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Сентябрь
2021

Ivrea, il Comune sfratta scuole e associazioni dall’ex caserma Valcalcino: «Non è più sicura»

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L’edificio di via Dora Baltea, l’ex caserma Valcalcino, che da più di vent’anni ospita una scuola, una direzione scolastica e una decina di associazioni, non è più sicuro. La notizia, che piomba sulla città senza nessun preavviso, in realtà era stata già scritta dieci anni fa all’interno di una perizia saltata fuori a sorpresa dai meandri dell’ufficio tecnico. Un documento, stilato da un consulente esterno e caduto non si sa come e perché nel dimenticatoio, mette l’accento sulla instabilità dei controsoffitti, e non solo, tanto da rendere non più sicuro l’edificio.

La perizia però si riferisce all’edificio gemello, quello che fino al 2010 ospitava la scuola Ipsia, poi accorpata all’Iis Olivetti a Bellavista. La perizia è saltata fuori nell’ambito di alcuni sopralluoghi effettuati dal Comune per dare proprio quei locali a un’associazione. Tra l’altro in questo edificio non più di un anno fa si era ipotizzato di ospitare il Centro per l’impiego. «Attenzione - precisa però la vicesindaca Elisabetta Piccoli - nella perizia c’è scritto chiaramente che per analogia lo stesso discorso vale per l’edificio in questione, perché identico è l’anno di costruzione, la tipologia e i materiali utilizzati. Di fronte a queste parole non potevamo che convocare le associazioni e dire loro, a malincuore, che dovremo ospitarle in altri locali».

Con ogni probabilità già questa mattina (venerdì) il sindaco Stefano Sertoli firmerà un’ordinanza che obbligherà nel giro di poco le associazioni a lasciare la palazzina di via Dora Baltea 1. L’ex Valcalcino ospita al pian terreno l’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) e la Casa delle donne. Al primo piano ci sono le aule e gli uffici del Cpia, il Centro provinciale per l'istruzione degli adulti, l’Anpi e i radioamatori che per il Comune gestiscono la sala operativa delle emergenze. Al secondo piano ci sono gli uffici del circolo didattico Ivrea 2, i Pifferi e tamburi, la Giovane montagna, l’Associazione nazionale della Polizia di Stato e il Quincy Blue Choir. Alcuni locali vengono poi utilizzati dal Canoa club e dall’associazione Eshorouk che il sabato tiene i corsi di arabo.

Come e quando queste realtà dovranno lasciare l’ex Valcalcino lo si saprà solo nelle prossime ore. «Stiamo lavorando senza sosta per trovare una soluzione alternativa per tutti - aggiunge la vicesindaca -. È ovvio che al momento la priorità riguarda la scuola per adulti, gli uffici della direzione didattica, la Casa delle donne e l’Aism. Ma, ripeto, tutti avranno una nuova sede, magari anche più decorosa e ampia di quella attuale».

Le soluzioni, ovviamente non sono facili, e vanno cercate in base alle diverse esigenze. I radioamatori hanno bisogno, per esempio, di un edificio alto dove installare le antenne. La preoccupazione è grande tra queste realtà che da un giorno all’altro si sono trovate senza più una casa. Il Cpia, lo scorso anno contava 544 iscritti attivando 9 corsi di alfabetizzazione (scuola elementare) e 6 di scuola media. «A partire da oggi e per tutta la prossima settimana - spiega la referente Donatella Libertino - avevamo l’agenda piena di appuntamenti per eseguire i test di ingresso. Contavamo di cominciare l’anno scolastico il 20 settembre. Ora, invece, ci troviamo a effettuare decine di telefonate per disdire gli appuntamenti e a non sapere se, dove, come e quando ricominceremo. Noi non siamo un’associazione, siamo una scuola pubblica». Per il Cpia il Comune ipotizza di poter trasferire le attività nei locali della Casa di carità e mestieri, in via Primo Levi, di fronte al Tribunale, con una disponibilità di aule maggiore rispetto a oggi. «Sarà anche così - precisa Libertino - ma i nuovi locali sono a disposizione dopo le 14 e noi i corsi più frequentati li abbiamo al mattino».

Problemi seri anche per la Casa delle donne che in via Dora Baltea offre assistenza dal 1999. «Vorrei leggere quella perizia e capire perché salta fuori solo oggi - commenta la presidente Letizia Carluccio -. Al di là di questi aspetti, che mi auguro si chiariranno nei prossimi giorni, noi abbiamo bisogno di rispondere al numero fisso dove le donne in difficoltà ci contattano; abbiamo bisogno di una sala riservata per effettuare colloqui molto delicati. Trovare su due piedi una soluzione alternativa non sarà facile».

Un’alternativa, non certo temporanea, esiste già per la direzione del circolo didattico Ivrea 2 che da tempo solleva la necessità di cambiare sede per approdare nei locali della scuola Falcone. Pifferi e mamburi nella serata di venerdì hanno in programma l’assemblea dei soci. La riunione si terrà in sala Santa Marta, messa a disposizione del Comune. «Per noi non c’è un’urgenza imminente - spiega il presidente Roberto Stevanella - considerato che le nostre prove cominciano di solito a inizio novembre. Però abbiamo bisogno di locali ampi e lontani dal centro cittadino per non arrecare troppo disturbo. Per tutti però si pone il problema dei costi di trasloco e di un deposito dove nel frattempo conservare gli arredi».

Rammaricato per quanto sta accadendo il sindaco Stefano Sertoli: «Mi è spiaciuto dover informare le associazioni presenti da anni nel complesso Valcalcino che non potevamo garantire loro la sicurezza dell'accesso e permanenza nei locali. Una situazione esistente da più di dieci anni. Sono assolutamente convinto che l'attenzione alla sicurezza che ci porta a prendere provvedimenti debba stare al primo posto».




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