Sono arrivati a Ferrara altri 9 profughi afghani Continua l’accoglienza
Dopo i 16 cittadini provenienti da Kabul, e già accolti nel Ferrarese tra Ferrara, Copparo e Argenta, ieri ne sono arrivati altri 9, sottoposti a quarantena, che saranno accolti in due strutture a Ferrara e Copparo. Lo rende noto una nota della Questura di Ferrara, impegnata in queste ultime settimane in un’attività di collaborazione con tutti gli attori della Provincia per una solidale accoglienza di persone che in questo momento versano in una situazione di particolare sofferenza.
Si tratta appunto di famiglie afgane a cui occorre assicurare l’ospitalità, l’assistenza e garantire la possibilità di fare domanda di protezione internazionale. L’attività è svolta sulla base delle indicazioni del Prefetto di Ferrara, Michele Campanaro, riguardo l’attuazione del piano di accoglienza dei profughi afghani sul territorio provinciale, nell’ambito del programma predisposto dalle Autorità di Governo per dare assistenza umanitaria alle persone trasferite con ponti-aereo dall’Afghanistan nel nostro Paese, a seguito delle drammatiche vicende che hanno interessato il paese asiatico.
L’obiettivo finale, come ha evidenziato il Prefetto, «è quello di sviluppare nella nostra provincia processi di rapida accoglienza e integrazione nei confronti di cittadini che hanno collaborato con le Autorità consolari e con le Forze Armate nella missione internazionale in Afghanistan».
L’Ufficio Immigrazione, in ossequio a quanto diramato con Circolare della Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, garantisce a ciascuno la possibilità di proporre domanda di Protezione Internazionale presso la Questura con trattazione delle istanze in via prioritaria. La domanda di Protezione Internazionale è individuale e viene presentata alla Questura di Ferrara – Ufficio Immigrazione – presso la quale si procede alla procedura di foto-segnalamento a cui segue la fase di formalizzazione della domanda attraverso la compilazione del Modello C3 con l’ausilio di un mediatore culturale o interprete.
Gli atti sono poi inviati alla Commissione territoriale competente per il riconoscimento della protezione internazionale che, previa convocazione e audizione del richiedente, decide in materia di riconoscimento o meno dello status di rifugiato. A ogni richiedente asilo è rilasciato un permesso di soggiorno “per richiesta asilo” valido nel territorio nazionale della durata di 6 mesi, rinnovabile fino alla decisione della domanda e per tutto il tempo in cui è autorizzato a permanere sul territorio nazionale.
Al primo nucleo di 8 persone, arrivato a fine agosto, l’Ufficio Immigrazione, dopo le procedure sopra indicate ed avendo ottenuto parere favorevole dalla Commissione, ha già rilasciato e consegnato il permesso di soggiorno.
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