Andrea Vavassori: “Con Bolelli il primo vero momento di difficoltà, ma stiamo lavorando bene e torneremo” [ESCLUSIVA]
“L’importante è riuscire a trovare un equilibrio. Ed è anche la cosa più difficile”. Andrea Vavassori e Simone Bolelli stanno probabilmente vivendo il loro momento più complicato a livello sportivo da quando, nell’estate del 2023, hanno iniziato a giocare insieme. “Dopo due anni insieme a Simone forse questo è il primo vero momento di difficoltà” – ci raccontava Andrea a Torino, ribadendo comunque la fiducia e l’obiettivo chiaro per il 2025: “tornare alle ATP Finals“.
Ad oggi coppia n. 5 della race, gli azzurri fanno ancora tappa ad Amburgo prima del Roland Garros, dove difendono la finale raggiunta lo scorso anno. Insieme a loro, per questa settimana ci sarà anche Joachim Johansson, ex n. 9 ATP in singolare ad inizio 2005. “È una persona speciale, con cui ho stretto un bel rapporto a Stoccolma – spiega Vavassori -. Avevo piacere di passare una settimana insieme a lui prima del Roland Garros: è un’aggiunta temporanea al team, vediamo come va. Con lui ho instaurato una bella amicizia, mi ha già seguito in questo anno e mezzo in amicizia e avevo piacere di passare una settimana di lavoro insieme a lui. Anche mio padre è contento di poter sentire una voce diversa”. Dopo la parentesi torinese insieme a Molteni – in cui si è parlato anche di Paolini, Sinner e Musetti, di doppi misti e di una possibile novità per la prossima edizione degli Internazionali – in Germania il piemontese torna al fianco di Bolelli per provare ad arginare un momento complicato.
D. Andrea, la fatica a fare risultati negli ultimi tornei cambia anche la vita fuori dal campo?
Andrea Vavassori: “Sicuramente quando si vince tanto ci sono momenti di esaltazione, però come ti dicevo già a Rotterdam l’importante è riuscire a trovare un equilibrio, che è la cosa più difficile. Non nego che quando si perde è difficile gestire le situazioni. Dopo la partita a Roma o la finale persa in Australia ci sono sempre delle giornate successive difficili da gestire, ma la forza di un giocatore è proprio quella: non esaltarsi troppo nelle vittorie e non buttarsi troppo giù nelle sconfitte“.
D. Ha fatto più male la finale in Australia o il primo turno a Roma?
Andrea Vavassori: “Sono due cose diverse. Sicuramente la terza finale Slam persa è stata più difficile da gestire; il primo turno a Roma è stato pesante, ma Melbourne è stato qualcosa di più grande. Avevamo iniziato la stagione in maniera incredibile, ancora meglio dell’anno scorso. Eravamo stati bravissimi a vincere Rotterdam la settimana successiva e il livello di gioco era altissimo, sono comunque orgoglioso di come abbiamo gestito e giocato la finale in Australia, contro una delle coppie più forti del mondo e giocando forse anche meglio di loro. Dopo due anni insieme a Simone forse questo è il primo vero momento di difficoltà, ma penso sia una cosa normale e che bisogna imparare a gestire insieme”.
D. La scorsa settimana eri a Torino, oggi inizi ad Amburgo… ma non stacchi mai un po’ la spina?
Andrea Vavassori: “Sono sempre stato abituato a giocare tantissimo nella mia carriera: per i miei standard, nell’ultimo periodo sono stato fin troppo tempo a casa! Ho avuto quel problema alla costola dopo Montecarlo, che mi ha costretto a saltare Barcellona, poi a Madrid abbiamo perso al primo turno. Questi ‘1000’ a due settimane mi hanno un po’ tagliato le gambe, se perdi al primo o al secondo turno è facile che stai fermo per 10 giorni. È stato molto positivo per i giocatori tra il numero 60 e il 150, che meritano di giocare questi tornei e dà loro l’opportunità di vivere settimane incredibili. Io mi ricordo quando ero a Madrid, ero circa #180, ero riuscito a qualificarmi e ho poi battuto Murray, una cosa che mi porterò dentro per sempre. Però allo stesso modo io non posso più giocare le qualificazioni in singolare. Io penso di star giocando il tennis migliore della mia carriera, a parte le ultime settimane di doppio: sto giocando molto bene a tennis, ma non ho tante opportunità per dimostrarlo“.
D. Hai dato comunque uno sguardo a Roma la scorsa settimana?
Andrea Vavassori: “Sì, io faccio il tifo per tutti i ragazzi azzurri, da Jannik a ‘Muso’, da ‘Berretta’ a ‘Sonny’ e ‘Cobbo’. Musetti è quello che mi piace di più veder giocare: ha un tennis vario, completo, rovescio a una mano come me… Contro Zverev mi è piaciuto tantissimo per com’è riuscito a girare quel primo set. Mi piace tanto anche Sinner per l’atteggiamento che ha in campo, è un rullo compressore. Magari ha momenti no per qualche game, ma è sempre sul pezzo: sono due giocatori molto diversi ma abbiamo la fortuna di averli entrambi, è un bellissimo spot per l’Italia. E poi sono felicissimo per Jasmine, che è una ragazza splendida, così come per Sara“.
D. Errani ha annunciato che il suo ultimo torneo in singolare probabilmente sarà il Roland Garros. Con Paolini avete mai parlato di un ipotetico doppio misto una volta che Sara lascerà definitivamente il tennis?
Andrea Vavassori: “Non voglio dirlo perché poi Sara se la prenderebbe! Scherzi a parte, con Sara siamo proprio amici amici, ho un bellissimo rapporto con lei. Non è solo il giocare bene insieme, ma anche il poter condividere un bel percorso con lei. Giocheremo anche gli altri Slam in doppio misto, poi quando abbiamo occasione ci alleniamo spesso insieme. A Indian Wells abbiamo vissuto una settimana bellissima: avevo perso al primo turno in doppio e per il discorso che ti facevo prima non ero riuscito a entrare nelle qualificazioni di Miami. Essere rimasto lì e aver potuto giocare altre quattro partite è stato importante…”
D. Ne avete parlato magari di provare ad aggiungere qualche doppio misto anche nei Masters 1000?
Andrea Vavassori: “Dopo Indian Wells io e Sara abbiamo spinto perché lo facessero anche a Roma, però siamo arrivati un pochino tardi. Speriamo che ce la facciano per il prossimo anno, magari con un tabellone da 16 come a Indian Wells. Anche per il torneo sarebbe un bello spot, ci sono partite in più e comunque è una disciplina che all’Italia piace, ci hanno seguito in tantissimi quando abbiamo vinto lo US Open“.
D. Cambierà qualcosa per voi quest’anno a New York, con il nuovo format dello US Open per il misto?
Andrea Vavassori: “Non abbiamo ancora saputo nulla. Vedremo se ci vorranno dare una wild card, però vedremo. Giocheranno tanti singolaristi, sarà a discrezione del torneo. Noi siamo un po’ contro questo format, però bisogna anche accettare le decisioni dei tornei: gli Slam hanno tanto potere in questo momento”.