Quando Kim Kardashian è apparsa al Met Gala del 2021, inguainata in un abito completamente nero di Balenciaga ha ispirato una serie di meme e suggestioni. I paragoni più centrati, come hanno sottolineato alcuni utenti di Twitter, riguardano la somiglianza con un personaggio da sbloccare in un videogioco, inaccessibile e avvolto nel grigio finché il giocatore non riesce a raggiungere un certo livello. Ora, almeno teoricamente, la connessione tra Balenciaga e l’universo dei videogiochi è completamente sbloccata. Di recente, la casa di lusso francese e Epic Games, gli sviluppatori di Fortnite, hanno annunciato una partnership che porterà l'abbigliamento e le firme del marchio nella nota piattaforma di giochi. Per Fortnite si tratta del lancio di un progetto ambizioso nella moda visto che la partnership comprende una serie di creazioni esistenti sia all'interno, sia all'esterno del gioco, in primo luogo un "set fit" che permette a quattro amati personaggi del gioco di avere un look modellato dalle precedenti collezioni Balenciaga. La felpa con cappuccio Balenciaga x Fortnite tirata sulla testa di Doggo mentre inforca un paio di futuristici occhiali da sole cat-eye del marchio è l’esempio più lampante, insieme agli armor boot di Knight visti nella collezione autunno 2021. Esaminando gli inquietanti rendering dei look dei personaggi virtuali, è difficile immaginare che il designer Demna Gvasalia non li considerasse al pari dei più reali Kardashian e Bieber.
«La nostra collaborazione con Epic in realtà non è iniziata con Fortnite», ha dichiarato Demna Gvasalia, direttore artistico di Balenciaga. «Tutto risale al nostro primo videogioco, Afterworld, che abbiamo creato sfruttando Unreal Engine per il debutto della nostra collezione autunno 2021. Un’esperienza da cui siamo partiti per poi continuare a farci ispirare dalla creatività delle community di Unreal e Fortnite. Ho sentito l’esigenza di approfondire la collaborazione fino a realizzare questi autentici look Balenciaga per Fortnite e una nuova linea di abbigliamento Fortnite da distribuire fisicamente nei nostri negozi».
Un precedente storico che ha reso Balenciaga una scelta naturale per la prima collaborazione di Epic con la moda di lusso dopo che la stessa casa di sviluppo di videogiochi aveva già collaborato con marchi del calibro di Nike. «Siamo stati molto ispirati dal modo in cui Balenciaga sia riuscito a espandere i confini della moda spingendosi nei territori della tecnologia e dell'innovazione,» ha spiegato Emily Levy, responsabile delle partnership di Epic Games che ha tenuto subito a sottolineare come la moda abbia oggi un suo naturale habitat anche nell’universo dei giochi.
Nell’anno della "creator economy" in cui tutti, da Facebook a Snapchat, annunciano iniziative volte a incoraggiare i loro utenti a monetizzare i contenuti, Fortnite enfatizza la natura comunitario del gioco invece della modalità Battle Royale da cui ha ricavato il grosso della propria fama e popolarità.
«Fortnite è essenzialmente basato sulla moda, la creatività, l'autopromozione e la fantasia,» ha precisato Levy. I giocatori di Fortnite trascorrono attualmente quasi il 50% del loro tempo nella modalità creativa del gioco, dove progettano i loro universi e si impegnano in giochi di ruolo. Lo scorso aprile, un giocatore di nome Lachlan ha messo in scena una sfilata di moda, in cui i giocatori hanno mostrato i loro disegni. Il video di questa sfilata ha raccolto oltre 11 milioni di visualizzazioni su YouTube. «Ovviamente, mentre pensiamo a un’espansione di Fortnite per creare un ecosistema di intrattenimento sociale, la moda resta al centro della nostra cultura», ha aggiunto Levy. «Un settore molto concreto e solido della nostra comunità».
Balenciaga ha dato al team di Fortnite le scansioni 3-D di ciascuno dei capi che hanno permesso ai designer del gioco di ricreare l'abbigliamento con dettagli vividi, dalla grafica alla texture fino al modo in cui calza su un personaggio. Inoltre, la sneaker Triple S è ora un pickaxe, un piccone del gioco, e la Hourglass Bag è un aliante che i giocatori possono cavalcare in battaglia. I giocatori possono anche acquistare un ballo da far eseguire al proprio personaggio, impostato su una traccia di BFRND, marito e collaboratore di Gvasalia.
Il progetto Fortnite non vivrà semplicemente entro i confini della piattaforma. La collaborazione prevede una serie di iniziative legate alla campagna di comunicazione con una presenza fisica molto concreta tra cui, per esempio, Doggo su cartelloni animati in 3-D a New York, Londra, Tokyo, Seoul e una linea di merchandising, come solo Balenciaga poteva ideare, destinata ugualmente a chi se ne sta a casa parcheggiato davanti alla TV a giocare per ore a Fortnite e a chi se ne sta in un freddo stand ad Art Basel.
Tornando al gioco, Fortnite ha anche creato un nuovo spazio in modalità creativa con un negozio virtuale Balenciaga dove i giocatori possono acquistare nuovi abiti. Lì, le immagini del cartellone viste nella vita reale saranno continuamente aggiornate con contenuti generati dagli utenti, creando quello che il team di Fortnite definisce "living lookbook ".
La fantasia mirata a immaginare se stessi come qualcun altro, o addirittura un altro essere, è il principio base della moda, e la collaborazione sembra mirata a suscitare questa sensazione. «Ci sono alcune cose molto divertenti realizzate con gli abiti che sono completamente impossibili nel mondo reale,» ha osservato Levy. Gli abiti possono cambiare colore e la tua borsa può trasformarsi in un aliante. È possibile muoversi attraverso il gioco raccogliendo scarpe da ginnastica Triple S, che sbloccheranno uno spray per graffiti.
Il progetto mostra il crescente interesse per il metaverso, o l'idea di uno spazio virtuale sempre online, all'interno della moda. Gli stilisti non si limitano più a ideare vestiti, come ho scritto della collezione di videogiochi di Balenciaga, ma creano interi universi in cui tutto, dal caffè ai giornali, dai vestiti al paesaggio urbano, è il prodotto dell'estetica del marchio. Sembra che il metaverso stia diventando più concreto e la realtà nel riecheggiare l'estetica e i valori fantastici dei videogiochi, un po’ meno.
Articolo tratto da GQ US
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