Agenti uccisi, lettera dell’imputato Meran nella prima udienza del processo: «Chiedo scusa per i gravi fatti»
TRIESTE. «Chiedo scusa per i gravi fatti». È quanto ha dichiarato il dominicano Alejandro Augusto Stephan Meran nella sua lettera di rinuncia a comparire alla prima udienza del processo a suo carico. Il documento è stato letto venerdì 10 settembre in aula a Trieste dai suoi legali, Alice e Paolo Bevilacqua. Meran è accusato dell'uccisione dei due agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta nella sparatoria avvenuta in Questura a Trieste il 4 ottobre 2019.
«Il nostro non è un atteggiamento di indifferenza verso le famiglie che hanno subito il lutto - spiegano i legali difensori - soffriamo anche noi per le loro perdite». Riferendosi poi al loro assistito, i legali hanno ricordato che «si trova in carcere a Verona, è stazionario e sta assumendo la sua terapia. Non manifesta atteggiamenti violenti, ma ha un comportamento mite e collaborativo».
Nella prossima udienza, fissata per il 18 ottobre, la Corte di Assise, presieduta dal giudice Enzo Truncellito, a latere Camillo Poillucci, sentirà i familiari dei due poliziotti uccisi, «come persone offese, attualmente parti civili, circa il danno patito, esistenziale e morale, per la perdita del congiunto», ha affermato l'avvocato Cristina Birolla, legale della famiglia Rotta. «Gli atti fino ad oggi sono favorevoli a noi, sono abbastanza fiduciosa», ha aggiunto. Soddisfazione per l'accoglimento della costituzione di parte civile è stata espressa dal associazione Fervicredo: «Cercheremo di dare il nostro contributo alla ricerca della verità e della giustizia», ha detto il legale Walter Biscotti. La procura è rappresentata dal Procuratore Capo Antonio De Nicolo e dal sostituto Federica Riolino.
«La difesa - hanno spiegato i legali di Meran, Alice e Paolo Bevilacqua - ha prestato consenso all'acquisizione di tutto il fascicolo del pubblico ministero, dando atto e riconoscendo che è stato svolto un lavoro a 360 gradi, senza nulla osservare. Abbiamo chiesto, alla luce delle incongruenze emerse dalla perizia psichiatrica in sede di incidente probatorio, la rinnovazione della perizia. La Corte ha apprezzato l'economia processuale della difesa e si è riservata sulla nostra richiesta, all'esito di istruttoria».
Durante l'udienza, riporta la difesa, «abbiamo letto la rinuncia a comparire da parte dell'imputato»: «La normativa Covid - hanno riferito i legali - prevede la partecipazione a distanza del detenuto e in videocollegamento. Per realizzarlo c'erano dei problemi logistico-strutturali nelle dotazioni e avremmo dovuto cambiare aula e trasferire il detenuto a Vicenza. Abbiamo voluto evitare il disagio del trasferimento»