Modena. I piedi e le scarpe di Vénuste, l’oro dell’Africa nera. Incontro ai Giardini ducali
MODENA. Un ragazzo di 23 anni arrivato dal Burundi, un Paese africano appena uscito dalla guerra civile, due piedi d’oro, un paio di scarpette da corsa ipertecnologiche e una medaglia d’oro alle Olimpiadi. La prima medaglia in assoluto per il Burundi. È questa la straordinaria storia di Vénuste Niyongabo, l’atleta mezzofondista che vinse nel 1996 l’oro nei 5000 metri ad Atlanta e divenne il primo campione olimpico nella storia del Burundi. Ne parlerà questa sera alle 21 al Giardino Ducale – accesso con green pass, prenotazione obbligatoria - proprio il campione africano, oggi uomo-immagine di Nike, con Dario Ricci, giornalista di Radio 24-Il sole 24 ore.
«Posso dire di essere stato un uomo fortunato – dice Niyongabo, da anni residente a Bologna - lo sport mi ha dato gioie immense, soddisfazioni, mi ha insegnato a essere grato per quello che ho avuto. Ora cerco di restituire un po’ di quella fortuna che ho ricevuto e faccio parte di un’organizzazione internazionale formata da ex-atleti, Peace and Sports, che si occupa di progetti di assistenza e sviluppo per i giovani. Una delle grandi fortune che ho avuto è stata quella di conoscere persone straordinarie, uomini che hanno saputo fare delle loro difficoltà un punto di forza su cui costruire una carriera eccezionale. Da queste persone ho imparato moltissimo, per questo quando ne ho l’occasione, racconto agli altri quello che è stato il mio viaggio perchè possano trarne degli spunti per costruire il loro».
Spiega Dario Ricci: «Spesso non noi focalizziamo bene cos’è un piede. Il piede è invece l’unico punto di contatto col suolo che il nostro corpo ed è quello che fa la differenza rendendoci dei dominatori rispetto al pianeta, dato che siamo eretti. In più, se i gesti della mano sono istintivi, tutto ciò che fanno i piedi è frutto della nostra volontà. C’è gente che costruisce il proprio destino intorno al piede. Partendo da questo concetto, i migranti di oggi camminando nel deserto spostano i destini del pianeta. Oggi ci confrontiamo con questa migrazione. E passo dopo passo un atleta come Vénuste ha costruito il proprio destino come capita molto spesso attraverso la corsa».
Questa sera Niyongabo percorrerà la storia della sua affermazione come sportivo da quando, in Africa, si allenava possedendo solo la voglia di correre, ma condividendo le scarpe da ginnastica con altri atleti, sino appunto alla vittoria alle Olimpiadi cui arrivò dovendo superare diversi tipi di ostacoli, non ultimi quelli burocratici.
«In africa, più che altrove – continua Ricci - la corsa è uno strumento di elevazione. E’ un ascensore sociale. Anche se poi il modo di rendere costruttivo questo modo di correre in molti casi lo abbiamo esportato noi italiani. Abbiamo costruito una cultura della corsa e abbiamo evitato una delocalizzazione selvaggia di questi talenti che prima venivano presi e portati negli Usa o in Giappone e se non davano risultati li rispedivano a casa. Per questo la corsa in Africa diventa un momento di crescita sociale e il campione un elemento di riferimento per la sua comunità. E questa è la storia di Vénuste».
«Parleremo anche della rivoluzione tecnologica. Se ci pensiamo, è paradossale che siamo tutti ben disposti d accettare che qualcuno ci insegni uno sport qualsiasi ma poi siamo presuntuoso da andare a correre per conto nostro. A noi basta mettere le scarpette e correre dicendo che tanto lo sappiamo fare. Invece c’è una tecnica precisa che permette di correre al meglio, non tanto cronometricamente, ma evitando infortuni e fastidi e cogliendo l’aspetto formativo del benessere. E anche le scarpe e l’abbigliamento stanno cambiando continuamente. Clamorose sono le scarpe della Nike che hanno permesso a Kipchoge di fare il record del mondo di maratona nel 2019 a Vienna, anche se non riconosciuto. Lo stesso Vènuste oggi è uomo immagine della Nike».
Il progetto “Rivoluzioni. Persone, luoghi ed eventi del '900 tra crisi e trasformazioni” è ideato dall’Istituto Storico di Modena, dal Centro Documentazione Donna, dal Comitato per la storia e le memorie del Novecento del Comune di Modena con la collaborazione scientifica della Fondazione Collegio San Carlo. L’iniziativa di venerdì è promossa in collaborazione con SISS (Società Italiana di Storia dello Sport) e rientra nell’ambito della rassegna “I Giardini d’Estate di sera con Hera” ed è sostenuta da Fondazione di Modena. Partecipare all’iniziativa è possibile presentando il GreenPass e prenotandosi su: biglietteria@emiliaromagnateatro.com – 059 2136021 - oppure al botteghino dei Giardini Ducali fino ad un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.