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Сентябрь
2021

La storia di Benedetto, contadino di Scansano che scrive i suoi libri a mano

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SCANSANO. Mani avvezze a lavorare la terra. Mani capaci di stringere la zappa, di falciare il grano. Ma anche mani che amano sporcarsi di inchiostro. E che sanno essere leggere sul foglio per trasferire in parole le emozioni di un uomo. Sono le mani di Benedetto Bruni, 86 anni, lo scrittore contadino di Maremma. Che sabato 11 settembre  presenterà a Grosseto il suo ultimo libro, il sesto, "Pensieri", edito da Innocenti (presentazione alle 9,30 al bastione del Cinghialino sulle mura Medicee). Un libro che, come i cinque precedenti, ha una caratteristica ormai più unica che rara: è stato scritto interamente a mano. «Io - racconta Bruni al Tirreno - sono di Scansano, del podere la Colomba, sotto Murci. E sono contadino. Mi dicono: "Non lo dire che sei contadino, ti degradi". Ma io lo dico, sì. Perché sono quello che ho dato da mangiare a tanti professori. Ogni volta che portate la mano alla bocca, dietro c'è il sudore dei contadini».

Si presenta così Benedetto: un contadino scrittore. Nato il 26 aprile 1935, con la stessa genuinità con cui si presenta, Bruni si è portato dietro dal secolo scorso, da quel mondo rurale dove è cresciuto, anche un'abitudine ormai desueta. Niente tastiera, niente computer, perfino niente macchina da scrivere, ma solo penna e fogli, che poi vengono pazientemente ricopiati - una mano la dà l'amico Ettore De Tora, presidente dell'associazione grossetana di calligrafia Il Calamo - e poi presentati alla casa editrice. «Ho l'hobby di scarabocchiare, non dico scrivere - si schernisce Bruni - e mi sono sempre dato da fare per "salire lo scalino" sociale». Non è stato facile. In paese, sulle colline del Morellino in provincia di Grosseto, gli anni Trenta sono anni di miseria. E il passaggio del fronte lascia morti, vedove e dolore.Subito dopo la guerra, il maestro dovette battagliare non poco per aprire la scuolina elementare di campagna.

«Aprì il 16 febbraio 1945 - ricorda Bruni - e in quattro mesi io detti gli esami». Che il bambino ha stoffa lo riconosce anche il maestro. «Mi è sempre piaciuto leggere, fin da bambino - racconta Bruni al Tirreno - ma tra contadini c'era miseria, c'era la fame. La passione me l'ha fatta venire un maestro, Giuseppe Mazzieri di Roccalbegna, che mi prese a cuore. Mi dava un problema e mi diceva: "Se lo risolvi senza chiedermi nulla, ti regalo un giornalino". Io un giornalino non lo avevo mai avuto e andavo pazzo per il Corriere dei piccoli. Un giorno mi sottopose un problema su una piramide. Ero in 5ª elementare e dovevo calcolare quanti mattoni ci dovevano essere. Quando finii mi disse: "Lo sapevo...". Io temevo di aver sbagliato, e invece lui proseguì: "Ecco, me ne freghi un altro". L'avevo risolto». A scuola Benedetto è un bambino brillante. «Mi piaceva la storia e Garibaldi, ricordavo le date di nascita di tutti i personaggi, le date di tutte le battaglie», racconta. Ma sono tempi duri, nelle campagne maremmane si fa la fame. E nelle famiglie contadine i bambini vanno al lavoro nei campi da piccoli. È faticoso persino arrivare alla quinta elementare, figurarsi alle medie. Superiori e università non sono nemmeno nell'orizzonte dell'esistenza. Benedetto però si dà da fare. Coltiva la terra di giorno, studia da solo di notte. E finisce le medie. Riesce così a seguire un corso all'istituto Agrario a Firenze. E inizia a scrivere, ma solo per se stesso. Pensieri, riflessioni. La vita gli dà gioie e dolori.

La prima moglie muore dopo 12 anni per un tumore, lasciandogli un figlio, Fabrizio. E anche la compagna con la quale ha trascorso i successivi 40 anni purtroppo se ne va per sempre nel 1972, anche lei per un tumore. Due volte vedovo, Benedetto si ritrova solo. E lontano dalla campagna, che nel frattempo aveva lasciato. «È stato in quel momento che ho cominciato a scrivere in modo sistematico - racconta - e lo dico sinceramente: non ho avuto bisogno di psichiatri e psicologi. Lo sfogo sulla carta mi ha salvato da tante medicine». Benedetto scrive racconti, poesie, pensieri. Nell'arco di quasi mezzo secolo, stampa cinque libri: "Emozioni", "Pensieri nell'oblio", "Sognando la luna", "L'amore, il dolore, la speranza", "Sulle ali della memoria". E ora l'ultimo, "Pensieri", per l'editore Innocenti. Tutti scritti a mano, tutti intrisi delle emozioni dell'autore. E non ha intenzione di smettere, né di rinunciare ai suoi amati fogli e penne.




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