Dodici indagati, più controlli e telecamere: il punto sull'inchiesta a una settimana dalla guerriglia di Livorno
LIVORNO. Mercoledì 15 settembre. Ore 21.30. Tra via del Fante e via Buontalenti, pieno centro di Lviorno, scoppia una guerriglia. Per dieci minuti, in strada, si affrontano due bande rivali, molto probabilmente per un regolamento di conti per la droga. Usano pugnali, spade, bastoni. A un certo punto si vede anche una pistola scacciacani. I residenti dalle finestre filmano quello che accede. Mentre i commercianti, barricati nei negozi aperti a quell’ora, assistono alla distruzione dei loro arredi: sedie e tavoli fatti a pezzi per essere trasformati in armi. Mentre diverse auto vengono vandalizzate: lunotti in frantumi, fiancate rigate, vetri dappertutto. È passata una settimana dalla notte che ha choccato Livorno. La città e le istituzioni hanno risposto: indagini e promesse sono andate a braccetto con rabbia e indignazione.
L'INCHIESTA
Partiamo dall’inchiesta per risalire ai responsabili. La procura ha aperto un fascicolo per rissa aggravata, danneggiamenti e porto abusivo di armi. Dai video girati dai residenti, carabinieri e polizia hanno identificato una dozzina di persone. Poco meno della metà di quelle che hanno partecipato alla guerriglia. Si tratta di cittadini stranieri – di origine tunisina – tra i venti e trent’anni. Nei giorni successivi agli scontri, miliari e agenti hanno eseguito diverse perquisizioni nelle case di alcuni di loro, nella zona della Guglia e a Colline, dove sono stati trovati pugnali e droga. Ma per il momento non risultano persone fermate, anche perché per questo tipo di reato l’arresto non è previsto. L’inchiesta, però, va avanti. Da un lato per identificare tutti i responsabili e dall’altro per accertare il movente.
I CONROLLI
Dalla sera successiva alla guerriglia, la zona di piazza delle Repubblica, via Buontalenti e piazza Garibaldi è stata in qualche modo militarizzata, diventando la priorità per le forze dell’ordine. Circa duecento le persone identificate negli ultimi sette giorni, solo dalla polizia. Una decina di queste sono state o denunciate o arrestate: spaccio di droga, guai pregressi con la giustizia, irregolarità con i documenti per vivere in Italia.
TELECAMERE
Da un’inchiesta del Tirreno è emerso che oggi in città sono attive 153 telecamere di ultima generazione. Ma nessuna di queste è presente nella zona dove sono avvenuti gli scontri. Venerdì sera, due giorni dopo la guerriglia, il sindaco Luca Salvetti, ha incontrato alcuni residenti di via Buontalenti che gli hanno chiesto maggiore sicurezza. «Ho detto all’assessora e alla comandante della polizia municipale che è indispensabile mettere le telecamere in questa zona: nell’immediato utilizziamo quella della Ztl che al momento non c’è», ha risposto Salvetti. Vedremo quando sarà accesa.
IL DIBATTITO SUL CENTRO
La cosa buona di ciò che è successo, è il dibattito che si è aperto sul centro. E sui motivi che ne hanno causato il degrado. Ora aspettiamo soluzione. Una è quella suggerita nell’intervento che pubblichiamo in questa pagina da parte dell’urbanista Mauro Parigi.
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