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Сентябрь
2021

In Toscana un morto a settimana sul lavoro

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FIRENZE. Una vera mattanza: un morto sul lavoro a settimana negli ultimi cinque anni. È la fotografia che si registra in Toscana, con una media incredibilmente alta anche durante il 2020, l’anno della pandemia e del lockdown che ha chiuso per mesi aziende e attività e ridotto il numero dei lavoratori attivi. 46 i morti sul lavoro nel 2016, 51 nel 2017, 50 nel 2018, 44 nel 2019, 48 nel 2020. I dati dell’Inail, l’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro parlano chiaro: la sicurezza è un’emergenza.

I numeri della Toscana sono preoccupanti: già nei primi mesi del 2021 si sono registrati 24 infortuni mortali sul lavoro, con un’escalation degli incidenti, oltre 32mila. I settori più a rischio nella nostra regione sono agricoltura (dove si è concentrato il 29% degli incidenti mortali), manifatturiero (13%) e costruzioni (18%). In Italia nei primi sette mesi del 2021 ci sono stati 677 infortuni mortali su oltre 300mila incidenti sul lavoro denunciati, con un incremento sull’anno precedente dell’8,3%.

Cinque i morti dalla fine di agosto in Toscana. Gli ultimi tre giorni sono stati terribili: martedì 7 settembre è morto un marinaio 54enne nel porto di Livorno, colpito da un cavo mentre era impegnato nelle operazioni di partenza della nave su cui era imbarcato, diretta a Genova. Il giorno successivo altri due infortuni mortali: a Pietrasanta un altro operaio di 54 anni è morto nel piazzale della sua ditta, travolto da due blocchi di lastre di marmo. Sempre mercoledì un uomo di 73 anni ha perso la vita in un’azienda agricola nell’Aretino, mentre potava un albero. Se allarghiamo l’orizzonte all’Italia, nella stessa giornata di mercoledì a Napoli è deceduto un operaio di 59 anni che lavorava in un cantiere della linea 1 della Metro. Nel tratto fra il Centro direzionale e Capodichino.

Dopo i due nuovi incidenti mortali sul lavoro, il Consiglio regionale della Toscana ha deciso di convocare i responsabili della sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro delle Aziende sanitarie. La Regione ha deciso di convocare immediatamente in commissione sanità i dirigenti responsabili dei servizi di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro delle Asl e gli assessori competenti. Un anno orribile, il 2021. Il 3 maggio scorso è morta a Prato l’operaia 22enne Luana D’Orazio, tirata dentro un orditoio, un macchinario tessile a cui erano state tolte le protezioni e che secondo l’ultima perizia affidata dalla procura a un consulente tecnico stava girando alla velocità massima ( “fase lepre”) con la saracinesca di protezione sollevata.

La morte di Luana è diventata il simbolo della necessità di garantire sicurezza sui luoghi di lavoro. La procura ha disposto che la Guardia di finanza faccia una stima economica per «verificare che effetti abbia potuto avere la manomissione del macchinario sotto il profilo del profitto» dell’azienda. «Fermiamo questo stillicidio e rafforziamo immediatamente l’attività ispettiva e la formazione, si introduca una patente a punti per tutte le aziende. Basta inattività», ha scritto in un twitter la Cgil nazionale dopo gli ultimi incidenti sul lavoro. Uno stillicidio, dice l’Uil. «Quella sulla sicurezza sul lavoro è un’emergenza nazionale che assume ogni giorno di più i contorni della tragedia», affermano i segretari generali Uil Toscana Annalisa Nocentini e Toscana nord Franco Borghini. «Un’emergenza che va affrontata immediatamente con strumenti efficaci e nuovi da parte della politica e delle istituzioni».

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