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Сентябрь
2021

Giulia Terzi racconta le sue Paralimpiadi, “Esperienza di vita, ora sogno il Mondiale”

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Cinque medaglie su cinque gare alla sua prima Paralimpiade, poi la Laurea con 110 e lode al suo rientro “A Tokyo studiavo quando non avevo gare”

Giulia Terzi è un fenomeno. C’è poco da dire quando si incontra una ragazza con la testa così salda sulle spalle e con le idee molto chiare a dispetto dei suoi 26 anni.

Una carriera supersonica nel mondo del nuoto paralimpico, avviata soltanto due anni fa con un Mondiale e proseguita poi con un Campionato Europeo e infine la Paralimpiade.

Tutto in soli ventotto mesi per la precisione, in cui la bergamasca ha iniziato a muovere le sue prime bracciate a livello competitivo e in cui è diventata velocemente una delle protagoniste assolute del panorama paralimpico mondiale.

Ma il nuoto non è tutto per l’atleta della Polha Varese e Fiamme Azzurre, che rientrata dai Giochi di Tokyo, si è messa sotto per finalizzare la tesi che l’ha portata a conseguire la Laurea magistrale in Giurisprudenza con 110 e lode!

Non pensavo di ottenere questo risultato onestamente, avevo voti alti ma non pensavo di arrivare a 110 e lode. All’Università mi avevano proposto di presentare la tesi a ottobre visti i miei impegni sportivi, ma ero pronta e ho voluto darla. Mi ero portata molto avanti sapendo proprio degli impegni con la nazionale e quindi una volta rientrata a casa, non ho voluto rimandare. Quando non avevo le gare a Tokyo, ripassavo la tesi in camera dell’hotel”

Quindi futuro da legale o nel mondo dello sport?

Tutti e due! A settembre riprenderò a lavorare nell’azienda di famiglia di Trasporti e Logistica di pesce, dove mi occupo della parte legale in ufficio e dei contratti. Ovviamente continuerò anche a nuotare”

Adesso però parliamo dei Giochi Paralimpici: sono stati come te li eri immaginati o hai scoperto qualcosa di diverso?

Non ero riuscita a immaginarmi niente di quello che ho vissuto, né i risultati, né il luogo. Avevo immaginato un villaggio olimpico più piccolo di quello che ho scoperto e mi ha colpito molto. Poi la piscina mi ha emozionato tantissimo. Pensavo che senza pubblico non mi colpisse e invece è stata fantastica, con gli atleti che riempivano un po’ il vuoto degli spettatori”

Cinque gare, cinque medaglie, te la aspettavi una Paralimpiade così?

Sinceramente non mi aspettavo tutte queste medaglie e non mi aspettavo l’oro nei 100 stile e nella staffetta 4×100 stile. Quando nella staffetta ci siamo accorte che le ragazze degli USA erano state squalificate e l’Italia era prima, abbiamo iniziato a piangere. Sul podio ci siamo prese per mano e abbiamo cantato insieme l’inno. Penso che quella sia stata la gara più bella, con un risultato storico perché la 4×100 stile donne non era mai stata portata alle Paralimpiadi”

Oro nei 100 stile libero con Record dei Giochi, oro nella 4×100 stile libero, argento nei 400 stile libero e nella 4×50 stile libero e bronzo nei 50 farfalla, quale medaglia ti è piaciuta di più al di là del colore?

La staffetta mi ha emozionata di più, ma i 50 farfalla è stata la gara in cui sono stata più soddisfatta. In realtà avrei potuto prendere l’argento che non è arrivato per due centesimi, ma ho migliorato tantissimo il mio personale all’ultima gara, migliorando quindi il mio Record Europeo e dopo una settimana di gare e un mese lontana da casa, è un risultato che vale tanto, quindi sono stata molto contenta”

foto Augusto Bizzi / CIP

Quanto ti ha aiutata iniziare la tua prima Paralimpiade esordendo con la staffetta 4×50 stile insieme alle tue compagne di nazionale anziché con una gara individuale

Non mi aspettavo di dover fare questa staffetta, le formazioni sono state decise praticamente alla fine. È stata una staffetta nuova che però ha portato il Record Europeo, quindi direi che è andata alla grande. La Cina era imprendibile, ma noi abbiamo dato il massimo ottenendo un risultato eccezionale”

Come hai vissuto poi la tua prima gara individuale quando sei andata ai blocchi di partenza dei 400 stile libero?

È stata difficile emotivamente. Inoltre è stata annullata la batteria per l’assenza di una ragazza e composta una finale diretta. Quando mi hanno chiamata in camera di pre-chiamata ho realizzato ciò che stavo per fare e mi sono emozionata tantissimo”

Cosa porterai nel cuore più gelosamente dopo questa esperienza?

Ho imparato tanto da questa esperienza. Io faccio molta fatica a stare lontana da casa, ma a Tokyo ho imparato che devo svegliarmi e adeguarmi meglio alle situazioni diverse dalla mia routine. Tokyo mi ha insegnato a modificare certi aspetti di me stessa e mi ha dato la consapevolezza di poter vivere certe cose in maniera diversa”

foto Augusto Bizzi / CIP

Quindi queste Paralimpiadi ti hanno cambiata o sei sempre la Giulia che è partita per il Giappone un mese fa?

Beh, in queste settimane dopo Tokyo ho il telefono che mi sembra un call center. Mi fa piacere sapere che ci sono così tante persone che mi seguono e che posso essere un esempio per tante persone. Sono però la stessa persona che è partita un mese fa, anche se con un bagaglio di esperienza in più e con tanti spunti nuovi da cui ripartire, sia sotto l’aspetto sportivo ma soprattutto caratteriale”

Come vedi adesso il tuo futuro?

A ottobre ricomincerò gli allenamenti per preparare i Mondiali che sogno di vincere per chiudere il cerchio con Europei e Paralimpiadi. Voglio però crescere anche in ambito lavorativo e poi sogno di avere una famiglia”

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