Добавить новость
ru24.net
World News
Сентябрь
2021

Zan: «La mia legge tutela i più deboli e i diritti civili non si svendono»

0

LIVORNO. Il disegno di legge Zan vìola il Concordato, è una norma liberticida che introduce il reato d’opinione, inculca nei bambini la teoria gender costringendoli a scambiarsi i vestitini a scuola, riguarda solo le minoranze (è un problema loro) e deve essere oggetto di mediazione almeno per espungere l’identità di genere. Questa è la disinformazione disseminata sul suo percorso, ed essa stessa dimostra come di questa legge c’è bisogno. Ospite a Livorno del circolo Arci “Arena Astra”, il deputato del Partito democratico Alessandro Zan presenta il suo libro “Senza paura. La nostra battaglia contro l’odio” in un dibattito coordinato dal direttore de Il Tirreno Stefano Tamburini e organizzato dal comitato Coppa Barontini (il mondo “machista” delle gare remiere) in collaborazione con Agedo, Arci Gay e Famiglie Arcobaleno, e ribadisce: «I diritti civili non hanno prezzo, e noi non possiamo essere spacciati per un futile motivo».

Il disegno di legge che porta il suo nome è appena stato rimandato a ottobre, dopo le elezioni amministrative. Dopo sofferte trattative interne il suo iter parlamentare era stato arrestato dal presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, mentre Matteo Renzi e Matteo Salvini continuano a proporre – rispettivamente – 48 ore e 5 minuti per riscriverne i punti cardine. Giorgia Meloni completa l’opera omofona.

La serata labronica diventa allora occasione per affrontare proprio quell’articolo 1 grazie alla provocazione dell’avvocata Aurora Matteucci, presidente delle camere penali di Livorno: il disegno di legge Zan sovraccarica un sistema penale che già dispone degli strumenti per inquadrare simili reati. È contro omotransfobia, misoginia e abilismo, cioè contro i crimini d’odio. Muovendosi sul sottile confine che divide reato di opinione e istigazione sale sulle spalle della già ampiamente collaudata legge Mancino e ne estende i benefici.

«Non sono un fan del penale, ma qui serve come deterrente fintantoché non ce ne sarà più bisogno. Dove c’è una legge contro i crimini d’odio, questi diminuiscono», riassume Zan, che avverte: «Gli anticorpi di questo Paese sono ancora molto fragili. Meloni e Salvini “non sono razzisti” ma vogliono far scivolare l’Italia verso l’Ungheria di Orban che va contro le libertà individuali in una direzione che richiama fin troppo apartheid e campi di concentramento. Le parole dei politici possono armare i malintenzionati; e loro vogliono sostituire le aggravanti speciali, che non possono essere bilanciate dalle attenuanti, con i futili motivi, che invece possono. Attaccare il disegno di legge – conclude – è demolire la legge Mancino».

La linea di Destra avanza protetta dagli emendamenti-schermaglia di Italia Viva («che è “azionista di maggioranza” del disegno di legge Zan», stempera lo stesso onorevole con una battuta) mentre le forze progressiste di Sinistra fanno una battaglia di civiltà sui cavilli. Ma Zan non difetta di alleati: «La legge ormai è entrata nel sentire degli italiani, c’è una movimentazione di giovani e giovanissimi fra Pride e social media. Questa legge – puntualizza – non è a tutela delle minoranze, perché i crimini d’odio colpiscono le persone non per quello che fanno ma per quello che sono e che non possono scegliere; lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito che questo viola il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione italiana».

E quanto alle «reazioni un po’ sgangherate della Chiesa», insiste: «Peggio che per l’aborto e il divorzio, ma credo che la maggior parte del mondo cattolico sia dalla parte del disegno di legge. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha poi ribadito la sovranità del Parlamento, e in assenza di un testo base non ha senso parlare di violazione del Concordato».

L’Italia è l’unico Paese europeo senza una legge contro i crimini d’odio, a parte Polonia e Ungheria. E non riesce a dar vita a un disegno di legge che pure farebbe comodo anche a Giorgia Meloni, che fu bersaglio di odio misogino in rete, e allo stesso Salvini che a suo tempo temeva attacchi “eterofobi”. La rivoluzione culturale è avviata ma il tempo utile per l’approvazione rischia di esaurirsi insieme al mandato di governo. Zan però è senza paura: «Finché c’è legislatura c’è speranza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA




Moscow.media
Частные объявления сегодня





Rss.plus
















Музыкальные новости




























Спорт в России и мире

Новости спорта


Новости тенниса