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Сентябрь
2021

Küng (ri)beffa tutti, Affini è sesto all'Europeo

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TRENTO. L’urlo di Trento resta in gola. Filippo Ganna sconfitto sul più bello, Edoardo Affini ai piedi del podio e con un sesto posto che, a conti fatti, poteva essere qualcosa di più. Il pomeriggio di sole nella zona del Muse bacia i tantissimi sportivi presenti (compresi gli affezionati del Fan Club Affini), meno i corridori azzurri che stavolta devono accontentarsi delle posizioni di rincalzo.

Un po’ di amaro in bocca c’è, sia per Ganna sia per Affini. Il campione del mondo paga forse lo sforzo del giorno precedente, quando aveva bagnato l’esordio all’Europeo con l’oro nella prova a squadre. Più fluida l’azione dello svizzero Stefan Küng che si conferma campione continentale concludendo i 22,4 km alla media di 55 chilometri orari. A sette secondi si piazza Ganna, poi il fenomeno belga Evenepoel (a 14). Affini è sesto a 38 secondi dall’oro, 24 dal podio. Non una prova da buttare, ma nemmeno la migliore possibile. Lo si capisce subito dalla faccia del buscoldese appena tagliato il traguardo. La sua leadership dura poco visto che a stretto giro Bissegger lo sopravanza. La speranza podio sfuma con l’arrivo dei calibri da 90, ma poco conta. Conta la prestazione e quella, tutto sommato, c’è stata.

Un po’ di valutazioni sparse. La prima: Affini in questa stagione è regolarmente nella top ten di ogni cronometro a cui ha preso parte. In pratica possiamo dire che è a tutti gli effetti uno dei protagonisti mondiali della specialità. Se la gioca (e se la giocherà) sul filo dei secondi per i prossimi anni con tutti. Significa che prima o poi la lancetta del cronometro sorriderà anche al buscoldese, abbonato ai podi in questa stagione ricca di grandi cambiamenti visto l’approdo nello squadrone Jumbo-Visma. Secondo punto all’ordine del giorno: ci sono ancora margini di miglioramento. Affini ha una struttura fisica paragonabile a quella di Ganna o Küng, ergo i secondi che deve rosicchiare ai rivali deve cercarli nella sua posizione in bici. Terzo fattore, quello emotivo: ieri Edoardo è stato tradito dall’emozione. Troppa foga nel primo tratto, quello che da Trento ha portato i corridori fino ad Aldeno. Meno brillantezza nel ritorno. Forse con più equilibrio qualche posizione sarebbe stata scalata. Ultimissima nota: dietro ad Affini c’è gente come Pogacar (2 Tour e tanto altro), Asgreen (un Fiandre) e Cavagna (plurimedagliato). Certo, all’appello mancavano Van Aert, Dennis e Dumoulin... però anche questo è indice delle qualità - espresse e da esprimere - di Affini.

Zero tempo per poter ripensare a quanto accaduto a Trento. Domenica 19 settembre si vola nelle Fiandre per il Mondiale. Affini ci sarà, con lui Ganna nelle vesti dell’uomo da battere. Una crono nettamente più lunga da affrontare (43,3 chilometri) in un tracciato insidioso ma alla portata. Obiettivo top ten, e sarebbe l’ennesima della stagione. Poi la partecipazione (anzi, il ritorno) nel gruppo della staffetta a squadre. Due occasioni azzurre non da poco, con possibilità di medaglia nel Team Relay. Infine le due classiche francesi più attese. Il 3 ottobre il mito della Parigi-Roubaix, il 10 la Parigi-Tours. Due gare che sono nelle corde di Affini, soprattutto la prima visto l’amore infinito di Edoardo per la sfida sul pavé. C’è da chiudere in crescendo un anno ricco di soddisfazioni. Si può fare.




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