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Сентябрь
2021

Pistoia, dieci operai senza paga da tre mesi occupano il cantiere di un palazzo - Video

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PISTOIA. Da tre giorni alcuni di loro sono costretti a dormire in un furgone. Gli altri, nell’unico rimasto dei due appartamenti affittati per la durata del cantiere. Ma anche da quello, domani, se ne dovranno andare, perché i soldi per rinnovare il contratto non ci sono. E, soprattutto, non ci sono neppure quelli per pagare loro il salario. Per questo, al grido “soldi” “soldi”, i dieci operai della “Pako srls” ieri mattina si sono “asserragliati” in cima alle impalcature del palazzo in costruzione di via Stelvio, per invocare, facendo rimbombare come tamburi i tubi innocenti, il diritto a vedersi retribuire il lavoro che da tre mesi a questa parte stanno portando avanti.

Un diritto negato – sostengono – non per colpa del titolare della loro azienda, che ha sede ad Afragola, nel Napoletano, ma perché quest’ultima non avrebbe incassato il dovuto dall’azienda da cui ha avuto in subappalto i lavori, la Edil 84 di Prato: «In tre mesi, solo cinquemila euro – spiega il preposto della “Pako” e portavoce degli operai Giuseppe Castiello – sufficienti neppure per pagare i nostri contributi. Noi ci occupiamo degli intonaci interni ed esterni e delle pareti in cartongesso, e in questi tre mesi abbiamo fatto lavori per 57mila euro. Ma da ieri ci siamo fermati. Il nostro titolare non ha colpa. È una persona seria, umile. Ma se non lo pagano, lui non ha i soldi per pagare noi». Un cantiere senza pace quello di via Stelvio, nato dopo mesi di battaglie da parte dei residenti della zona, che hanno visto sparire un ampio spazio verde acquistato dal fondo immobiliare romano InvestiRe Sgr per la realizzazione di un palazzo con trenta appartamenti per “Social housing”.

Pistoia, operai senza salario protestano sulle impalcaturefoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

Sul luogo della protesta, oltre alle forze dell’ordine, sono arrivati nel corso della giornata anche vari sindacalisti. Fra cui Daniele Vaccaro, responsabile della Filca Cisl Toscana, che si è attivato inviando una pec sia a Investire che alla Edil 84 (e per conoscenza alla Pako serls e all’ispettorato del lavoro) per chiedere l’applicazione della cosiddetta “responsabilità solidale”. «Abbiamo chiesto a Investire – spiega – di bloccare i pagamenti alla Edil 84. Loro infatti per legge sono responsabili se i loro appaltatori non pagano i subappaltatori. Quindi abbiamo chiesto di accantonare intanto i pagamenti dei sal, gli stati di avanzamento lavori, per eventualmente pagare direttamente loro il subappaltatore. Con questa lettera, gli operai hanno la garanzia che avranno gli stipendi, anche se non subito, perché i tempi sarebbero comunque lunghi».

Nel pomeriggio, in via Stelvio, è arrivato anche il sindaco Alessandro Tomasi, per rendersi conto di ciò che stava accadendo e fare tutto il possibile per quanto di sua competenza per aiutare gli operi. «Sembra esserci un problema di pagamenti da parte della ditta che ha dato in appalto il lavoro. Dato che il cantiere è privato l’unico impegno che posso prendere è quello di contattare direttamente Investire per capire se possono attivarsi per risolvere questa situazione» ha spiegato.

La replica del titolare
«Non corrisponde al vero che i dipendenti della ditta Pako abbiano lavorato nel cantiere per tre mesi: sono entrati una prima volta il 5 luglio e vi sono rimasti fino al 29 luglio. Nel mese di agosto le attività in cantiere sono proseguite, ma hanno riguardato interventi diversi da quelli di competenza della ditta Pako, i cui dipendenti sono rientrati per ultimare le proprie lavorazioni il 31 agosto. Tali lavorazioni avrebbero dovuto essere completate entro il 3 settembre e così non è stato».A parlare è Massimo Tempestini, titolare della Edil 84 di Prato. L'imprenditore respinge le accuse e annuncia anche il ricorso alle vie giudiziarie: «Le presenze in cantiere sono dimostrabili - e lo saranno nelle sedi giudiziarie - attraverso i registri e la documentazione del cantiere medesimo. Le persone ammessequali lavoratori della Pako sono quattro e non dieci, e ciò dimostra che l'occupazione del cantiere è stata organizzata, e sta avvenendo anche da parte di soggetti estranei. Ci stanno impedendo di entrare e rifiutano di scendere dal ponteggio sul quale sono saliti senza alcuna autorizzazione e senza indossare le necessarie precauzioni di sicurezza. Questa aggressività - che sta impedendo anche alle altre aziende di proseguire nel loro lavoro - sembra mirata a intimidire la mia azienda. Mi sono anche state fatte delle richieste economiche esose e diverse dalle somme contrattualmente pattuite con la Pako, richieste fatte dai dipendenti e non dal titolare, che si è reso irreperibile e si nega al telefono».

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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