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Сентябрь
2021

Festivaletteratura, la fiaba di Canizales convince i bambini

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MANTOVA. In fila per due, mano nella mano, occhi sgranati dallo stupore: sono piccoli e piccolissimi i lettori pronti a farsi trasportare nella storia di Berna, protagonista del libro “Bella”, raccontata per il festival dalla voce del suo creatore, l’illustratore colombiano Canizales. Berna non è una principessa delle favole, ma in fatto di finali non ha nulla da invidiare a quelle graziose creature. Nasone grande come una patata lessa, schiena curva, capelli da spaventapasseri e mento pronunciato, è una strega vera. Che nel racconto è alle prese con i preparativi per un appuntamento galante: l’orco l’ha invitata a un picnic.

«Questa storia è speciale – dice l’autore ai bimbi del pubblico – perché a tutti noi piace vestire bene e sentirci bene quando incontriamo le altre persone, ma può capitare che qualcuno ci dica che dobbiamo cambiare». A Berna lo dicono gli animali del bosco, che incontra sulla strada per il rendez vous: lo scoiattolo, il coniglio, la volpe, il topo. Le suggeriscono di usare la bacchetta magica per cambiare quello che non va. Ma modifica a tal punto il proprio aspetto (schiena dritta, nasino a punta, chioma fluente) che l’orco, quando arriva all’appuntamento, non la riconosce nemmeno più.

«Bambini, come vi piace di più Berna?» chiede Canizales. Il coro delle risposte è unanime: i piccoli spettatori, che nel corso dell’evento si tramuteranno in artisti muniti di colori, forbici e colla per creare la loro Berna, sono d’accordo con l’orco. «Ho scritto questa storia perché i giovani, soprattutto le ragazze, sono spinti a cambiare il proprio aspetto: il corpo, i capelli, il viso – ci spiega l’autore a margine dell’evento – C’è molta pressione in questo senso. Io sono colombiano, originario di una città di nome Cali dove si fa moltissima chirurgia estetica. Ho visto corpi impossibili. Vorrei far capire ai bambini, attraverso una storia semplice come questa della strega, che si è più autentici se ci si accetta per come si è. Il rischio, al contrario, è di arrivare a perdere la propria identità».

Il lavoro dell’autore, che con i suoi personaggi cerca di trasmettere messaggi positivi, ha affrontato anche altri temi: «In “Super”, che fa parte della stessa collana di “Bella”, parlo di intolleranza. E il racconto è un invito all’inclusione. Mentre nel “Libro più straordinario del mondo” i bimbi scoprono, nel finale, che il libro del titolo è la loro vita. La stanno scrivendo, e per loro sarà il libro più straordinario del mondo». A proposito di finali: Berna userà ancora la magia, ma per tornare al proprio aspetto originale, quello con il nasone. E si godrà il suo picnic con l’orco. Quasi meglio di un lieto fine da principesse.




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