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Coppa Davis, Carreño Busta: “In Spagna Jaume avrebbe vinto contro Cobolli”. Munar: “Pubblico perfetto”

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Nella finale di Coppa Davis contro l’Italia, sembrava che la Spagna potesse pareggiare la sconfitta di Carreño Busta a opera di Matteo Berrettini grazie a un Munar prima scatenato che ha poi tenuto testa nel terzo set a Flavio Cobolli, ma l’azzurro ne aveva di più e il suo sprint in dirittura d’arrivo è stato inarrestabile. Delusa ma fino a un certo punto, ecco cosa ha detto la squadra spagnola dopo aver perso la sfida valida per l’Insalatiera andata così all’Italia.

D. David, ovviamente questa sconfitta fa molto male alla squadra. Immagino tu sia comunque molto orgoglioso di ciò che i tuoi ragazzi hanno fatto arrivando in finale e andando così vicino a portare la sfida al doppio decisivo.
CAPITANO DAVID FERRER: È stata una sfida davvero molto equilibrata. Alla fine abbiamo giocato tutta la settimana e ci siamo andati vicinissimi. Sì, come dici: sono molto orgoglioso di loro. L’Italia, nei momenti importanti, ha giocato davvero bene. Non è facile per noi giocare in Italia contro l’Italia. Dobbiamo essere soddisfatti perché penso che i giocatori abbiano la capacità di farsi trovare pronti il prossimo anno. Questa è esperienza per loro. Secondo me è stata una grande stagione di Coppa Davis.

D. Capisco che non sia un momento facile, ma vorrei chiedere a Munar: quando eri avanti 6-1 e poi hai avuto la palla per andare 2-0, cosa pensavi in quel momento? Cobolli non stava giocando il suo miglior tennis, mentre tu eri incredibile, non sbagliavi nulla. Come spieghi il cambiamento? Anche nel terzo set tenevate sempre il servizio, poi sul 5 pari hai perso il turno di battuta in modo diverso rispetto al resto del match. Il pubblico ti ha dato fastidio? Un po’, troppo, o per niente?
JAUME MUNAR: Fin dall’inizio ho cercato di fare ciò che David ci ha ripetuto per tutta la settimana: giocare punto per punto. È quello che ho fatto. Forse lì mi sono un po’ irrigidito, ma pensavo solo al punto successivo. Avevo le idee molto chiare su cosa volevo fare e per quasi tutta la partita sono riuscito a farlo. Non c’è molto da aggiungere. Lui ha avuto la capacità di alzare il livello nei momenti in cui serviva. Ha finito giocando un match di altissima qualità. Sono stati dettagli. Ho dato tutto, ma non è bastato. Per quanto riguarda il pubblico, secondo me è stato perfetto. Non mi ha disturbato. Ovviamente tifavano per l’Italia, ma l’atmosfera era splendida. Questa è la Davis Cup, me l’aspettavo così. Voglio solo fare i complimenti all’Italia e a tutta la loro squadra: hanno fatto un lavoro fantastico.

D. David, parlando del pubblico: che consiglio hai dato a Jaume quando hanno iniziato a fischiarlo un po’? Hai cercato di dirgli di calmarsi?
CAPITANO DAVID FERRER: Il pubblico è stato molto corretto. Non abbiamo niente da rimproverare ai tifosi: è normale che sostengano la loro squadra. Ho solo detto a Jaume di rimanere concentrato su sé stesso e nient’altro. E lo ha fatto. Ha giocato un grande match, molto equilibrato. Sono stati dettagli che avrebbero potuto cambiare l’esito. Alla fine Cobolli ha meritato di vincere. È stato molto concentrato nel secondo e nel terzo set. Dobbiamo accettare che questo è lo sport e rimanere positivi. La cosa buona è che quest’anno abbiamo fatto un ottimo percorso in Davis Cup.

D. David, puoi approfondire un po’? Hai parlato degli aspetti positivi che portate via da questa settimana…
CAPITANO DAVID FERRER: È difficile riassumere. Il gruppo è molto unito, e questo conta tantissimo. Si sono sostenuti durante tutta la settimana. L’atmosfera era bella, lavorare con loro è facilissimo. Credo che saranno giocatori ancora migliori e ancora più pronti per il prossimo anno. Dopo la sconfitta ho detto loro che devono essere orgogliosi. Ora è il momento di riposare.
Non è mai facile giocare per il proprio paese in Coppa Davis, ma sono lottatori straordinari. Inoltre sono fortunato: sono anche grandi giocatori.

D. Potresti dirci qualcosa su questa squadra e su cosa pensi che il tennis spagnolo porti via da questa settimana?
DAVID FERRER: Di questa squadra devo dire prima di tutto che sono delle grandi persone, che è la cosa più importante. Lavorare con loro per me è un piacere e un orgoglio, perché mi rendono tutto molto facile, e poi sul campo sono davvero ottimi competitori, lo hanno dimostrato. Per me è stato un grande anno, mi sono divertito molto, sia oggi che durante tutta la settimana, con Pablo, Jaume, Pedro e Marcel nel doppio. È stato bello vedere come si motivassero a vicenda, credendo sempre di più in loro stessi, e per me da capitano è una meraviglia. È chiaro che abbiamo perso la finale di Coppa Davis, ma non lo vedo come un dramma, vedo qualcosa di positivo il fatto di esserci avvicinati tanto a vincere la settima insalatiera per il nostro Paese. Alla fine questo è sport, dobbiamo accettarlo, non cambia nulla nella vita vincere la Coppa, ma le emozioni vissute questa settimana resteranno per sempre, ed è bellissimo.

