Trovarsi un Cimabue in cucina che vale 24 milioni di euro
«Mai un Cimabue in cucina quando serve» ha commentato qualcuno su Twitter. A dimostrazione dell’eccezionalità del caso legato all’opera del pittore italiano trovata in una casa francese e ora venduta all’asta per oltre 24 milioni di euro.
Il Cristo deriso era, per l’anziana proprietaria della cucina in cui è stato trovato, un’icona come altre da venerare, ma senza un particolare valore materiale. Il dipinto è stato segnalato solo al momento di un trasloco e subito gli esperti ne hanno confermato autenticità e valore. Questo quadretto da 25,8 per 20,3 centimetri che è stato per anni appeso a una parete di una casa di Compiègne, comune del dipartimento dell’Oise, è opera di Cimabue, uno dei maestri del Medioevo italiano.
Il laboratorio di Eric Turquin, incaricato della valutazione, non ha avuto dubbi: «È evidente, paragonandolo con altri suoi quadri, che si tratta della mano del maestro fiorentino». Ulteriori analisi ne hanno confermato lo stato di conservazione. Sarà compito degli storici dell’arte conoscere il percorso che dall’Italia centrale del XIII secolo lo ha portato nella Francia del XXI.
L’opera aveva una base d’asta di 19,5 milioni di euro, nonostante la stima fosse fra i 4 e i 6 milioni, ed è stato venduto per 24 milioni a Senlis, a nord di Parigi. La casa d’aste Actéon non ha reso noto il nome dell’acquirente del dipinto a tempera e fondo oro su tavola di pioppo. Dovrebbe essere parte di un dittico del 1280 con scene della passione rappresentate su 8 pannelli. Due delle scene sono la Flagellazione di Cristo che è alla Frick Collection di New York e La Vergine e il Bambino in trono e circondati da due angeli conservata alla National Gallery di Londra.
«Le tracce della cornice antica, le linee circolari punteggiate eseguite allo stesso modo con il punzone, lo stile, la decorazione del fondo oro, la corrispondenza dei dorsi dei pannelli e le condizioni dei tre pannelli confermano che costituivano il lato sinistro dello stesso dittico» hanno spiegato dalla casa d’aste.
Eccezionale il ritrovamento e anche l’asta. È raro che un’opera di Cimabue sia andata all’asta. «Questo lo rende il dipinto primitivo più costoso venduto al mondo e anche il settimo dipinto antico più caro, dopo il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci (seppur con contestazioni di autenticità), seguito da opere di Rubens, Pontormo, Rembrandt, Raffaello e Canaletto», dicono da Actéon.