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Сентябрь
2021

Don Carlo insegna il mestiere a Raoul Bova: «Così farà il prete nella fiction don Matteo»

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la storia

C’è anche un po’ di Gorizia dietro le quinte della nuova stagione di Don Matteo, una delle fiction televisive più longeve e amate dal pubblico italiano, portata al successo da Terence Hill – al secolo Mario Girotti – che passerà ora il testimone a Raoul Bova, chiamato a interpretare quel don Massimo che dovrà proseguire nel solco tracciato dal suo predecessore. E per farlo, calandosi pienamente nella parte di un sacerdote, è stato affiancato per qualche giorno da un prete vero, nel dietro la cinepresa ma nella vita di tutti i giorni.

Qui si annoda il filo rosso che conduce fino in riva all’Isonzo, perché il sacerdote in questione è il parroco di Sant’Andrea don Carlo Bolcina, di ritorno in queste ore da una trasferta a Spoleto, sede appunto del set di “Don Matteo 13”, dove si è confrontato a lungo con Bova. Ed è proprio lui a raccontare come è nata quest’inedita ma stimolante, per sua stessa ammissione, esperienza da “consulente”. «Tutto è dovuto al rapporto di stima e di amicizia che da alcuni anni mi lega a Luca Brenabei, amministratore delegato di Lux Vide e produttore della serie – dice –. Un’amicizia nata quasi per caso, quando una persona, non ricordo nemmeno di preciso chi, me lo passò al telefono: lui aveva piacere di fare la conoscenza di un sacerdote di provincia, che a suo dire poteva rivelarsi forse più genuino e alla mano di quelli che vivono e operano nelle grandi città. E così, parlando, confrontandoci e conoscendoci, siamo rimasti in contatto».

Chissà se Bernabei stava già pensando, allora, al momento in cui avrebbe dovuto sostituire Terence Hill in Don Matteo. Sta di fatto che, ora, quel momento è arrivato. «Quando Luca ha proposto a Bova di diventare il nuovo protagonista della fiction, l’attore ha accettato, ma con grande professionalità ha ammesso un piccolo disagio perché, pur conoscendo la figura del sacerdote, non ne aveva familiarità – dice ancora don Bolcina –. Ed è per questo che Bernabei decise di coinvolgermi. Mi chiamò è disse: “Ti mando Bova a casa tua per qualche giorno, così può vedere da vicino come vive un prete, e puoi dargli qualche consiglio”».

La cosa non si concretizzò per una serie di contrattempi, ma l’avventura, per don Carlo, era solo rimandata. Qualche giorno fa una nuova telefonata e la “convocazione” a Spoleto, per l’inizio delle riprese della nuova stagione e l’affiancamento sul set a Bova. «Ho passato con lui qualche giorno, abbiamo parlato moltissimo e ci siamo confrontati – racconta il parroco di Sant’Andrea –: l’ho trovato estremamente sereno, alla mano ma anche curioso e interessato, contento di recepire il fatto che la vita di un sacerdote di oggi è nella quotidianità, senza eccessi mondani ma pure senza eccessi religiosi». Lo stesso Bova – che vestirà i panni di don Massimo ma non la tonaca, per una precisa scelta di copione – ha fatto capire in una recente intervista quanto impegnativo sia stato l’avvicinamento al nuovo personaggio, spiegando che don Carlo «mi segue in questo percorso, anche spirituale» e aggiungendo che «non si tratta di un approccio solo sul copione, ma di entrare dentro il personaggio, aprire il cuore e l’anima a queste situazioni».

E proprio in tal senso don Bolcina svela un episodio che lo ha colpito particolarmente: «Abbiamo preso in mano il copione, letto e riletto le battute, e cercato di capire come presentarle nel modo più adatto, che si cucisse addosso in modo credibile e corretto alla figura di un prete, a partire dall’intonazione della voce. Non sono cose scontate». Per don Bolcina, che parla dal punto di vista personale «di un’esperienza positiva, che ha edificato anche me», l’impegno al fianco di Raoul Bova e per “Don Matteo 13” non è ancora finito. «In questo momento il mio compito si è concluso, però Bernabei mi ha già anticipato che in futuro ci saranno altre occasioni simili, per continuare a condividere con Bova questo percorso», dice il parroco. E chissà allora se, guardando le future puntate della fiction, i fedeli goriziani appassionati di “Don Matteo” e “orfani” di Terence Hill ritroveranno nel suo successore qualcosa di consueto e apprezzato. Il modo di fare di don Carlo Bolcina: da Sant’Andrea, indirettamente, sugli schermi della Rai in prima serata.




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