Il febbraio intenso del circuito WTA: dal trionfo di Andreeva alle difficoltà di Sabalenka e Swiatek
Il sorriso timido e da predestinata di Mirra Andreeva e un inizio 2025 un po’ più in salita per la numero uno del mondo Aryna Sabalenka. Volendo, potrebbe essere questo il metaforico biglietto da visita di un mese di febbraio piuttosto intenso per il circuito femminile. Quello di Andreeva, del resto, è un percorso che parte da lontano e di cui, Ubitennis, ha raccontato quasi ogni tappa. In quel di Dubai, Mirra – attuale numero 11 del mondo (domani perderà due posizioni nel ranking WTA) – è diventata la più giovane giocatrice a vincere un torneo WTA 1000 dal 2009, data dell’introduzione di questo formato. La convincente vittoria ottenuta in finale sulla danese Clara Tauson ha rappresentato il dulcis in fundo di una marcia graduale ma dannatamente entusiasmante.
Se il futuro di Andreeva ci racconta di una top-player in divenire, il presente di Sabalenka assomiglia sempre di più alla trama di un film di Wes Anderson, dove tutto sembra immobile e invece è in perenne movimento. Sì, insomma, la numero uno del circuito femminile non ha certo fatto mistero delle problematiche in cui è incappata in questo (opaco) primo quarto di annata. Così come sottolineato da lei stessa nel corso della conferenza stampa post-match dopo la sconfitta subita agli ottavi di finale del 1000 di Dubai contro la sunnominata Tauson.
“Credo di non avere poi così tanta fame in campo. Sono un po’ confusa nei miei pensieri, non sono coerente in campo. Le decisioni che prendo in campo sono un po’ sbagliate. Emotivamente non sono al meglio“. Delle parole, quelle pronunciate da Aryna, che fotografano una situazione non propriamente ideale per la forte giocatrice bielorussa. Probabilmente, Sabalenka sta pagando ancora lo scotto della finale persa contro la statunitense Madison Keys all’Australian Open. Vulnerabilità al potere, altro che cyborg invincibile. Il titolo immaginario del capitolo riguardante la crisi in cui è inciampata la tre volte campionessa slam potrebbe recitare pressappoco così.
Nonostante un mese a secco di vittorie e un periodo, sin qui, non brillantissimo, Iga Swiatek – rivale “storica” di Aryna Sabalenka e numero due del circuito femminile – sembra avere una vision piuttosto chiara di quelli che sono i suoi obiettivi nel futuro immediato. “Negli ultimi anni ho imparato a essere aggressiva. A essere la giocatrice che usa la prima possibilità nello scambio per andare avanti. Devo sempre ricordare qual è la mia arma più grande.”. Ha rivelato di recente in un’intervista a The Athletic. Per Iga – che pochi giorni or sono ha annunciato il lancio del suo nuovo sito – febbraio è stato anche il mese del mancato poker sul cemento di Doha (dopo le vittorie ottenute nel 2022, 2023 e 2024) e della brutta sconfitta rimediata contro Ostapenko.
Febbraio, dicevamo. Per ciò che concerne il circuito WTA, è stato anche il mese dei successi di Amanda Anisimova – numero 18 del mondo – nel 1000 di Doha e di Anastasia Potapova – n. 35 – in quel di Cluj. Amanda, infatti, è passata dall’eventuale “ritiro” annunciato a maggio del 2023 alla rinascita culminata con la vittoria in Qatar. Il tennis, a volte, racconta delle storie quasi Disneyane. Per Potapova, il successo in terra romena (il terzo in carriera) è arrivato a discapito dell’azzurra Lucia Bronzetti, regolata – in tre set – al termine di un match in cui la tennista riminese non ha affatto demeritato.
E a proposito di tennis italiano, non si può non sottolineare il trionfo di Doha – ottenuto in doppio – dal tandem Errani-Paolini. Per loro si è trattato del sesto titolo insieme – 33esimo in totale per la romagnola, settimo per la toscana -, nonché del terzo 1000 dopo Roma e Pechino 2024. Oramai, la coppia composta dalle due tenniste azzurre è una delle più solide del circuito. Infine, piccola nota (romantica) a margine: il ritorno di Petra Kvitova dopo la maternità. La due volte campionessa di Wimbledon si è rimessa in gioco al WTA di Austin, dov’è stata sconfitta al primo turno dalla britannica Jodie Burrage.