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WTA Dubai: Andreeva e Tauson in finale, battute Rybakina e Muchova

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La giornata di venerdì 21 Febbraio del Dubai Duty Free Tennis Championships di Dubai, dedicata alla semifinali del secondo WTA 1000 stagionale, si è aperta con il successo di Mirra Andreeva (17 anni, numero 14 del ranking mondiale) ai danni della testa di serie numero 6 Elena Rybakina per 6-4 4-6 6-3. Mirra è diventata così la tennista più giovane a battere tre ex campionesse slam nel corso dello stesso torneo dai tempi di Maria Sharapova e dalle WTA Finals del 2004. Subito dopo è stata raggiunta in finale da Clara Tauson che ha sconfitto Karolina Muchova con il punteggio di 6-4 (4)6-7 6-3 in quasi tre ore di grande lotta. Andiamo ad analizzare nel dettaglio le due partite. Per la classe 2002 danese si tratta dell’accesso alla quinta finale della carriera, la prima di categoria superiore ad un WTA 250.

[12] M. Andreeva b. [6] E. Rybakina 6-4 4-6 6-3

Mirra Andreeva aggiunge un altro mattoncino alla sua giovanissima carriera di futura campionessa e raggiunge la prima finale a livello 1000 della vita: la 17enne di Krasnojarsk ha sconfitto Elena Rybakina con il punteggio di 6-4 4-6 6-3 al termine di una lotta durata 2 ore e 15 minuti, diventando così la più giovane finalista della storia dei WTA 1000 da quando è stata introdotta questa categoria di tornei (2009). Grazie a questo risultato Mirra ritoccherà il proprio best ranking, raggiungendo così l’undicesima posizione nella classifica mondiale (numero 1 del suo Paese).

La partita è stata contrassegnata fin da subito da un ambiente ovattato, dal nervosismo e dall’importanza della posta in palio e le due protagoniste, nei primi minuti di gioco, hanno regalato troppi errori gratuiti senza riuscire a trovare il ritmo giusto nello scambio da fondocampo: Andreeva (che diventerà maggiorenne il 29 di Aprile) è infine riuscita a portarsi in vantaggio (6-4) nonostante un rendimento piuttosto scadente al servizio (35% di prime palle in campo e 4 doppi falli), approfittando di una rivale paralizzata dalla tensione. Il secondo set è stato, a conti fatti, il più lineare di tutto l’incontro: Rybakina ha alzato il livello e l’intensità della propria battuta, non ha concesso nemmeno una palla break ed è riuscita così a condurre le operazioni e il punteggio, facendo valere la propria esperienza e piazzando finalmente la zampata decisiva nel decimo game (6-4, e terzo set).

La kazaka, in avvio di terzo set, ha sfruttato l’inerzia e l’entusiasmo del punteggio, portandosi rapidamente sul 3 a 1, apparecchiando la propria tavola per la più classica delle vittorie in rimonta: sul 3-1, 30-0, però, la luce di Rybakina si è spenta all’improvviso e apparentemente senza motivo ed Elena, dopo aver sprecato una palla del 4 a 1, ha subito un parziale completamente inaspettato di 11 punti a 1, che ha spezzato la semifinale (4 a 3 per Mirra, e servizio). La bagarre decisiva ha premiato così Andreeva che, dopo aver annullato con personalità tre palle consecutive del 4 pari (grande rimonta da 0-40, grazie alla prima palla di servizio), ha chiuso definitivamente la pratica, chiudendo il match con 5 game consecutivi dopo due ore e 15 minuti e mettendo in mostra tutta la maturità e la classe di una giovane campionessa. Nella finale di sabato 22 Febbraio cercherà di conquistare il primo grande trofeo della carriera, che le consentirebbe, peraltro, di fare il suo debutto nella top 10 della classifica WTA.

C. Tauson b. [14] K. Muchova 6-4(4) 6-7 6-3

Tauson, sull’onda dell’entusiasmo di una settimana da favola, esce alla grande dai blocchi di partenza, portandosi subito in vantaggio di un break: la partita è rapida e brillante, perché entrambe le protagoniste – al netto dei due differenti stili di gioco – cercano la soluzione vincente. Muchova rimane aggrappata al punteggio grazie alla sua classe, ricuce lo svantaggio (4 pari) ma il servizio non le regala grandi soddisfazioni e di conseguenza, nel nono game, la danese scappa ancora (break e 5-4) per poi chiudere il set, senza più tremare: 6-4 Tauson dopo 48 minuti di buon tennis. Il secondo set, invece, è stato caratterizzato dall’equilibrio e dai binari ordinati dei turni di servizio: Muchova sul 5 pari ha annullato una pericolosissima palla break grazie a uno splendido servizio vincente (6-5) e nel tie break, nonostante lo svantaggio iniziale (0-1 e risposta fulminante di Tauson) ha fatto valere tutta la sua esperienza, approfittando di due errori consecutivi di rovescio della danese (7 a 4, con due punti di fila in risposta per chiudere il parziale). 7-6 Muchova e verdetto rimandato al terzo e decisivo set dopo due ore esatte di gioco.

In avvio di terzo set, Karolina a Clara si scambiano un break tra terzo e quarto game dopo che entrambe avevano già sprecato delle significative chances nei primi due turni di servizio del parziale (addirittura la ceca nel gioco inaugurale manca un ghiotto 15-40). L’andamento del terzo set ricorda molto da vicino quanto andato in scena nel primo parziale, con diversi games combattuti decisi ai vantaggi e tante palle break offerte. Al contrario, la seconda frazione è stata molto più lineare con soli tre giochi prolungatisi ad oltranza e appena un paio di break point a fare capolino.

In questo frangente di gara, Muchova delizia il pubblico del centrale di Dubai con un meraviglioso twinner-lob vincente eseguito in fase di recupero, la finalista del Roland Garros sembra averne di più sul piano fisico ma pur procurandosi molte opportunità per azzannare la partita non riesce ancora a chiuderla: sul 2-2 non concretizza altre tre palle break, di cui due consecutive mentre nel successivo round di risposta subisce la rimonta dallo 0-30.
E’ inevitabile che sciupando in continuazione, alla fine si paghi dazio ed è ciò che accade all’ex n.°8 WTA: la quale, oltretutto, servendo per seconda è abbastanza fisiologico che una volta raggiunte le fasi calde avverta maggiore tensione. Così si spiega lo strappo decisivo, a 30, che Tauson centra nell’ottavo game e che la manda a servire per la finale sul 5-3. In battuta per vidimare il punto più alto della sua carriera, qualche tremolio la giocatrice danese lo sente ma Karo non è cinica al tal punto da sfruttarlo per riaprire nuovamente la contesa. Perciò, al secondo match point la ventiduenne di Gentofte alza le braccia al cielo, al termine 2h54‘ di battaglia aggiudicandosi il terzo set per 6-3 in 56 minuti.

Ha collaborato Cipriano Colonna




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