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Сентябрь
2021

Truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale per 3 milioni di euro. Sotto inchiesta sette cliniche nel messinese

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Rilevata una maxi truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale per oltre 3 milioni di euro: tramite un meccanismo collaudato, sette strutture private gonfiavano i rimborsi che la Regione doveva loro corrispondere per alcune prestazioni erogate. Sono attualmente 26 gli indagati, a vario titolo, tra funzionari pubblici dell'Asp di Messina, responsabili e dipendenti delle sette strutture private convenzionate, titolari delle più conosciute ed importanti case di cura della città. I reati ipotizzati sono corruzione, falso, accessi abusivi a sistemi informatici e truffa aggravata. 

Per tre degli indagati i finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Messina stanno dando esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare, con divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali e di ricoprire incarichi apicali nell'ambito di imprese e persone giuridiche, per la durata di quattro mesi, e il sequestro dei 3 milioni di euro nei confronti delle 7 strutture private. I titolari coinvolti gestiscono alcune delle più conosciute ed importanti case di cura città dello Stretto.

L'attività d'indagine ruota intorno D.R.G. (Diagnosis Related Group), un sistema che consente di classificare ogni caso clinico in una determinata categoria (il Ministero della Sanità ha previsto oltre 500 casistiche), variabile in relazione alla diagnosi, agli interventi subiti, alle cure prescritte o alle caratteristiche personali del paziente ricoverato in una struttura accreditata. Proprio sulla base del D.R.G. attribuito, stabilito dalle scheda di dimissione ospedaliera, ogni Regione prevede la tariffa da rimborsare alla casa di cura privata convenzionata, che grava sul Servizio Sanitario Nazionale. L'inchiesta, consistita in investigazioni documentali, accertamenti bancari, esami di testimoni, intercettazioni, acquisizioni informatiche ha fatto emergere un «articolato e collaudato meccanismo fraudolento, finalizzato a far lievitare artificiosamente l'entità dei rimborsi corrisposti dal sistema sanitario», scrive il gip, che si realizzava tramite indicazione fraudolenta di un D.R.G difforme rispetto alle reali attività effettuate. Il raggiro ha portato a una truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale per oltre 3 milioni di euro. «Un dato estremamente allarmante - dicono gli investigatori - lì dove si consideri che sono state oggetto di disamina soltanto 723 cartelle cliniche: di queste ben 591 presentavano anomalie, con una percentuale d'incidenza pari all'81,74%, tanto da indurre il gip a ritenere l'esistenza di una forma di radicata connivenza tra controllore e controllato». Anomalie che, alla luce delle prove raccolte, non dipenderebbero dal caso o da una superficialità dei controllori, ma, proprio per la frequenza e metodicità, sarebbero da ritenersi sintomatiche di un sistema collaudato: «la cartina al tornasole di un sistema illecito diffuso finalizzato a lucrare indebitamente sui rimborsi riconosciuti dalla Regione Siciliana per le prestazioni erogate dagli enti convenzionati», - prosegue la misura - rafforzato «dal contributo offerto dal soggetto controllore, nella specie l'Ufficio dell'ASP di Messina i cui funzionari, omettevano di rilevare le irregolarità attestando falsamente nei verbali la conformità della documentazione esaminata ai parametri previsti».




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