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La nuova vita di Angelica Moratelli: la rinascita in doppio e il sogno top 50 sulle orme di Errani e Paolini

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Angelica Moratelli, tennista trentina di 30 anni, dopo aver faticato per anni a trovare la propria strada nel singolare ha trovato una nuova dimensione nel doppio, arrivando a conquistare il 33esimo titolo in carriera nel 2025. Attualmente terza miglior giocatrice italiana nel ranking mondiale di specialità, dietro a Sara Errani e Jasmine Paolini, occupa la posizione numero 70, vicina al suo best ranking di 62 raggiunto nel settembre scorso.

Dopo aver messo da parte la carriera in singolare, Moratelli ha deciso di concentrarsi sul doppio, trovando in questa specialità una nuova linfa vitale per la sua carriera. La decisione è stata dettata dalla volontà di esprimere al meglio il suo talento e dalla consapevolezza di poter raggiungere traguardi importanti in questa disciplina. Nel corso dell’ultimo anno ha giocato con diverse compagne, tra cui Jaqueline Cristian (compagna attuale), con la quale ha instaurato un rapporto speciale sia dentro che fuori dal campo. La loro amicizia, nata per caso, si è trasformata in una collaborazione fruttuosa, culminata con la finale raggiunta a Cluj-Napoca. Nonostante i cambi di partner, Moratelli è riuscita a mantenere una buona continuità di rendimento, adattandosi alle diverse situazioni e instaurando buoni rapporti con tutte le compagne.

Intervistata da Supertennis, Angelica si è lasciata andare in una lunga chiacchierata nella quale ha toccato numerosi temi interessanti. Interrogata sulla fine del rapporto con Camilla Rosatello, con la quale ha giocato fino al Roland Garros, Moratelli ha risposto: Non è semplice mantenere un certo equilibrio tra due donne molto competitive e dotate di caratteri forti. A un certo punto, ci siamo rese conto di avere degli obiettivi diversi: io ero più focalizzata sul doppio e forse ho spinto in maniera eccessiva anche Camilla verso questi orizzonti, dunque il nostro rapporto è cambiato.

La separazione è stata sofferta da parte di entrambe, ma ancora oggi penso che sia stata la scelta migliore. Non abbiamo gestito a dovere l’ansia da prestazione, non eravamo consapevoli di ciò a cui stavamo andando incontro nel circuito WTA. Tra di noi resta un buon rapporto, sono contenta che lei abbia ripreso a giocare in singolare, ma mi auguro che non trascuri il doppio perché è forte e ci sono di mezzo tanti soldi e la classifica“.

In singolare, Moratelli non è andata oltre la posizione numero 318 del ranking mondiale. Nonostante qualche rimpianto, riconosce di aver dato il massimo e si concentra ora sul doppio, dove sta ottenendo risultati soddisfacenti e una classifica in continua ascesa. La tennista trentina è consapevole che il doppio sia spesso considerato una disciplina minore rispetto al singolare. Tuttavia, sottolinea come il livello si stia alzando e come questa specialità offra spettacolo e divertimento.

Episodi come le recenti dichiarazioni di Opelka hanno acceso i riflettori sul doppio, stimolando discussioni e riflessioni sul suo valore nel circuito professionistico. Guardando al futuro, Angelica punta a entrare nella top 50 del ranking di doppio, obiettivo che le permetterebbe di partecipare ai tornei WTA 1000. L’esempio di connazionali come Sara Errani e Jasmine Paolini rappresenta per lei uno stimolo continuo a migliorarsi e a raggiungere nuovi traguardi.

“Sono contentissima per loro perché so a quali difficoltà vanno incontro ogni settimana. Sara è ancora molto competitiva dopo tantissimi anni nel tour, mentre Jasmine gestisce alla perfezione il duplice impegno tra singolare e doppio, contribuendo a dare maggior valore alla specialità. Io e la Cristian abbiamo un modo di giocare simile al loro: a me piace tanto stare a rete come fa Errani, mentre Jaqueline è più una Paolini perché predilige gli scambi da fondo. La speranza è che attraverso i loro risultati possano portare più gente possibile ad avvicinarsi al doppio, a cominciare dai giovani che hanno la concezione sbagliata di tennis come ‘sport da singolaristi’. Ognuno deve sentirsi libero di esprimersi nella specialità in cui si trova meglio – ha concluso Moratelli.

(di Niccolò Moretti)




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