Coppa Davis, Binaghi: “Qualsiasi cosa si faccia in Italia nel tennis, si vince sempre”
Dopo la conquista della Coppa Davis a Bologna, la terza consecutiva, il presidente della FITP, Angelo Binaghi, non ha nascosto la propria gioia e la soddisfazione per un traguardo che conferma il momento d’oro del tennis italiano. “Cobolli non ha nulla da invidiare a Scamacca, con tutto il rispetto per Scamacca. Rivendichiamo pari diritti con la Nazionale di calcio, perché l’obiettivo è rendere il nostro sport sempre più popolare”, ha spiegato Binaghi al collega Marco Iaria de ‘La Gazzetta Dello Sport’, sottolineando l’importanza di dare al tennis la stessa visibilità dei grandi eventi calcistici, anche in tv.
Binaghi: “Non ci fanno organizzare altro, non ci saremmo fermati”
Binaghi ha anche evidenziato con orgoglio la straordinaria prestazione degli azzurri: “Sono state due settimane bellissime, prima le ATP Finals dominate da Sinner a Torino, ora la Davis conquistata a Bologna. E non ci fanno organizzare altro, altrimenti non ci saremmo fermati qui. La verità è che qualsiasi cosa si faccia, a tennis in Italia si vince sempre. Abbiamo vinto la Davis nonostante tre mesi di stop forzato al nostro numero 1, nonostante le settimane di infortunio del nostro numero 2. Aveva ragione Jannik: siamo uno squadrone anche senza di lui e Lorenzo (Musetti, ndr.)”.
“Ci possiamo permettere di tenere fuori un top 30 come Darderi, tennisti come Arnaldi, e vincere. Vuol dire che abbiamo un sistema che funziona. La Davis è una competizione, con l’attuale formula, che spesso è stata vinta con un solo giocatore. Noi potremmo giocare con 8-10 giocatori. Nel tennis maschile siamo la nazione più forte del mondo. Cosa dobbiamo fare di più?”.
Riguardo al futuro, Binaghi ha poi spostato l’attenzione sugli obiettivi della FITP: “Non parlerei di obiettivo, ma di obiettivi, al plurale. Dopo il trionfo di Jasmine Paolini dello scorso maggio, dobbiamo vincere gli Internazionali d’Italia al maschile, come non succede da 50 anni, e fare un’altra grande festa come questa. Sinner poi deve tornare numero 1, Musetti deve entrare tra i top 4-5. Errani deve giocare tutta la vita. E ci aspettiamo ancora tanto da Jasmine. C’è un clima incredibile che va sfruttato”.
“Vedere il tennis monopolizzare la serata era uno dei miei sogni”
Del resto, il bilancio economico e organizzativo della prima edizione delle Final Eight in quel di Bologna è altrettanto impressionante: 143,8 milioni di euro di impatto economico, con 47.877 spettatori unici e un totale di 61.463 presenze giornaliere, di cui l’11,7% dall’estero: “Il gettito fiscale è stato di 24,2 milioni, quasi quattro volte superiore al contributo del Governo, pari a 6,5 milioni. Vorrei poi sottolineare un altro dato. Open Economics ha stimato 92 milioni di benefici sociali”.
“Bene, il 49% è stato generato dalla fruizione degli incontri in chiaro in tv, su SuperTennis e Raiuno. Vedere il tennis monopolizzare la serata del primo canale è uno dei miei sogni diventato realtà. Questo ci fa capire quanto sia importante, per allargare la base di interessati e praticanti, rendere visibili a tutti i nostri campioni. Una recente indagine di Nielsen ha mostrato una forte riduzione del gap rispetto al calcio. Ci stiamo arrivando”.
Binaghi: “Staremo qui a Bologna per altri due anni”
Non mancate le considerazioni organizzative, con uno sguardo alle future edizioni: “Crediamo ci siano molte cose da migliorare, sotto diversi punti di vista. D’altra parte, siamo solo al primo anno del nuovo ciclo e vedo delle similitudini con le Finals di Torino. Ma intanto la scommessa è stata vinta, e il merito è del ministro dello Sport, Andrea Abodi, e del governatore dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, che in un incontro dello scorso dicembre colsero al volo l’occasione che prospettammo loro, grazie alla sponda diplomatica attivata con la Federazione internazionale. E anche dell’ex presidente Stefano Bonaccini che aveva creduto in noi, nella crescita del tennis e nel valore aggiunto che sarebbe stato generato da questa manifestazione, a partire dalla fase a gironi ospitata nelle scorse stagioni”.
Guardando avanti, il presidente ha confermato che la fase finale di Coppa Davis resterà a Bologna anche per i prossimi due anni: “Avremo un bellissimo palazzetto, che sorgerà a pochi metri dalla struttura temporanea che ha ospitato questa edizione. La capienza sarà leggermente superiore (10.500 posti, sarà anche la casa della Virtus, ndr). Ma soprattutto l’impianto sarà molto più funzionale perché, a differenza della soluzione di quest’anno, si presta per sua natura a un evento sportivo. Stare qui a Bologna per altri due anni, e speriamo anche qualcuno in più, accresce inoltre il know-how di noi che lavoriamo direttamente con il Comune di Bologna e la Regione Emilia-Romagna per l’allestimento e la predisposizione di una manifestazione così grande, e insegna a tutti gli stakeholder che con noi lavorano ad approcciare le problematiche in modo sempre più professionale”.
Infine, la dedica ad uno storico protagonista della Davis, Nicola Pietrangeli: “Questa è la prima volta da 25 anni che Nicola Pietrangeli non è qui con noi. Nicola è la storia della Coppa Davis in Italia, è il giocatore che ha disputato più incontri al mondo in questa competizione, è la Coppa Davis per noi e per il resto del mondo. Vorremmo dargli la forza per fare in modo che l’anno prossimo sia di nuovo con noi a combattere insieme ai ragazzi”.
