Pontedera, quando si gioca allo stadio la piscina chiude prima
PONTEDERA. Non c’è pace per la piscina di Pontedera. Non solo per la struttura al chiuso, in attesa di riaprire i battenti dopo le prove di carico alle cupole del PalaZoli. Ma anche per quella all’aperto. Costretta a chiusure obbligate.
Costretta a subire la diminuzione forzata dell’orario per motivi di sicurezza ed ordine pubblico. «Che non dipendono in alcun modo da noi», ci tiene a sottolineare Leonardo Cini, amministratore di Progetto Sport, società che si occupa della gestione degli impianti. «Quando il Pontedera o il Montevarchi giocano allo stadio, un’ordinanza ci impone di chiudere l’ambiente almeno due ore prima della fine dell’orario», spiega Cini. È successo domenica e il sabato di quindici giorni fa. Succederà ancora. «La partita di calcio si tiene nel pomeriggio e la piscina deve essere vuota dalle 16».
Un vincolo difficile da digerire. Una necessità lontana dagli amanti del nuoto. E dunque poco comprensibile. «Siamo soggetti a degli oneri distanti dai nostri interessi e dai nostri obiettivi. Non capiamo – entra nel merito – perché a rimetterci dovremo essere noi e gli utenti delle nostre strutture. Dalla questura ci hanno parlato di motivi di sicurezza e di tutela».
Meglio prevenire che curare insomma. «Ci hanno spiegato che è problematico stabilire quanti tifosi arriveranno in città per assistere alle partite di calcio e ancora più improbabile sapere che tipo di tifosi potrebbero essere. Così per non avere guai da gestire all’ultimo minuto preferiscono sgombrare l’area. Fra l’altro la piscina, pur essendo vicina al campo sportivo, è un luogo recintato e isolato dal resto della zona». Per Progetto Sport la chiusura anticipata è una limitazione. Un danno, non solo di immagine. Ma anche dal punto di vista economico. «Abbiamo anche provato a diminuire il costo del biglietto d’ingresso, riducendolo da 7 a 5 euro. Ma le persone – continua – preferiscono non venire piuttosto che spostarsi per poche ore. Così le possibilità di nuoto e di svago sono evidentemente ridotte».
E le occasioni si sprecano. Senza contare che le attività all’aperto sono agli sgoccioli. «Manca poco alla chiusura definitiva della vasca esterna. Già la prossima settimana, con l’inizio delle scuole, l’entrata sarà alle 12 e gli spazi chiuderanno alle 19. C’è poi l’incognita del clima. Le temperature calde potrebbero avere i giorni contati».
Come dire, ogni ora è preziosa nel bilancio dell’offerta degli impianti. «In piscina lavorano, tra collaboratori, istruttori e dipendenti quasi 30 persone. Ostacolare il funzionamento dell’impianto con diktat orari, significa condizionare gli incassi e i loro stipendi. Sono sempre stato un amante di tutti gli sport – conclude Cini – ma questa situazione mi porta a pensare che anche stavolta il calcio vince su tutti gli altri».
P.S.
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