D. L’anno prossimo di più e meglio?
DAVID FERRER: Non so se meglio, ma sicuramente di più.

D. Vorrei chiedere soprattutto a Jaume e Pablo: questa settimana non è stata certamente un torneo normale. Che conclusioni traete per la prossima stagione, per le vostre carriere individuali?
JAUME MUNAR: Questo non è un torneo normale, è una competizione unica, l’unica che giochiamo come squadra rappresentando il nostro Paese. Ho avuto la fortuna di essere parte di questo gruppo sia a Marbella sia nelle finali e mi sono divertito molto, soprattutto dopo i problemi fisici e un anno non facile. Chiudo la stagione con l’obiettivo personale raggiunto, godendomi l’ambiente e la possibilità di arrivare a una finale di Coppa Davis. Ora siamo un po’ tristi per non averla vinta, ma guardando con prospettiva credo che per il prossimo anno mi servirà a crederci di più; se le lesioni mi rispetteranno e sarò al cento per cento, ho il livello per stare nel circuito ATP tutta la stagione.

PABLO CARREÑO BUSTA: La prima conclusione che traggo è che sono felice di aver scelto di giocare a tennis, perché questa settimana è stata straordinaria. La Coppa Davis dà emozioni che altri tornei non danno. La tappa in Svizzera è stato il primo passo per me, Marbella un’esperienza molto piacevole per la finale ma con momenti difficili dopo la sconfitta, che mi hanno aiutato a crescere. Ho finito l’anno molto bene, ora sono arrivato qui con più esperienza e ho potuto dare di più alla squadra rispetto a Marbella. Dal punto di vista personale e tecnico porto via tante cose su cui lavorare, sono convinto di avere margine di miglioramento. Ho dato il massimo, ho competito fino alla fine, ma si può ancora migliorare. Porto via anche grande entusiasmo per la prossima Coppa Davis, se David vorrà e io sarò pronto, perché è una competizione davvero speciale.

D. Jaume, puoi dirci le tue sensazioni sulla partita che hai giocato?
JAUME MUNAR: È difficile ora parlarne, sento più dolore che altro non solo per la partita, ma per tutta la squadra. Mi sarebbe piaciuto vedere Pedro e Marcel nel doppio che ho apprezzato molto questa settimana. Ho lottato dal primo all’ultimo punto, sono rimasto concentrato, il mio avversario ha alzato il livello nel finale. È stata una partita con tanti alti e bassi, dovrei analiz­zarla con calma. Mi resta la soddisfazione personale di aver lottato, di aver fatto un passo avanti come giocatore nella Coppa Davis. La sensazione è agrodolce, ma come ha detto David, dobbiamo essere positivi per il percorso fatto. Siamo partiti dalla Svizzera, il viaggio è stato lungo, abbiamo fatto passi avanti e sono orgoglioso della squadra. Le conclusioni non vanno tratte da una partita, ma dal percorso globale, che è molto positivo.

D. Per Pablo e Marcel: siete gli unici, a parte il capitano, ad aver giocato finali di Coppa Davis. Cosa avete trovato di speciale in questa finale rispetto alle altre?
PABLO CARREÑO BUSTA: Ho giocato solo una, questa è la seconda. La precedente l’abbiamo disputata a Madrid, la differenza era che lì il pubblico tifava per noi, oggi per loro. Entrambe sono state speciali, a Madrid ero in panchina, non ho giocato, ma abbiamo vinto. In Coppa Davis giocare in casa con il pubblico è fondamentale; se avessimo giocato qui in Spagna sono sicuro che Jaume avrebbe vinto la sua partita, perché è stata molto equilibrata e il pubblico avrebbe spinto di più.
MARCEL GRANOLLERS: A Madrid giocavamo col supporto dei nostri tifosi. In finale contro l’Argentina l’ambiente era incredibile, di un altro livello. Ma ora voglio sottolineare soprattutto il grande impegno di questa squadra: abbiamo lottato dal primo all’ultimo punto e possiamo andare via a testa alta, perché siamo stati una vera squadra. Questo ci servirà per il futuro e ce lo dobbiamo portare con noi.

D. Sia Italia che Spagna sono arrivate qui senza i due migliori giocatori per classifica, ma hanno entrambe grandi talenti. Cosa significa questa dimostrazione per il gruppo?
DAVID FERRER: È importante avere due giocatori speciali come Sinner e Alcaraz, che segneranno un’epoca nella storia del nostro sport, come hanno fatto Nadal, Federer e Djokovic. Noi avevamo la fortuna di poter contare su Carlos, ma ha avuto problemi fisici. Però, come ha detto Marcel, è stata una grande settimana e loro hanno dimostrato di essere capaci di cose straordinarie, ci è mancato pochissimo. Ma il valore maggiore è essersi superati e aver creduto in loro stessi. Ho rivissuto emozioni che non provavo da quando ero giocatore, in questi due anni da capitano questa squadra mi ha fatto sentire adrenalina e sensazioni fortissime. Ieri ho ringraziato tutti, ora riposeranno e anche io mi dedicherò un po’ alla bici, al paddle, un po’ di tutto.

D. Congratulazioni per essere arrivati in finale. Marcel, volevo chiederti di Horacio Ceballos, che è stato molto provato dalla sconfitta contro la Germania. Come hai vissuto il suo stato d’animo e cosa gli hai detto?
MARCEL GRANOLLERS: Abbiamo seguito la partita, poi ho avuto modo di vederne una parte. È stata una sconfitta molto dura. Quando perdi così in Coppa Davis resta il dolore, perché hai una squadra e un paese dietro. Ne abbiamo parlato il giorno dopo, l’ho incoraggiato, ho visto che ha giocato a un ottimo livello. A volte capitano momenti difficili, è parte della nostra carriera, ma sono sicuro che si rialzerà e tornerà più forte dopo le vacanze.
DAVID FERRER: Grazie a tutti.

M.S.




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