Amore a prima vista
Mica solo le persone, ci inguaiano. Ci inguaiano anche i luoghi. Proprio come le persone. Amore a prima vista, lo chiamano. Guardi una/uno, a tutti gli altri dice poco, o nulla, e a te invece parla tantissimo. Arrivi in un posto, che è già stato casa per qualcun altro, una tenuta malmessa, un rudere da ristrutturare. Qualcosa ti punge dentro e non hai scampo, già lo sai: è lì che andranno le tue energie – affettive, economiche, psichiche – migliori. Pensiamo a Fabrizio De André e Dori Ghezzi, a quando nel 1975 inciamparono in quel casale di pastori che divenne la loro dimora aspra e poetica in notti a lume di candela senza telefono, sperduta dentro cinquanta ettari misti di boschi, coltivazioni, ruscelli: le prime stanze della figlia Luvi, oggi l’Agnata.
Deve essere successo così, è certamente successo così al tycoon della Silicon Valley, filantropo e scrittore Michael Moritz quando con la moglie Harriet Heyman dalla baia di San Francisco è capitato a Borgo Pignano, e si è ritrovato negli occhi un’antica villa padronale del XVIII secolo, con chiesa romanica, in totale abbandono, e le campagne toscane che cullano Volterra e San Gimignano, e da una vallata di rovi di more, balle di fieno e maisonette diroccate ha creato un eco paradiso di campi arati, viti e cipressi contro cieli cobalto, un luxury hotel che se ne sta in un tempo quasi sospeso tra il rifugio ecosostenibile, l’azienda agricola e il viaggio nell’arte, nella bellezza, nella natura protetta e irresistibile.
Grandi opere di cura si sentono anche nei piccoli dettagli, nei massaggi all’essenza di lavanda e cipresso, nelle passeggiate a cavallo per la riserva di 300 ettari, nei bagni dentro una piscina infinity scavata in una cava di tufo, nelle farine biologiche per la preparazione di pane e pasta oltre alle cassette dell’orto con uova, ortaggi, frutta, erbe aromatiche, olio d’oliva spremuto a freddo, vino e miele. L’impressione di esser dentro un regno incredibile: andar piano, silenzio e profumi di una volta.
Deve essere successo così, è certamente successo così all’attore Luca Calvani, oggi regista (sarà presto al cinema il suo Il cacio con le pere) e imprenditore, che – sempre in Toscana, ma nella Versilia in cui passava le sue estati bambino – un giorno ha girato una curva con Alessandro, e si è ritrovato davanti Le Gusciane, una casa che è proprio come le disegnavamo da piccoli: di giorno da fiaba di Hansel e Gretel, di notte da quadro di Magritte.
In una serra da sogno filtra la luce del mattino, si cena a piedi nudi sull’erba, la colazione è servita su un tavolo rosa antico e legno, dei nonni che tornavano dalla guerra, nelle arnie dentro al bosco in cui passa la via Francigena le api producono un miele che si può «adottare», com’è stato per gli ulivi dell’oliveta (a ogni albero un nome, e un verso), il gin è di casa (Helichrysum) così come le essenze e i saponi (Apuania).
Deve essere successo così, è certamente successo così, al consulente di comunicazione Fulvio Zendrini, che nella dimora di un comandante di lungo corso sulle colline che guardano l’antico borgo marinaro di Camogli ha creato con il compagno Mario Pietraccetta Villa Rosmarino, una maison di charme sul golfo: non un albergo, piuttosto una dimora paradiso dei sensi, inno al decoro fuori e al minimalismo dentro (pochi ospiti, tra camelie, rose rampicanti e melograni).
Base seicentesca, di cui resta un vecchio mulino, col frantoio per le olive, residenza il secolo scorso di un un vecchio ammiraglio, comandante di lungo corso, che qui amava venire a riposare dopo le lunghe traversate in mare: le travi che tengono il tetto e il solaio sono ancora quelle di allora, fatte con gli alberi maestri delle navi che oggi danno sui tramonti infuocati di Portofino.