Treviso, ha chiuso il Wishing Wells. Passa di mano il Carmenere
TREVISO. Dice di aver deciso con un «nodo alla gola, dopo lunghissima riflessione». Ma alla fine, si è arreso. Cristian Reduce, titolare del “Wishing Wells”, la birreria di Strada Ovest che ha voluto anche essere un piccolo santuario della musica rock dal vivo, chiude i battenti.
La pandemia, ma sarebbe meglio dire le implicazioni del Covid 19, fanno abbassare le serrande di un locale che ha saputo diventare un riferimento.
In un lunghissimo post, Reduce scrive: «La nostra avventura finisce qui» ringrazia tutti: lo staff (che ha creduto nel nostro progetto»), i clienti, i gruppi musicali che si sono esibiti, non esitando a confessare «l’orgoglio per essere diventati un riferimento per la musica live a Treviso, con l’esibizione sul nostro palco di band nazionali e internazionali».
E Reduce conclude il suo annuncio dicendo «È stato bellissimo, buon rock a tutti».
Il post è stato subito rilanciato dal tam del web, suscitando molta sorpresa e reazioni di delusione fra gli habitues, fra cui anche i cultori della musica live. C’è il timore, tra gli addetti ai lavori, che sia il segnale degli effetti del combinato disposto Covid–Green Pass ora che la bella stagione, in tutti i sensi per chi è rimasto aperto, sta volgendo al termine. In particolare, è in ansia chi più dipende dai plateatici esterni e dagli spazi a disposizione in generale, dentro e fuori.
Intanto, nell’attesa, altri movimenti contraddistinguono la fine estate 2021. Passa di mano il “Carmenere” di San Sisto di Villorba, a pochi passi dalla villa dove visse Mario Del Monaco: a rilevare l’enoteca ristorante i titolari di un ristorante pizzeria a Casier, la “Anema e core”, che stando ai rumors della piazza vogliono creare ora, a poca distanza del casello Treviso Nord della A27, un piccolo tempio del pesce.
In città, la crisi di personale rallenta le nuove aperture, ma complica anche la vita a trattorie e osterie già avviate da tempo.
Due fra i nuovi locali attesi in centro storico sono in via Sant’Agostino, a poche decine di metri.
Una è l’insalatiera ambientalista di Michele Pozzobon, alias “mister Burici”, nello slargo vicino all’edicola. Si chiamerà “Green kitchen”, a già ora promette zero pesticidi, zero sprechi d’acqua, zero nichel, zero energia fossile, zero consumo di suolo, zero metalli pesanti.
L’altro è “Tacos y burritos!”, brand di una linea di specialità centroamericane. E anche questa nuovo locale espone il cartello di ricerca di dipendenti.
Ma quello del “cercasi” – cuoco, aiuto, camerieri, personale di sala e lavapiatti, le varianti sono molteplici – è ormai un’ istanza diffusa, su buona parte dei locali della città. Basta vedere le vetrine con gli annunci in bella evidenza.
Fra gli ultimi arrivi, c’è il contemporaneo Iconico, che abbina la piazza al gin tonic, ricetta speciale di Elena e Giuseppe Villani, figli d’arte, che hanno voluto rilanciare, sin dal nome, una location cara ai trevigiani come il bar Ico. Ora è in cantiere anche un cartellone di eventi.