Padova, blocco dei nuovi ingressi nelle case di riposo: «Carenza di personale drammatica»
PADOVA. Il problema più volte denunciato della carenza di personale nelle case di riposo si palesa in tutta la sua drammaticità: diverse strutture di città e provincia sono costrette a bloccare i nuovi ingressi di ospiti, o comunque a contingentarli. Al punto che, a fronte di una domanda sempre altissima, ci sono centinaia di posti liberi. Un cortocircuito che ha ripercussioni gravissime per tutte le famiglie che non riescono a trovare una risposta per i loro anziani non autosufficienti. La carenza di personale è cronica e la situazione non potrà che peggiorare quando interverranno le sospensioni degli operatori non vaccinati, ormai imminenti.
Un piano chiuso al Configliachi
Su 304 posti complessivi il Configliachi ne ha 60 liberi. Per assicurare i servizi agli ospiti ha provveduto a una riorganizzazione della struttura: «Abbiamo chiuso un piano che avrebbe richiesto almeno 5 infermieri» conferma la direttrice generale Silvia Favero, «e poi abbiamo accorpato altri reparti e comunque mancano ancora 4 infermieri. Per questo siamo costretti a contingentare fortemente i nuovi accoglimenti e questo ha un impatto considerevole anche nei conti». Il problema è che nel mercato del lavoro, gli infermieri mancano e quelli che ci sono preferiscono l’ospedale, dove sono meglio pagati. «Non abbiamo ancora preso in considerazione la possibilità di assumere professionisti extra Ue come prevede la delibera di Azienda Zero che deroga alla mancanza del riconoscimento del titolo di studio da parte del nostro Ministero» fa notare la direttrice, «ma se la situazione non si sbloccherà credo che saremo costretti a valutare questa strada».
Un terzo di posti vuoti
Al Parco del Sole di via Boccaccio, gestito dalla cooperativa Codess a fronte di 102 ospiti presenti, ci sono 60 posti liberi, oltre un terzo. «La situazione è indubbiamente difficile» conferma il coordinatore della struttura, Stefano Roncato, «e per questo i nuovi ingressi sono a dir poco rallentati a fronte di una domanda che invece è molto alta. La carenza di infermieri è un problema serio e la prospettiva per il futuro è molto incerta. Noi abbiamo già assunto personale dalla graduatoria di candidati extra Ue. Alcuni lavoravano già in altre strutture come oss, mentre qui vengono assunti come infermieri, in forza delle deroga regionale sull’equipollenza del titolo di studio.
Ovviamente necessitano di un periodo di affiancamento, ma almeno abbiamo potuto sopperire in qualche misure all’organico mancante. Ora resta da capire se il provvedimento regionale che ha permesso queste assunzioni sarà prorogato perché al momento la scadenza è fissata al 31 dicembre». Con oltre un terzo di posti liberi, i conti della struttura non possono che risentirne: «Inevitabilmente il bilancio soffrirà di questa situazione» conferma Roncato, «ed è difficile prevedere come le cose possano evolvere».
La scure delle sospensioni
Tra tanti dubbi una certezza c’è e non contribuisce affatto a rasserenare gli animi: l’attuale carenza di personale nelle Rsa, infatti, non potrà che aggravarsi allorché interverranno le sospensioni degli operatori non vaccinati. Ed è questione di giorni ormai. Gli elenchi sono già compilati dall’Usl Euganea e a stretto giro saranno inviati alle case di riposo. A quel punto non solo non si potranno accogliere nuovi ospiti nelle strutture, ma sarà un problema assicurare i servizi a quelli già in carico.