in salita (Paolo Grilli, Quotidiano Sportivo)

II peso che si è tolto è enorme, semplicemente titanico averlo sopportato per quasi un anno infarcendo di trionfi un’angosciosa attesa. Ma la strada di Jannik Sinner, accordatosi con la Wada per uno stop di tre mesi per la maledetta contaminazione da Clostebol, non è perfettamente in discesa. Sia prima che dopo il 4 maggio, data che segnerà il suo possibile rientro agonistico. Stare così a lungo senza partite – l’ultima è stata la finale vittoriosa contro Zverev in Australia
il 26 gennaio – è un handicap innegabile, anche senza guai fisici. Questione di tensione emotiva e muscolare, di abitudine all’agone che si riduce perché l’allenamento non potrà mai replicare l’intensità complessiva della competizione. E pure la preparazione avrà i suoi ostacoli. La sospensione prevede infatti che Jannik non possa allenarsi
con tesserati e in sedi di tornei fino al 13 aprile.

Il divieto obbliga in sostanza ad avere come sparring partner degli ex giocatori e scegliendo campi di circoli privati. Ma la limitazione contribuisce a mettere ulteriore distanza fra Sinner e il livello di gioco a cui era abituato esprimersi. Questi saranno mesi che si trascineranno la grande incognita del rendimento del numero uno al rientro. Che sarà inevitabilmente agli Internazionali di Roma, dove i tifosi non vedono l’ora di riabbracciare il fuoriclasse. Tornare sulla terra rossa non sarà però semplice – è la superficie su cui finora il campione azzurro ha vinto di meno – ma almeno potrà dedicarsi al rosso da subito, dovendo saltare il
‘Sunshine double’ americano sul cemento. […]




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