Il principe Carlo nella bufera: soldi alla sua Fondazione in cambio di onorificenze reali
Non bastasse il principe Andrea sempre più invischiato nel caso del miliardario pedofilo Epstein, sulla Corona britannica è piovuto un nuovo scandalo. Che stavolta getta un’ombra addirittura sul futuro re Carlo d’Inghilterra. O quantomeno sulla sua The Prince’s Foundation, l’ente che raccoglie fondi per opere caritatevoli e per interventi a tutela dei beni culturali britannici. Michael Fawcett, ex valletto di Carlo e da anni suo principale collaboratore nonché chief executive della Prince’s Foundation, si è dimesso dopo che si è scoperto che ha fatto avere a un uomo d’affari saudita, in cambio di (tantissimi) soldi, un’onorificenza reale e la cittadinanza britannica. Douglas Connell, presidente della Prince’s Foundation, ha fatto sapere che sarà avviata un’indagine interna e che Fawcett ha presentato le sue dimissioni e offerto piena collaborazione alla polizia.
Secondo la ricostruzione di Daily Mail e Sunday Times la fondazione avrebbe ricevuto un milione e mezzo di sterlie dal tycoon saudita Mahfouz Marei Mubarak bin Mahfouz che in cambio ha ottenuto il titolo di Commander of the Most Excellent Order of the British Empire (CBE). L’onorificenza gli venne consegnata direttamente da Carlo nel 2016 in una cerimonia privata a Buckingham Palace non apparsa sulla Court Circular, il registro che segnala le attività pubbliche di ogni Royal. Non solo: Fawcett aveva promesso al miliardario anche la cittadinanza britannica, come si evince da una lettera che inviò nel 2017 a un assistente di Bin Mahfouz: «Alla luce della continua e più recente generosità di Sua Eccellenza», scrive il più stretto collaboratore di Carlo, «sono lieto di confermarle , in confidenza, che siamo disponibili e felici di sostenere e contribuire alla domanda di cittadinanza». Il direttore della Fondazione, nella stessa missiva, si diceva inoltre pronto a presentare domanda per un upgrade dell’onorificenza ottenuta dal tycoon nel 2006: da CBE a KBE, ovvero l’ambitissimo cavalierato. «Posso ulteriormente confermare», si legge nella lettera, «che siamo disposti a presentare una domanda per incrementare l’onorificenza di Sua Eccellenza da CBE onorario a quello di KBE in conformità con il Comitato d’onore di Sua Maestà».
Fawcett, valletto di Carlo fin dagli anni ’80 (si diceva che mettesse il dentifricio sullo spazzolino del principe ogni mattina) era finito nei guai già nel 2003 quando si era dovuto difendere dalle accuse di aver venduto dei «royal gifts», gadget e souvenir della corona che vengono donati ai collaboratori o ai dignitari in visita. Anche allora era stato costretto alle dimissioni ma Carlo, che lo considerava ormai un amico e un confidente oltre che un uomo di fiducia («Posso fare a meno di tutti ma non di lui») prima gli aveva assegnato un nuovo incarico come organizzatore di feste e poi gli aveva offerto la grossa opportunità con la fondazione.
Il principe Carlo, come ha chiarito una fonte vicina alla famiglia reale, «è completamente estraneo alla vicenda e non era assolutamente al corrente di legami tra donazioni e riconoscimenti». Però la stampa britannica si chiede: possibile che Carlo non sapesse che il titolo al miliardario saudita era stato promesso in cambio di ricche donazioni? E quante volte è successo? Certo è che dopo il principe Andrea la royal family di tutto aveva bisogno meno che di un nuovo scandalo. L’ex ministro Norman Baker ha già sottolineato che la vendita di onorificenze è un reato e che contatterà la responsabile della polizia metropolitana, Cressida Dick, per chiederle di aprire un’inchiesta che potrebbe rivelarsi molto imbarazzante per l’erede al trono.
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