Omicidio di piazza Meardi, Adriatici tornerà in libertà il 20 ottobre. Indagini in ritardo, corsa contro il tempo
VOGHERA
L’ex assessore leghista Massimo Adriatici tornerà in libertà tra un mese, alla scadenza degli arresti domiciliari. Ma le indagini non hanno ancora fatto luce sui tanti misteri che annebbiano quanto accaduto la sera del 20 luglio in piazza Meardi, quando Adriatici esplose un colpo di pistola verso il 39enne Youns El Boussettauoi, uccidendolo. Adriatici, che è accusato di eccesso colposo di legittima difesa (un reato che prevede una pena inferiore ai sei anni di reclusione), non può stare ai domiciliari più di tre mesi (il provvedimento scade appunto il 20 ottobre).
Nel frattempo si registrano alcune lungaggini. Non risulta ad esempio essere ancora stata fissata una data per l’incidente probatorio chiesto i primi giorni di agosto dalla procura di Pavia alla giudice Maria Cristina Lapi per riascoltare il racconto di due testimoni e “congelare” la loro versione in vista del processo (si teme che, essendo stranieri, possano allontanarsi dal loro domicilio). Da quanto si è saputo, si starebbe cercando un’aula per svolgere l’udienza, alla quale dovranno partecipare molte persone, tra magistrati e avvocati. Ma c’è anche il nodo delle perizie.
le relazioni degli esperti
La prima perizia, non ancora depositata, riguarda il filmato registrato da una telecamera collocata su un palazzo di corso XXVII Marzo. È un filmato-chiave, il più prezioso a disposizione degli inquirenti, perché riprende gli attimi che hanno preceduto lo sparo e i testimoni presenti sulla scena del crimine. Due sono stati ascoltati dai carabinieri (un terzo è nascosto dal muro), mentre altri tre testimoni, tre giovani che camminano sul marciapiede opposto a quello del bar Ligure, non sono stati identificati. La procura avrebbe voluto raccogliere il loro racconto, anche in relazione a quanto potrebbero avere sentito (frasi proferite dai protagonisti, ad esempio), oltre che visto (i tre camminano verso via Emilia e quindi la scena si trova quasi alle loro spalle). Nel momento dello sparo, peraltro, passa anche una macchina. Ma anche in questo caso il guidatore non è stato identificato. Un esperto ha migliorato la qualità del video, e analizzato ogni frame, ma la sua relazione non c’è ancora.
la perizia balistica
Deve ancora essere depositata (i termini scadono tra cinque giorni) anche la perizia balistica e chimica affidata dal magistrato Roberto Valli agli esperti del Reparto investigazioni scientifiche di Parma. La perizia (ai lavori partecipano anche i consulenti della difesa e dei legali della vittima) deve rispondere a diversi interrogativi sulla direzione del proiettile, sulla posizione di vittima e sparatore e la distanza tra loro. Quest’ultimo dettaglio, insieme agli altri, potrà dire molto sul presupposto attorno a cui ruota il confine tra l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa, come contestato dalla procura di Pavia, e l’ipotesi di un’azione volontaria, sostenuta dagli avvocati dei parenti della vittima.