Uffici pubblici del Canavese: smart working al minimo storico
Negli uffici pubblici di Ivrea e Canavese si torna a lavorare in presenza. Tenuto conto che lo stato di emergenza durerà fino al 31 dicembre, è in questa fase che il pubblico registra i livelli più bassi di lavoro agile dall’inizio della pandemia, ormai risalente a un anno e mezzo fa. Numeri alla mano, il Comune di Ivrea - 23.192 abitanti al 31 dicembre 2020 - conta in remoto il 17% dei dipendenti, quasi tutti lavoratori fragili (tra aprile e maggio 2020 erano il 66% i lavoratori in smart working su uno stock di personale pari a 156 totali). Il 17% è in smart per almeno dieci giorni, si diceva, ovvero meno del dato nazionale che si attesta attorno al 37%. Alla sede Inps di piazza Lamarmora, invece, è il 15% di 40 dipendenti a lavorare da casa. Il Tribunale di Ivrea, a sua volta, ha tutti in presenza, e lo stesso vale per il personale amministrativo delle scuole superiori di Ivrea. L’Asl/To4, e parliamo di ruoli legati sempre ad attività amministrative o comunque non attinenti a prestazioni sanitarie (760 tra impiegati e tecnici), ne conta invece un centinaio, ma sull’intero territorio del Canavese fino a Ciriè. Tutto questo nel periodo in cui il Ministro Renato Brunetta preme per superare definitivamente lo smart working nella Pa, abbassando la soglia di chi lavora da casa al 15%. «Nella pubblica amministrazione, in Canavese, notiamo che la situazione è molto variegata - dice Stanislao Patalani (Cisl) -. Molto dipende dall’orientamento dei dirigenti degli uffici rispetto al fatto di avere o meno tutto il personale sott’occhio, le valutazioni e le prestazioni vanno per obiettivi, e comunque si concerta».
Lo smart working deve essere autorizzato dal dirigente o dal responsabile di servizio in funzione del lavoro da svolgere e del periodo pandemico: «Sono tenuti in conto spostamenti - spiegano dal Comune di Ivrea -, eventuali chiusure delle scuole, necessità contingenti particolari. I compiti vengono assegnati dal dirigente o responsabile che autorizza lo smart working che ha anche il compito di verificare». In ogni caso, riprende poi Patalani, la Pa ha lavorato in una modalità che le era sconosciuta. Vedremo cosa succederà dopo il 31 dicembre, e nell’immediato quali sono i paletti della soglia massima al 15% a cui punta Brunetta». Sino al 31 dicembre restano in vigore le regole sui distanziamenti, con la conseguente necessità di offrire spazi di lavoro che oltre ad essere sufficientemente ampi garantiscano l’areazione. Oggi, in Comune a Ivrea, se i servizi allo sportello sono ripresi totalmente previa prenotazione per evitare assembramenti, a essere tornati in presenza al 100% sono staff del sindaco, segreteria generale, dirigenti e responsabili di servizio. «Alcuni alternano qualche giorno in smart alla presenza in funzione delle esigenze di servizio. In presenza, come sempre, vigilanza, squadra tecnica, sportelli, nido e gli altri definiti già ad inizio pandemia». Rispetto al futuro, il Comune valuta se tramutare in telelavoro le posizioni di un numero residuale di dipendenti fragili.
Per Chivasso, il Comune più grande del basso Canavese con poco più di 23mila abitanti, lo smart working prima della pandemia non esisteva. «Si è rivelato quindi uno strumento utile – dice Sandro Ventura, responsabile dei Servizi informatici – che non sarà abbandonato seppur con un ritorno progressivo alla normalità. Soprattutto le aree dei Servizi amministrativi, e le conferenze. Per altre invece, penso a quelle tecniche, il lavoro agile è meno indicato, essendo indispensabili sopralluoghi e contatti con le persone allo sportello». L’anno scorso «nel giro di un mese – sottolinea Ventura – avevamo creato una gestione in smartworking per l’80% dei 135 dipendenti, avviando nel contempo la formazione. Importante è stata la costruzione dell’infrastruttura per lavorare da casa in sicurezza e evitare il rischio di attacchi di hacker». Attualmente, solo il 20% degli ottanta addetti resta a lavorare da casa, «destinati, con ogni probabilità, a diventare degli smartworker reali e non più congiunturali». Anche Caluso ha fatto ricorso al lavoro agile per i suoi trentuno dipendenti e per le sedute di consiglio comunale, che continuano a essere in diretta Facebook. «E anche nella nostra situazione - dicono dall’Ufficio di staff del sindaco - va premiata la disponibilità e la resilienza del personale». Il lavoro agile ha interessato 12 impiegati a rotazione, mentre gli sportelli al pubblico sono sempre rimasti aperti. «Il nostro personale – spiega il segretario generale Ezio Ivaldi – si occupa di più servizi. Ecco derivare l’esigenza della rotazione che, cessato il lockdown, proseguiremo solo con 4 addetti: quelli che hanno manifestato la volontà di continuare. Per gli altri era più importante l’aspetto di tipo relazionale». (Ha collaborato Lydia Massia) —