Lundini maestro del nonsense strappa lacrime dalle risate
MANTOVA. «Ho mollato giurisprudenza perché non passavo gli esami. Poi mi sono iscritto a lettere e mi sono laureato, ma perché è facile. Dopo aver fatto diritto privato, o storia del diritto romano, leggere i libri, quelli con i personaggi, per fare gli esami, è un’altra cosa. Insomma, non è come l’enfiteusi».
Per prendersi la scena, a palazzo San Sebastiano, a Valerio Lundini bastano poche frasi. Autore televisivo, comico, musicista, personaggio rivelazione per la trasmissione di Rai2 “Una pezza di Lundini”, ora è anche scrittore. Giocoliere delle parole, le ha messe nero su bianco nel libro “Era meglio il libro”, debutto in libreria dal titolo, a suo dire, «scelto a caso per non impiegarci troppo tempo».
L’intervistatore dissacrante, capace di mirabolanti confronti con musicisti, comici, artisti vari e persino qualche studioso, politicamente scorretto, a Mantova si fa intervistare da Francesco Abate, che subito chiama gli applausi, «almeno due minuti e mezzo». Partono gli urli del pubblico, e i primi accenni al libro. Per esempio a “Liverpool”, luogo immaginario di un Paese africano in cui si rifugiano tutte le persone dall’inglese stentato che devono smarcarsi dai volontari che chiedono soldi per strada.
«Anche oggi mi ha fermato una ragazza di Greenpeace - racconta - Finora me la sono sempre cavata dicendo che sono contrario a salvare le balene. Ho pensato che in futuro potrei fingermi straniero. Nel mio racconto c’è un tizio con un pessimo inglese che dice di venire da Liverpool, quella Liverpool dove abitano tutte persone che devono sganciarsi da chi ti ferma per strada».
Tra le arti di Lundini c’è il disegno: «Mentre facevo lettere, ho pensato che avrei dovuto imparare qualcosa e allora mi sono iscritto a una scuola di fumetti. Mi sono accorto di saper disegnare quando ho cominciato a fare una piccola ombra sotto la suola quando disegnavo i piedi».
E poi è arrivato il libro, una raccolta di racconti scritti anni fa e pubblicati su Linus, altri «pensati e scritti per conto mio, alcuni stampati e poi sistemati». La cosa bella del libro è che non servono grandi budget: «È una gran paraculata. Coi film è diverso. Provaci, a fare un film senza budget. Io, per esempio soffro perché mi piacerebbe fare un musical, ma non lo posso fare per via del budget». In “Era meglio il libro” ci sono anche poesie, ma poesie in napoletano sbagliato, scritte da uno che a Napoli non c’è nemmeno mai stato. «Quando le lessi a un tg mi arrivarono due minacce di morte e percosse».
Dopo aver letto altre pagine, quelle delle recensioni di un fantomatico critico cinematografico, è tempo di parlare delle interviste. «Chi avresti voluto intervistare ma non è stato possibile?», gli chiede Abate. «Il cardinale Ruini - risponde Lundini - In realtà volevo intervistare il papa Ratzinger e ho pensato che se prima avessi chiamato un suo amico poi col passaparola sarei riuscito a chiamare anche lui».