I parenti, gli amici, i colleghi “salutano” Boris e Cristina
Marcello Pulidori
Un lungo addio, come raramente si ha modo di vedere, con oltre 200 persone a seguirlo, in un silenzio carico di sgomento. Così è stato l’addio che ha accompagnato, ieri pomeriggio, i coniugi Boris e Cristina Danu, 29 e 26 anni, morti il 24 agosto scorso nello schianto della loro moto contro un’auto.
la tragedia
Per capire la dinamica di questa tragedia sono ancora in corso indagini da parte della Procura di Ferrara dopo i rilievi effettuati dalla Polizia Locale giunta sul posto pochi minuti dopo la tragedia. La voce e le orazioni di padre Vasile Jora, che ha celebrato il rito cristiano ortodosso, in lingua romena, sono risuonate ieri pomeriggio fino all’esterno della chiesa dei santi Cosma e Damiano di via Carlo Mayr. I coniugi Danu erano infatti originari della Moldavia.
Già un’ora prima del rito funebre la via ha iniziato a essere invasa da familiari, colleghi e amici della coppia tragicamente scomparsa, e soltanto grazie alla professionalità e all’impegno della Polizia Locale (ai cui agenti era affidata la gestione della viabilità, peraltro in una zona a traffico limitato) ha consentito di effettuare ogni passaggio del funerale senza particolari disagi o problemi.
Sempre prima dell’inizio del rito, 10 furgoni della ditta “Bartolini Brt” hanno sfilato a passo d’uomo (e ovviamente con l’autorizzazione della stessa Polizia Locale, che ha mostrato anche in questa occasione una grande sensibilità) davanti alla chiesa in segno di saluto. Sono stati i colleghi di Boris, che lavorava proprio alla “Bartolini”, a chiedere di poter ricordare così, per l’ultima volta, il loro amico e compagno di viaggio, che su quei furgoni aveva lavorato. Qualcuno aveva anche fatto realizzare una maglietta con una immagine felice di Boris e Cristina mentre si trovavano sulle Mura della città. Tutto questo a testimoniare quanto questa tragedia sia entrata nei cuori non soltanto dei familiari ma per molti versi della intera comunità ferrarese, e in particolare di quella moldava, molto consistente in città e unita da vincoli “di sangue” molti forti. Come la tradizione religiosa cristiano ortodossa impone, ogni persona presente in chiesa ha tenuto tra le dita un piccola candela accesa. I genitori di Boris e Cristina hanno sostato in piedi a fianco dei feretri dei figli, in un momento del funerale che è risultato particolarmente toccante. Il rito nella chiesa di via Carlo Mayr si è concluso alle 15,30 con ancora molti amici della coppia costretti a sostare all’esterno del tempio. Mentre in tutta la zona è stato rispettato un silenzio carico di dolore che ha riguardato anche i negozi. Boris e Cristina avevano deciso di unirsi in matrimonio circa 6 mesi fa e avevano fatto un mutuo per poter comprare la casa di via Oroboni dove vivevano da tempo.
il corteo
Al termine della cerimonia, il corteo funebre ha raggiunto la Certosa dove si è svolto l’ultimo rito, quello della sepoltura.
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