La Terra ha la febbre: mancano 1,5°C alla fine del mondo
I dati sui cambiamenti climatici diventano giorno dopo giorno sempre più allarmanti e gli sforzi fatti a livello internazionale per cercare di trovare una soluzione al problema sono troppo lenti e poco incisivi, sicuramente non al passo con chi invece si sta “impegnando” parecchio per mettere a repentaglio la salute dell’intero Pianeta.
La Terra è in pericolo e ce ne siamo accorti ormai tutti, perlomeno si spera. Nonostante le marce per il clima, gli ammonimenti di Greta Thunberg da un capo all’altro del globo e gli evidenti effetti negativi nel momento in cui i cambiamenti climatici si rivelano con tutta la loro forza, in molti ancora non hanno preso seriamente l’importanza di ripensare al proprio stile di vita in un’ottica più ecofriendly.
Dovremmo ormai tutti essere arrivati a quel livello di preoccupazione che ci spinge nell’immediato ad agire – un po’ come quando ci rendiamo conto che l’esame o la consegna di un progetto è imminente – e considerando che si sta parlando di distruggere ogni possibilità di vivere ancora sull’unico Pianeta che, per adesso, sembra ospitale nell’universo, forse, a maggior ragione dovrebbe metterci una certa pressione.
Tra le previsioni che preoccupano di più gli scienziati non solo le condizioni meteorologiche estreme ma soprattutto l’aumento a doppia cifra della temperatura. I gradi che ci separano da un punto di non ritorno e dalle conseguenze più catastrofiche del riscaldamento globale sono solo 1,5°C.
Un’esagerazione? Un modo di dire? Magari! Per rispondere a tutti quelli che leggendo stanno pensando “Eh ma cosa vuoi che sia?” sarò sintetica: se la temperatura terrestre dovesse aumentare ancora, sarebbe un disastro tale da provocare un’escalation di tempeste, alluvioni e siccità mortali.
Per non parlare dei danni alla biodiversità e delle conseguenti estinzioni di massa: le perdite tra il mondo animale e vegetale sarebbero incalcolabili. Nel giro di pochi decenni potremmo già dire addio ad alimenti di uso comune: fagioli, vino, grano e mais diventerebbero presto merce rara mentre cacao e caffè sparirebbero completamente dalla faccia della Terra.
Nonostante i ripetuti appelli – che cadono puntualmente nel vuoto – continuiamo a produrre energia bruciando combustibili fossili, che si accumulano nell’atmosfera e saturano l’aria di CO2. Siete curiosi di scoprire qual è la percentuale dell’energia mondiale prodotta utilizzando gli idrocarburi? Scopritelo nella nostra gallery.