Roland Garros, Sabalenka parte forte: “Non penso all’anno scorso, ma voglio fare meglio”
(a cura di Jenny Rosmini)
Aryna Sabalenka ha inaugurato il suo Roland Garros 2025 con un successo netto: 6-1 6-0 a Kamilla Rakhimova, sul Philippe Chatrier. Un esordio dominante, che lancia un chiaro segnale al torneo e conferma le ambizioni della numero uno del mondo, desiderosa di riscattare la sfortunata eliminazione dello scorso anno, causata da un malessere fisico.
“Di solito queste cose mi motivano a tornare più forte,” ha spiegato in conferenza stampa. “Ma non mi soffermo su ciò che è successo. Vivo il presente, lavoro sodo ogni giorno e do tutto punto dopo punto. Ovviamente spero di ottenere un risultato migliore rispetto all’anno scorso.”
“Giocare sul centrale è stato fantastico. E stasera applaudirò Nadal”
Sabalenka ha elogiato l’atmosfera del Philippe Chatrier, il palcoscenico del suo match d’esordio: “È stato incredibile giocare lì. Non vedo l’ora di tornarci.” In serata, parteciperà anche alla cerimonia dedicata a Rafael Nadal: “È sempre stato un’ispirazione per me, per la sua etica del lavoro e per tutto ciò che ha ottenuto. È una leggenda e una grande persona.”
Tra tecnologia e tradizione: “Non so cosa preferisco”
A Parigi si gioca ancora con i giudici di linea, a differenza di altri tornei su terra dove si utilizza il sistema elettronico. Sabalenka ha ammesso di non avere una preferenza chiara: “Sono un po’ confusa. A Stoccarda ho avuto problemi con l’arbitro, a Roma con il sistema Hawk-Eye. Forse è bello mantenere un tocco di tradizione, ma non ho un’idea precisa.”
Eastern toughness: la scuola dell’Est, tra durezza e resilienza
Una delle risposte più significative è arrivata quando si è parlato del divario tra i Paesi ricchi, come Francia e Italia, e quelli dell’Est Europa in termini di nuove giocatrici competitive. Sabalenka non ha esitato:
“L’ambiente in cui cresci conta moltissimo. Da noi, in Bielorussia o in altri Paesi dell’Est, la vita è più dura. Il tennis è spesso una via per cambiare le cose. Gli allenatori sono severi, molto esigenti, a volte anche duri nel modo in cui si pongono. È un sistema che ti rafforza, ma può anche spezzare chi non ha la tenuta mentale. Però chi sopravvive a quella scuola è pronto a tutto.”
E aggiunge: “Nei Paesi più ricchi, forse, ci sono più opzioni, più comodità. Può essere più difficile accettare i sacrifici quotidiani che richiede il tennis. Il talento c’è ovunque, ma a fare la differenza è la fame, la spinta interiore. E dipende anche da come vieni cresciuto: se la tua famiglia ti sostiene, ti spinge, o preferisce che tu segua una strada più ‘sicura’ come studio e lavoro.”
Poi, con un sorriso, chiude: “I miei genitori non mi hanno mai forzata. L’unica cosa che mi chiedevano era di smettere di rompere racchette… ma non sempre li ho ascoltati!”
Allenamenti “da tatami”
Nella preparazione fisica, Sabalenka trae ispirazione anche dalle arti marziali. Il suo preparatore è specializzato in jujitsu brasiliano, disciplina che ha influenzato le sue sessioni in palestra: “Facciamo molti esercizi presi dal jujitsu per migliorare il controllo del corpo, la forza del core e la coordinazione. È un approccio che funziona molto per me.”
Il colpo preferito? Quello che non ti aspetti
Tra i momenti più leggeri, Sabalenka ha parlato del suo rovescio incrociato stretto, uno dei colpi più spettacolari del suo repertorio: “In allenamento lo proviamo spesso, ma in partita non è mai pianificato. Mi viene naturale. È un colpo difficile, serve tocco e controllo, ma può cambiare l’inerzia dello scambio.”
La classifica? “Conta poco, si deve lottare sempre”
Da ottobre Aryna è tornata in vetta al ranking WTA, ma per lei non è cambiato nulla: “Essere numero uno era un obiettivo, ma adesso non ci penso. Che tu sia 1, 2 o 10, devi scendere in campo e combattere. Non sento più pressione rispetto a quando ero seconda.”
E il tabellone? “Non lo guardo… ma dimmi pure”
Quando le viene chiesto se ha dato un’occhiata al tabellone, Sabalenka scherza: “Se stai per dirmi qualcosa, non farlo! (ride) Scherzo, dimmi pure. Di solito non guardo troppo avanti, ma non mi cambia nulla.”
Con questa leggerezza, unita a grinta e consapevolezza, Sabalenka ha iniziato il suo Roland Garros con il piede giusto. Il messaggio è chiaro: quest’anno a Parigi vuole essere protagonista fino in fondo.